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Storia Porsche 911. Le generazioni del mito

Dalla serie originale del 1963 alla 991 che verrà sostituita nel 2019 dalla 992. Le tappe di una leggenda. Motori, caratteristiche tecniche e design

Porsche 911, basta la parola. Delizia noi appassionati di auto sportive e corse da ben 55 anni. Oggi ammiriamo la nuova generazione, la Porsche 911 992, ipertecnologica ma sempre fedele alla sua anima unica, inconfondibile e inimitabile. Tutti hanno ripercorso la favolosa storia della Porsche 911. Lo facciamo di nuovo anche noi, questo è un libro che non annoia mai. Tracciamo dei cenni sintetici suddivisi per generazione, identificandoli con gli altrettanto celebri codici interni di prodotto usati dalla casa di Zuffenhausen, sempre a tre cifre.

 

La prima Porsche 911. Voleva chiamarsi 901


Siamo alla fine degli anni ’50. La Porsche 356, il primo modello della casa fondata nel 1948 da Ferdinand Porsche e suo figlio Ferry, ha ottenuto un notevole successo e ora è il momento di pensare alla sua erede. L’idea di Ferry è proporre una sportiva a quattro posti invece dei due della 356 e dotata di un motore a sei cilindri invece di quattro. Ma l’impostazione tecnica e stilistica dovrà rimanere la stessa; quindi motore posteriore a sbalzo e a cilindri contrapposti, cioè boxer, raffreddato ad aria. La linea dovrà evolvere quella della capostipite, senza però stravolgerla. Ferry si occupa della progettazione tecnica, mentre l’onore e l’onere del design viene affidato a suo figlio Ferdinand Anton, soprannominato Butzi.

La fonte principale d’ispirazione per tracciare le linee della nuova vettura deriva da una delle ultime versioni della progenitrice, cioè la 356 Carrera Abarth disegnata da Franco Scaglione (nella foto qui sotto). Quindi i caratteristici fari inclinati ancora più sporgenti dal cofano e la coda che scende direttamente dal padiglione in una linea continua, come una berlina a due volumi. La necessità di preservare questo aspetto fece rinunciare all’idea dei quattro posti, ripiegando per una soluzione 2+2.

Il motore aveva dunque un frazionamento a sei cilindri e cubatura 2.0 litri, potenza 130 cavalli. Trasmissione ovviamente sulle ruote posteriori, cambio a 5 marce; sospensioni a quattro ruote indipendenti, quattro freni a disco. Pesava 1.080 Kg. Prestazioni: accelerazione 0-100 in 9,1 secondi e raggiungeva una velocità massima di 210 Km/h. Il nuovo modello venne presentato nel settembre 1963 al salone di Francoforte. Si chiamava Porsche 901, dal codice interno del progetto. La produzione venne avviata pochi mesi più tardi.

Dopo la costruzione di 82 esemplari ci fu la presentazione al salone di Parigi nell’ottobre 1964. Ma qui arrivò un intoppo commerciale, poiché la Peugeot protestò duramente, dato che aveva registrato in Francia tutti i nomi numerici a tre cifre con uno zero in mezzo. Tra la scelta di cambiare il nome del modello solo in un mercato o modificarlo dappertutto, la casa tedesca decise per la seconda soluzione: quindi la vettura assunse il nome definitivo di Porsche 911. Poiché l’alto prezzo scelto per il nuovo modello scatenò molte critiche da parte della clientela (23.900 marchi, settemila in più rispetto alla 356, una cifra pesante per l’epoca), la casa ridusse il prezzo a 22.400 marchi e e decise di aggiungere alla gamma una versione base meno accessoriata e col motore a 4 cilindri della 356; dal 1965 venne chiamata Porsche 912.

