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Formula 1: la Ferrari non è un fuoco di paglia

La vettura funziona: le scelte tecniche hanno pagato finora. E poi un pilota veloce ed una squadra che sa leggere la corsa

Formula 1 – Melbourne poteva essere un fuoco di paglia, vista la natura della pista. A Shanghai la potenza del V6 di Maranello poteva aver aiutato la prestazione. In Bahrain non ci sono scuse che tengano: il progetto Ferrari è vincente. Anzi, è tutto il team che in questo momento sta funzionando al meglio. La scuderia guidata da Maurizio Arrivabene, e coordinata da quello…svizzero (come lo ha definito Lauda) Binotto vince e convince anche ad Al Shakir, in barba a quanti nutrivano dubbi sul rendimento della SF70-H.

Abbiamo vinto grazie a coraggio, determinazione e follia”. Già, cosa intendeva Arrivabene a fine corsa? La scelta di puntare alla gara, sacrificando un poco la qualifica, con ali ad incidenza maggiore. La vettura di Maranello – si è capito – sfrutta meglio ed è più gentile con le gomme. Inoltre, è più facile da guidare rispetto alla Mercedes.

Il risultato? Due vittorie su tre gare, con una strategia azzeccata. Ed a poco valgono le rimostranze su eventuali errori Mercedes, in special modo di Lewis Hamilton con i cinque secondi di penalità: a fine gara Vettel ha gestito alla grande, conscio che la rimonta sarebbe stata praticamente impossibile da parte dell’inglese, nonostante il muretto in grigio spingesse l’inglese alla rimonta, e nonostante palesi giochi di squadra che hanno decretato già i rapporti di forza in seno alla squadra: Bottas è un secondo, punto.

Ferrari's German driver Sebastian Vettel celebrates after winning the Bahrain Formula One Grand Prix at the Sakhir circuit in Manama on April 16, 2017 / AFP PHOTO / KARIM SAHIB        (Photo credit should read KARIM SAHIB/AFP/Getty Images)

Dunque tecnicamente le scelte della squadra di Mattia Binotto funzionano. Passo corto ok, ma anche quelle fiancate larghe che servono a convogliare aria per il raffreddamento dell’unità da un lato, e l’estrattore dall’altro. Un fondo poi che fa storcere il naso agli avversari e questo è un segnale di forza: Helmut Marko “denunciava” nel paddock la flessibilità degli scalini a margine del bordo stesso. Già, peccato non avesse nulla da dire quando le ali Red Bull flettevano negli anni passati. E, come allora per le Lattine, anche il fondo Ferrari ha superato le prove di resistenza della federazione con carico verticale. Insomma, la macchina c’è, la squadra pure, e Sebastian Vettel finora è stato eccellente.

Anche ad Al Shakir una partenza molto buona, il sorpasso su Hamilton alla prima staccata, poi la scelta tattica di rientrare subito ai box. Anche stavolta la Safety Car ci ha messo lo zampino, mangiando circa 7-8 secondi. Stavolta però Vettel è rimasto davanti, ha difeso alla perfezione su Bottas, e si è involato verso la vittoria.

Due su tre: la Ferrari e Vettel ora sono una realtà di questo campionato, non sono un fuoco di paglia; è la Mercedes oggi che ha inseguito tentando tattiche e strategie di rincorsa. Non sarà sempre così, ma per quel che si è visto oggi, questa sarà una stagione molto interessante.

Ferrari's German driver Sebastian Vettel drives his car past the chequered flag to win the Bahrain Formula One Grand Prix at the Sakhir circuit in Manama on April 16, 2017.  / AFP PHOTO / POOL / ANDREJ ISAKOVIC        (Photo credit should read ANDREJ ISAKOVIC/AFP/Getty Images)

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