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Toscana: lavori socialmente utili anziché pagare le sanzioni

Oggi è stata presentata alla giunta della Regione Toscana una inno­vativa proposta di legge che ver­rà discussa e poi approvata in consiglio regionale. La novità consiste nel dare la possibilità, a chi ha commesso illeci­ti amministrativi, di saldare la sanzione svolgendo un lavoro socialmen­te utile anziché pagare in denaro. Il vice presidente della Regione Federico


Oggi è stata presentata alla giunta della Regione Toscana una inno­vativa proposta di legge che ver­rà discussa e poi approvata in consiglio regionale. La novità consiste nel dare la possibilità, a chi ha commesso illeci­ti amministrativi, di saldare la sanzione svolgendo un lavoro socialmen­te utile anziché pagare in denaro.

Il vice presidente della Regione Federico Gelli – ideatore della normativa – spiega: “Sarà il trasgressore a deci­dere se pagare o lavorare. E se opterà per il lavoro, sa­ranno calcolate le ore in base alla multa e l’eventuale occu­pazione socialmente utile”. Un’ora di lavoro corrisponderà a 20 euro di sanzione. Gli illeciti previsti nella normativa sono tanti: si va dalle multa per divieto di so­sta a quelle per chi passa nelle zone a traffico limitato. Ma la possibilità di svolgere mansioni socialmente utili è prevista non solo per le trasgressioni al codice della strada.

Per quanto riguarda questi lavori, il trasgressore potrà, per esempio, dipingere la cancella­ta di una scuola, aiutare gli an­ziani, rifare i letti negli ospe­dali, assistere i disabili, ramaz­zare i giardini pubblici e tanto altro ancora. La norma è composta da sedici articoli, ai quali hanno lavorato esperti e polizie municipali.

Questa proposta di legge ha già avuto l’assenso di Alessandro Cosimi, presidente dell’Anci Toscana, e piace an­che ai giuristi: “L’idea è interessante e se ben applicata può anche supe­rare le discriminazioni tra ric­chi e poveri — commenta Gio­vannangelo De Francesco, or­dinario di diritto penale alla facoltà di Giurisprudenza del­l’università di Pisa — perché una stessa multa pecuniaria ha una valenza diversa tra perso­ne che hanno redditi diversi”.

Via | Corriere

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