 

La Porsche 911 originale: Targa e Carrera (1964-1974)

Storia Porsche 911
Negli anni successivi arrivarono la 911 S, più potente con 160 cavalli, e la versione decappottabile: non cabrio ma Targa, dedicata alla prima vittoria di una Porsche nella Targa Florio, nel 1956 con la 550 Spyder pilotata da Umberto Maglioli. La Porsche 911 Targa aveva un tetto rigido asportabile. Soprattutto, era dotata di un roll bar fisso, una cosa rarissima per l’epoca; ciò offriva una valida protezione in caso di ribaltamento. Negli anni le versioni Targa diventarono un vero e proprio segno distintivo per le 911.

Le prime Porsche 911 avevano un comportamento stradale molto scorbutico: un marcato sottosterzo che costringeva a girare eccessivamente il volante (pessimo errore nell’uso stradale), quindi in uscita di curva la vettura tendeva a diventare sovrasterzante rischiando l’innesco di una sbandata molto difficile da controllare e molto probabile da subire, data la potenza ragguardevole e soprattutto la distribuzione delle masse fortemente sbilanciata al posteriore (motore a sbalzo). Quindi nel 1968 i progettisti intervennero aumentando il passo di 57 mm. Nelle evoluzioni successive la potenza e la cilindrata aumentarono costantemente.

La serie originale della 911 venne prodotta fino al 1974. Le diverse versioni sono contrassegnate da lettere che ne identificano la motorizzazione: 911 T, cioè Touring, modello base da 110 e poi 130 cavalli, oltre al cambio a 4 marce; 911 L, la versione “normale” un gradino sopra la T; 911 E, dal 1969 nuovo nome della L col passaggio al motore 2.2 da 140 a 165 cavalli. Nel 1971 arrivò il motore 2.4 e si arrivò alla 911 F. Nel 1972 uscì la Porsche 911 Carrera RS, motore da 2.7 litri e ben 210 cavalli; era soprannominata “Ducktail”, coda d’anatra, per l’enorme e inconfondibile alettone posteriore, il quale forniva un po’ di stabilità a velocità elevate.

Era una belva: pesava soli 980 Kg e segnava 5,8 secondi nello scatto 0-100, raggiungendo 240 Km/h di velocità massima. L’appellativo Carrera venne usato per la prima volta sulla 356 per celebrare la prima vittoria internazionale assoluta della casa, appunto la Carrera Panamericana, nel 1954 sulla 550 Spyder pilotata da Hans Herrmann. Nel 1974 si aggiunse la Porsche 911 Carrera RS 3.0, dotata di iniezione elettronica che le faceva raggiungere 230 cavalli; inoltre telaio e freni erano derivati direttamente dalle vetture da competizione. Peso 900 Kg.

 

Porsche 911 G. Porsche 911 Turbo 930, la prima sovralimentata (1974-1989)


Nel 1974 vennero modificati i paraurti per rispettare le nuove norme americane, sparirono i rostri. Il motore 2.7 venne esteso a tutta la gamma, così come l’iniezione elettronica. La Porsche 911 serie G di base aveva una potenza di 150 cavalli, mentre la corrispondente versione S arrivava a 175. Affiancata dalle versioni Targa e Carrera, nel 1978 al 1983 la gamma coupé venne sostituita dalla Porsche 911 SC, cioè Super Carrera. Motore 3.0 da 180 a 204 cavalli. Nel 1984 si tornò alle due versioni 911 e 911 Carrera. Nel 1982 uscì la prima Porsche 911 Cabriolet, decappottabile classica con tetto ripiegabile in tela e senza montante posteriore. La serie G arrivò fino al 1989. I diversi anni-modello furono accompagnati da lettere differenti, H-I-J-K. Ma la generazione rimase sempre identificata con la G.

Il 1974 vide anche l’introduzione per la prima volta della Porsche 911 Turbo, derivata dalla Carrera RSR Turbo da corsa che quell’anno arrivò seconda alla 24 ore di Le Mans. Nel Nordamerica questa vettura venne commercializzata col nome di Porsche 930. Parafanghi allargati per ospitare ruote più grandi, alettone enorme (soprannominato variamente come “coda di balena” o “vassoio da tè”), motore 3.0 sovralimentato da turbocompressore singolo della KKK, 260 cavalli; nell’evoluzione del 1978 arrivò un 3.3 da ben 300 cavalli.

