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Il tutor? Nella maggior parte dei casi è spento

Tutti conoscerranno il Tutor, sistema di rilevamento automatico delle infrazioni che calcola la velocità media di un’auto su un lungo tratto di autostrada. Bene, sappiate che è quasi sempre spento. In linea teorica il sistema dovrebbe funzionare per 24 ore al giorno, ma nei fatti funziona al massimo per quattro o cinque ore complessive. Il

Tutti conoscerranno il Tutor, sistema di rilevamento automatico delle infrazioni che calcola la velocità media di un’auto su un lungo tratto di autostrada. Bene, sappiate che è quasi sempre spento. In linea teorica il sistema dovrebbe funzionare per 24 ore al giorno, ma nei fatti funziona al massimo per quattro o cinque ore complessive.

Il motivo? La Polstrada non ha personale sufficiente per gestire la valanga di multe che il Tutor “sparerebbe” se funzionasse in maniera continuativa. Roba da matti. Basti sapere che questo sistema, nonostante sia in funzione per una minima parte della giornata è in grado di accumulare una mole spropositata di contravvenzioni, che ingolfa puntualmente tutto il sistema di contestazione delle multe della Polizia.

Ovviamente il Tutor non viene spento a caso: si fa sempre in modo che dopo una postazione disattivata ce ne sia almeno una accesa, in modo tale da assicurare almeno un minimo di controllo su un determinato tratto di autostrada. Ma non basta: è solo l’ennesima, triste contraddizione, del complesso sistema di sicurezza stradale, che ha proprio nella carenza dei controlli la sua falla più grande.

Perfino quando tutto il sistema sanzionatorio è affidato a un congegno elettronico, basta che in un punto sia previsto l’intervento umano per far inceppare tutto.

L’aspetto più bizzarro, grottesco e divertente di questa vicenda è che nonostante il Tutor sia quasi sempre inattivo, funziona. Incredibile ma vero. La maggior parte degli automobilisti, intimorita dall’idea di una multa “sicura” rallenta e la velocità media di percorrenza si abbatte drasticamente con straordinari risultati sul fronte della diminuzione di incidenti, morti e feriti.

Dove è installato il Tutor, il tasso di mortalità è stato letteralmente “mozzato” del 50% nel giro di un anno e quello relativo ai feriti è sceso del 34%. Il dato prende ancora più risalto se tenete presente che nella rimanente rete autostradale la diminuzione è stata appena del 6,71% e, per quanto riguarda i feriti, solo dell’11,44%.

Come mai? Perchè dove c’è il Tutor si rispettano rigorosamente i fatidici 130 orari: le velocità medie sono diminuite di 16 km/h e quelle di punta addirittura di 23 km/h. Insomma un effetto simile a quello che ha causato tempo fa la patente a punti. Certo, c’è sempre il piccolo neo di cui parlavamo più sopra, la valanga di multe che nel volgere di poche ore fa impazzire tutto il sistema. Ma questo dipende anche dall’elevato traffico delle nostre autostrade: anche una percentuale bassissima di persone che violano i limiti si trasforma in un numero gigantesco di sanzioni, che riesce appunto a mettere in crisi l’ingranaggio.

Ci auguriamo solo che non accada una cosa: che di questo passo, se il Tutor non riuscirà a garantire la certezza della pena 24 ore su 24, l’effetto placebo svanisca e, proprio come è successo per la patente a punti, i benefici in termini di riduzione di incidenti, morti e feriti si esauriranno ben presto, nel caso di questa eventualità.

Via | Repubblica.it

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