Schilometrava le auto usate, rivenditore nei guai: maxi sequestro

Scoperta a Bergamo una rete di truffe sulle auto usate: chilometri scalati, minacce agli acquirenti e sequestro di beni di lusso. Ecco i dettagli

Di Renato Terlisi
Pubblicato il 14 ago 2025
Schilometrava le auto usate, rivenditore nei guai: maxi sequestro

Il mercato delle auto usate continua a essere terreno fertile per inganni e raggiri ai danni dei consumatori, come dimostra l’ultima operazione condotta dalla Polizia Stradale Bergamo. Un caso emblematico di truffa auto usate ha portato alla luce un sistema sofisticato e ben organizzato, in grado di minare la fiducia degli acquirenti e generare profitti illeciti sfruttando le falle nei controlli e nelle normative di settore.

Tutto ha avuto origine da un’indagine partita dopo una serie di segnalazioni da parte di cittadini bergamaschi, i quali avevano riscontrato anomalie nelle vetture acquistate. Le denunce hanno messo in moto una macchina investigativa che ha permesso di smascherare un trentenne straniero, già noto alle forze dell’ordine, il quale aveva costruito un vero e proprio business basato sulla manomissione contachilometri e sulla vendita di auto apparentemente in condizioni impeccabili.

Un modo operativo ben consolidato

Il modus operandi dell’indagato era tanto semplice quanto efficace. Attraverso l’acquisto di veicoli provenienti dal noleggio lungo termine, spesso caratterizzati da un elevato chilometraggio, l’uomo riusciva a ottenere auto di prestigio a prezzi decisamente inferiori rispetto al mercato. A questo punto, entrava in gioco la parte più delicata della truffa: la chilometri scalati. I contachilometri venivano manipolati per ridurre drasticamente il numero di chilometri effettivamente percorsi, facendo apparire i veicoli come quasi nuovi agli occhi di ignari acquirenti.

Per rendere l’inganno ancora più credibile, l’indagato si occupava personalmente della produzione di falsa documentazione relativa a tagliandi e interventi di manutenzione mai realmente effettuati. In alcuni casi, i veicoli venivano sottoposti a revisione anticipata dopo la manipolazione dei dati, in modo da inserire nei database ufficiali informazioni apparentemente legittime ma in realtà completamente artefatte. Questa strategia consentiva di superare i controlli più superficiali e di presentare le auto come sicure e affidabili.

Modalità di vendita aggirante

Un altro aspetto rilevante riguarda la modalità di vendita. Pur operando formalmente con partita IVA, il truffatore concludeva le transazioni come privato, riuscendo così ad aggirare molte delle tutele previste dal codice del consumo. Questo escamotage rendeva più difficile per gli acquirenti ottenere risarcimenti o far valere i propri diritti in caso di scoperta della truffa.

La situazione si aggravava ulteriormente quando le vittime, accortesi del raggiro, tentavano di ottenere spiegazioni o un rimborso. In questi casi, il venditore non esitava a ricorrere a minacce verbali, cercando di intimorire gli acquirenti e scoraggiarli dal procedere con eventuali azioni legali. Un comportamento che aggiungeva un ulteriore livello di gravità a una vicenda già di per sé inquietante.

Sequestrati beni per 100.000 euro

L’operazione della Polizia Stradale Bergamo si è conclusa con l’emissione di una misura cautelare nei confronti dell’indagato, obbligato ora a presentarsi quotidianamente presso la polizia giudiziaria. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati beni per oltre 100.000 euro, tra cui orologi di lusso, auto sportive e gioielli in oro, tutti riconducibili ai proventi dell’attività illecita.

Tra i reati contestati figurano la truffa, le minacce e l’autoriciclaggio. Quest’ultimo è particolarmente significativo, poiché i guadagni ottenuti venivano sistematicamente reinvestiti nell’acquisto di nuovi veicoli da manipolare, alimentando così un circolo vizioso difficile da spezzare. Le indagini, tuttavia, sono ancora in corso e mirano a verificare il coinvolgimento di eventuali complici o reti di supporto.

Questo episodio mette in luce la necessità di rafforzare i controlli nel mercato dell’usato e di sensibilizzare i consumatori sull’importanza di rivolgersi esclusivamente a rivenditori certificati e affidabili. La truffa auto usate non è un fenomeno isolato, ma rappresenta una minaccia concreta per chiunque decida di acquistare un’auto di seconda mano senza adottare le dovute precauzioni. Solo attraverso una maggiore attenzione e una costante vigilanza sarà possibile tutelare davvero i diritti degli acquirenti e ristabilire la fiducia in un settore che, troppo spesso, finisce nelle mani di truffatori senza scrupoli.

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