La Porsche 911 Turbo era devastante. Venne prodotta esclusivamente per poter omologare il modello da competizione. Ma se per la stagione 1974 bastava semplicemente omologarla per uso stradale, la FIA cambiò le regole per le stagioni successive: occorreva produrne almeno 400 esemplari per poter partecipare ai gruppi 4 e 5. Questo non era minimamente un problema: i ricchi appassionati la spazzarono via dai concessionari in un attimo. Ma si ritrovarono in mano una vera e propria auto da corsa, concepita per essere domata da piloti professionisti.

Passo corto, peso sbilanciato sul posteriore, potenza elevata e ora anche consistente turbo-lag: una belva feroce che pochi avevano la capacità di controllare. Da qui il nomignolo malizioso di “widowmaker“, “fabbrica di vedove”. Tuttavia, qualsiasi auto mal guidata si rivela pericolosa; non necessariamente un portafoglio ben imbottito implica anche il possesso di adeguate capacità di pilotaggio. Non è un problema della 911, né di altre marche; il vero pericolo è andare forte senza avere la coscienza dei propri limiti. Le vedove vengono fabbricate anche oggi su auto piene zeppe di sistemi di sicurezza, prodotte da chiunque e in ogni fascia di prezzo o potenza.

Negli anni successivi nuove norme sulle emissioni negli USA e in Giappone comportarono il ritiro della 911 Turbo da quei mercati, per poi tornarvi nel 1985 con una versione adeguata a quei livelli legislativi, potenza 282 cavalli. La 930 restò in vendita in Europa, arrivando nel 1983 a 335 cavalli; prestazioni: 0-100 in 4,8 secondi, 278 Km/h di velocità massima.

 

Porsche 911 964. Carrera 4 e cambio automatico (1989-1994)


Nel 1987 e 1988 la Porsche produsse la rarissima supercar Porsche 959 (sviluppata per le competizioni delle mostruose Gruppo B), l’auto più veloce del mondo nel momento in cui uscì. E anche la vettura più tecnologica. La Porsche 911 serie 964, uscita nel 1989, ne ereditò alcune delle soluzioni. Ad esempio la trazione integrale, adottata per la prima Porsche 911 Carrera 4. Una sofisticata gestione elettronica, già allora, ripartiva automaticamente la coppia motrice con un limite del 31% all’asse anteriore.

Il design si mantenne strettamente simile alla linea classica; tuttavia l’aerodinamica migliorò sensibilmente grazie a poco visibili ma molto efficaci arrotondamenti nella sezione frontale; spiccava invece lo spoiler posteriore mobile, il quale usciva automaticamente alle alte velocità per aumentare carico verticale e quindi stabilità; a velocità più basse non ostacolava l’efficienza aerodinamica (riducendo i consumi).

Il motore della 911 964 aspirata era un 3.6 da 250 cavalli e 310 Nm a 6.100 giri (limitatore a 6.700). Velocità massima 261 Km/h. Grandi novità anche per le sospensioni, infatti vennero introdotte le molle al posto delle barre di torsione. L’ultima importante novità tecnica fu l’arrivo del cambio automatico Tiptronic; la 911 era dotata anche di servosterzo e freni con ABS. La gamma era come sempre completata dalle versioni Carrera, Targa e Cabriolet. Nel 1992, solo per l’Europa, venne prodotta la 911 Carrera RS 964 a trazione posteriore, molto alleggerita e con assetto quasi da pista, per puristi.  Potenza 264 cavalli e differenziale a slittamento limitato. La serie 964 andò avanti fino al 1994.

