Un abbonamento per aumentare la potenza: il modello Netflix arriva sulle auto elettriche
Volkswagen introduce nel Regno Unito un abbonamento mensile per sbloccare più potenza sulle auto elettriche ID.3.
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Nel mondo dell’automotive sta prendendo piede una nuova frontiera, capace di rivoluzionare il modo in cui intendiamo la proprietà e l’utilizzo delle vetture: la potenza “a pagamento”. L’ultima novità arriva da Volkswagen, che nel Regno Unito ha introdotto un servizio innovativo per le sue auto elettriche, destinato a far discutere e, probabilmente, a cambiare le regole del gioco anche per altri costruttori. Il concetto è semplice ma dirompente: per circa 19 euro al mese, oppure con un pagamento una tantum di 780 euro, i proprietari della compatta ID3 possono accedere a 27 cavalli in più, già presenti fisicamente nel veicolo ma “nascosti” dietro una barriera digitale.
Questa formula, che richiama in modo esplicito il modello Netflix per la fruizione di contenuti digitali, apre le porte a una nuova era fatta di abbonamento auto elettriche e servizi on demand. Le auto escono dalla fabbrica con tutta la loro potenza già installata, ma solo chi decide di pagare può realmente sfruttarla. L’aggiornamento avviene via software, senza necessità di modifiche fisiche né impatti sull’autonomia della batteria. Un cambiamento epocale rispetto al passato, in cui le diverse versioni di uno stesso modello venivano commercializzate già differenziate per prestazioni, e che oggi diventa gestibile con un semplice click.
L’introduzione di questa strategia, tuttavia, ha scatenato un acceso dibattito tra appassionati, esperti e consumatori. Da un lato, il sistema permette una personalizzazione dinamica dell’esperienza di guida: si può scegliere quando e quanto “potenziare” la propria auto, adattandola alle esigenze del momento. Dall’altro, molti vedono in questa scelta una chiara mossa per generare ricavi ricorrenti in un settore sempre più digitalizzato e competitivo. L’idea di dover pagare un extra per sbloccare una potenza aggiuntiva già presente, e di fatto “limitata” artificialmente, non piace a tutti e solleva interrogativi etici e commerciali.
Non è un caso che questa innovazione arrivi in un periodo particolarmente delicato per il gruppo tedesco. Nonostante nel 2024 Volkswagen abbia registrato un lieve aumento dei ricavi, raggiungendo i 324,7 miliardi di euro, l’utile netto è calato del 30%, fermandosi a 12,39 miliardi. Le cause sono molteplici: dai costi di ristrutturazione alle tariffe protezionistiche imposte negli Stati Uniti, fino a un utile operativo sceso del 33% nella prima metà del 2025. Per reagire a queste difficoltà, il colosso di Wolfsburg ha avviato importanti programmi di ristrutturazione, puntando su una gestione più efficiente e su tagli al personale.
Proprio il settore BEV (Battery Electric Vehicle) rappresenta una delle aree chiave della strategia di rilancio. Nei primi sei mesi del 2025, le consegne di auto elettriche Volkswagen in Europa sono cresciute dell’89%, toccando quota 347.900 unità. Il gruppo detiene attualmente il 28% del mercato auto elettriche europeo, una posizione di leadership che intende rafforzare anche attraverso modelli di business innovativi come quello degli abbonamenti alle prestazioni.
Tuttavia, la scelta di puntare su un sistema di abbonamento per le prestazioni non è priva di rischi. Se da una parte può garantire nuove fonti di guadagno e una maggiore flessibilità per il cliente, dall’altra espone i costruttori al rischio di alienare una parte della clientela più tradizionalista. Il timore, condiviso da molti osservatori, è che si arrivi a un futuro in cui i proprietari di auto saranno sempre più simili ad “abbonati” piuttosto che veri possessori del veicolo, con i costruttori in grado di mantenere un controllo costante e diretto sulle funzionalità delle vetture anche dopo la vendita.
In Italia, per ora, il sistema di abbonamento alle prestazioni non è ancora stato introdotto, ma l’eventualità di vedere presto anche sulle nostre strade questa sorta di modello Netflix della potenza viene seguita con grande attenzione sia dagli operatori del settore sia dai consumatori. I vantaggi in termini di personalizzazione e aggiornabilità sono evidenti, ma non mancano le perplessità su costi, trasparenza e reale valore aggiunto per l’utente finale.
La mossa di Volkswagen segna un passaggio cruciale nell’evoluzione del mercato automotive: le auto elettriche diventano sempre più dei “device su ruote”, in cui software e servizi digitali giocano un ruolo centrale. Resta da vedere se il pubblico premierà questa visione, o se la nostalgia per un’auto di proprietà “totale” avrà ancora la meglio. Quel che è certo è che la partita per il futuro della mobilità è appena iniziata, e la posta in gioco è altissima.
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