Termini Imerese, l'ex fabbrica Fiat pronta a un piano di rilancio
Lo stabilimento di Termini Imerese cambia proprietà. Nuovi soci, fondi pubblici e piani industriali ancora incerti segnano il rilancio
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L’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, un tempo simbolo del fervore industriale del Sud Italia, affronta oggi una fase complessa e carica di aspettative. Dopo la chiusura avvenuta nel 2011, che ha portato alla perdita di 3.200 posti di lavoro, il sito è stato recentemente al centro di una serie di eventi che hanno suscitato dibattiti e dubbi. La sua acquisizione da parte di Pelligra Italia Holding, per un valore di 8,5 milioni di euro, ha segnato un nuovo capitolo, ma il successivo passaggio di controllo a nuovi soci ha generato incertezze sul futuro del progetto di rilancio industriale.
Nuovi azionisti
La vendita delle quote societarie ha visto l’ingresso di Nicolosi Trasporti, che ora detiene il 70,22% delle azioni, e del consorzio CAEC, con una partecipazione del 19,78%. Pelligra Italia Holding, invece, è rimasta socio di minoranza con una quota del 10%. Questo cambiamento ha destato perplessità, poiché il bando di gara prevedeva il mantenimento dell’assetto societario per almeno due anni dall’aggiudicazione. Tuttavia, il Ministero delle Imprese ha chiarito che tale vincolo non sarebbe applicabile in quanto la società acquirente non era di nuova costituzione. Nonostante ciò, sono state avviate verifiche per accertare la regolarità dell’operazione.
Il piano di rilancio, che beneficia di 105 milioni di euro di fondi pubblici, si pone l’obiettivo di trasformare il sito in un polo di innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. Tuttavia, i dettagli del progetto rimangono riservati, alimentando il clima di scetticismo tra i lavoratori, le forze politiche e i concorrenti. L’area industriale, infatti, porta il peso di fallimenti passati, come quello della Blutec nel 2015, che aveva rilevato lo stabilimento ma si era trovata coinvolta in accuse di appropriazione indebita di finanziamenti pubblici.
Assunzione di nuovi lavoratori
Un segnale positivo è arrivato con l’assunzione di 350 lavoratori da parte della nuova proprietà e con il sostegno della Regione Sicilia, che ha stanziato 15 milioni di euro per la pensione anticipata di 183 ex dipendenti. Tuttavia, il percorso verso una ripresa concreta è ancora lungo e complesso. Tra le ipotesi per il futuro, emerge la creazione di un polo logistico, un progetto che potrebbe entrare in conflitto con l’interporto pubblico pianificato da decenni ma mai realizzato, nonostante i 30 milioni di euro già stanziati attraverso fondi europei.
Il Ministero delle Imprese ha assicurato che la nuova compagine societaria intende rispettare il piano industriale originario. Tuttavia, la mancanza di trasparenza nei dettagli del progetto continua a generare incertezze. Per molti, il destino di Termini Imerese rappresenta una sfida emblematica per l’intero Mezzogiorno: trasformare un’area simbolo della deindustrializzazione in un’opportunità di sviluppo concreto e sostenibile.