Naturalmente c’era anche una Porsche 911 Turbo 964, uscita nel 1990. Il motore era sempre il 3.3 della serie 930 ma rivisto per un’erogazione più dolce e un turbo-lag minore, potenza 320 cavalli. Nel 1992 arrivò la Turbo S con 391 cavalli. Nel 1993 uscì la Turbo col motore 3.6. Potenza di 360 cavalli e 520 Nm di coppia; la versione S arrivava a 385 cavalli e sempre 520 Nm. Prodotta in meno di 1.500 esemplari, la Turbo serie 964 è una delle più rare e desiderate Porsche di sempre.

 

Porsche 911 993. L’ultima della specie (1994-1998)


La Porsche 911 serie 993, uscita nel 1994, presentò importanti modifiche al design e notevoli progressi tecnici. Lo stile a cura di Tony Halter per la prima volta incassava i fari nel resto della carrozzeria. Nella versione Targa per la il tetto non era più estraibile ma ad azionamento elettrico e fabbricato in vetro multistrato oscurato. Veniva così eliminato il roll-bar. Questa volta vennero prodotte prima le versioni a trazione posteriore e poi le integrali Carrera 4 e 4S. Il motore di base era sempre il 3.6, potenze da 272 a 285 cavalli. Nuova la trasmissione con cambio manuale a 6 marce, mentre il Tiptronic guadagnò una gestione elettronica più sofisticata. La serie 993 viene ricordata dai fan soprattutto per essere stata l’ultima 911 con motore raffreddato ad aria. Venne prodotta fino al 1998.

La Porsche 911 Turbo 993, uscita nel 1995, era una biturbo. Il 3.6 ora arrivava alla bellezza di 408 cavalli, addirittura 450 sulla Turbo S del 1997; due catalizzatori la mettevano in regola con le nuove norme europee. Per la prima volta la sovralimentata disponeva della trazione integrale, derivata strettamente dalla 959. Della Turbo 993 dobbiamo inoltre citare la variante Porsche 911 GT, costruita solo per l’omologazione nelle corse della classe GT2. Potenza 450 cavalli. Vistoso l’enorme alettone fisso. Trazione posteriore.

 

Porsche 911 996 raffreddata ad acqua. La rivoluzione (1998-2005)


Cambia il secolo, cambia il mondo. La Porsche 911 serie 996, introdotta nel 1998, incise su particolari talmente importanti da rappresentare il DNA stesso della vettura. Fu un vero e proprio punto di svolta. Dal punto di vista del design, firmato da Pinky Lai sotto la direzione di Harm Lagaay, sparivano i caratteristici fari ovali, sostituiti da proiettori a due elementi, come se fossero due stelle in coalescenza (alcuni usarono l’espressione (“uova fritte”). Nella vista laterale l’inclinazione dello spiovente aveva un’angolazione molto diversa; anche la coda era solo un vago ricordo di quella classica. La carrozzeria era più lunga, ora 4.435 mm, circa 200 in più; era anche leggermente più larga, 1.765 mm contro 1.735.

Ancora più nette le differenze tecniche. Piattaforma totalmente nuova, così come la sospensione anteriore. Il motore a 4 valvole per cilindro era più potente e teneva conto delle norme sulle emissioni che andavano irrigidendosi. Ma soprattutto, ora era raffreddato ad acqua e non più ad aria. Una soluzione convenzionale e logica, dato l’incremento delle prestazioni; ma che fece storcere il naso a molti appassionati, parecchi dei quali gridarono allo scandalo. Il motore della versione aspirata salì ad una cilindrata 3.4 e 300 cavalli per la coupé e cabriolet base. Sulla Porsche 911 996 Carrera la potenza saliva a 305 cavalli. La serie 996 venne prodotta fino al 2005.

Nel 2000 arrivò la Porsche 911 996 Turbo. Due turbocompressori con intercooler, 3.6 litri, 426 cavalli, trazione integrale. Nel 2005 la Turbo S montò di serie i freni carboceramici prima optional; potenza 457 cavalli. Le varianti corsaiole erano la Porsche 911 996 GT2 e GT3. La GT3 era essenzialmente una Carrera in cui era stato tolto tutto l’eliminabile: motore aspirato 3.6 da 364 e poi 385 cavalli, trazione posteriore, velocità massima 310 Km/h. La GT2 invece era turbocompressa, potenza 483 cavalli. Vistosa ala fissa, due posti secchi e gabbia di protezione di serie. Velocità massima 335 Km/h. Trasmissione manuale a 6 marce per entrambe le GT.

 

Porsche 911 997. Arriva il cambio PDK (2005-2012)


Siamo al presente. La Porsche 911 serie 997 torna ai fari classici (design firmato da Grant Larson). Ma ovviamente non si torna indietro sul raffreddamento ad acqua. Nuova piattaforma, tanto alluminio per risparmiare peso e ottenere maggiore rigidità generale. La cabriolet (da cui si era partiti per il progetto, invece che dalla coupé come di consuetudine) offre un opzionale tetto rigido. La Targa prosegue invece col tetto in cristallo come le due generazioni precedenti. Il motore di base per le 997 aspirate è un 3.6 da 325 cavalli, mentre le versioni S hanno un 3.8 da 360 o 381 cavalli. La Porsche 911 997 Turbo, sempre cilindrata 3.6 e due turbocompressori con turbine a geometria variabile, ha 480 cavalli. La GT3 aspirata ha 415 cavalli, la GT2 turbo arriva a 530 cavalli.

Nel 2009 il restyling introduce altre novità tecniche importanti. Infatti il motore dispone per la prima volta dell’iniezione diretta. Inoltre il cambio automatico Tiptronic viene sostituito dal PDK (optional), acronimo di Porsche Doppelkupplung, cioè doppia frizione. Le marce sono 7. Abbinata al pacchetto opzionale Sport Chrono dispone anche del “Launch Control”, per partenze da Formula 1. Le potenze salgono su tutte le versioni. La Turbo sfonda la barriera dei 310 Km/h arrivando a 312 e, per la S, 315 Km/h di velocità massima. La serie 997 viene prodotta fino al 2012.

 

Porsche 911 991. Oggi (2012-2018)


Eccoci arrivati al termine di questa cronologia con la generazione attualmente in produzione. Presentata a Francoforte nel 2011, la Porsche 911 serie 991 torna alla coda con fanali separati, più vicina all’originale delle due serie precedenti. Tecnicamente cambia ancora la piattaforma, la terza in tutta la sua storia. Acciaio ad alta resistenza e tanto alluminio consentono minor peso e maggiore rigidità: la massa della Carrera a cambio manuale si attesta su 1.380 Kg, mentre la Turbo a trazione integrale e cambio PDK arriva a 1.605 Kg. Il motore base è il 3.4 aspirato ad iniezione diretta, potenza da 350 a 400 cavalli. Invece il 3.8 sovralimentato della Porsche 911 Turbo 991 sale a 520 cavalli, 560 per la S. La versione Turbo S è accreditata di un’accelerazione 0-100 in 3,1 secondi ufficiali. Tra la Carrera S e la GT3 viene collocato un modello intermedio, la 911 GTS da 430 cavalli.

La Porsche 911 GT3 991 invece introduce la novità dell’asse posteriore sterzante; è anche la prima GT3 disponibile con la sola trasmissione automatica. Per quanto riguarda invece la GT3 RS, essa riceve un motore 4.0 da 500 cavalli. Importante ricordare che nel restyling del 2016 tutte le versioni della 911, escluse le GT3, abbandonano il motore aspirato, a causa delle normative sulle emissioni sempre più soffocanti. Quindi arriva per tutte le 911 non GT un propulsore 3.0 biturbo. Il sostanziale aumento in potenza e prestazioni compensa la perdita del caratteristico suono dell’aspirato. Si va da 370 a 420 cavalli. Siamo arrivati ad oggi, anzi domani. Il 27 novembre 2018 al salone di Los Angeles è stata presentata la generazione della Porsche 911 serie 992. Il mito si rinnova e guarda al futuro.

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