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Roma: Stop alle auto più inquinanti nella “fascia verde”

Anche Roma si prepara a “proteggersi” dalle auto più inquinanti grazie alla fascia verde controllata da telecamere.

In mancanza di una normativa nazionale, le autorità locali continuano la loro battaglia contro la circolazione delle auto più vecchie ed inquinanti, specie nei centri città ad alta intensità di traffico e abitanti. Dopo la scelta di Milano che da ottobre ha deciso di vietare la circolazione delle auto diesel Euro 5, anche Roma si prepara a “proteggersi” dalle auto più obsolete.

Roma: il nuovo piano contro le auto inquinanti

Eugenio Patanè, assessore alla Mobilità della Capitale, ha annunciato un piano per la “disincentivazione del trasporto privato”. Questa decisione è arrivata dopo la presa di coscienza che i provvedimenti attuali – come la Ztl e il pagamento della sosta – sono risultati insufficienti a contenere l’inquinamento nella città Eterna.

Roma: tutti i blocchi

I nuovi provvedimenti prevedono a partire da novembre l’operatività della “fascia verde”, grazie all’uso di segnaletica e telecamere che permetteranno di rispettare i divieti. Questi ultimi prevedono che le auto a benzina omologate Euro 0, 1 e 2 e quelle diesel Euro 1, 2 e 3 non potranno più circolare e ne essere parcheggiate nella fascia verde. Il prossimo anno invece, esattamente da novembre 2023, il divieto di circolazione “fascia verde” verrà allargato anche alle auto diesel Euro 4, mentre l’anno dopo verranno escluse anche i veicoli Euro 3 alimentati a benzina. 

Nel dicembre 2024 verrà invece introdotta una nuova fascia, posizionata tra quella verde che copre il 16% del territorio di Roma e la Ztl dedicata al Centro Storico. In questa fascia verrà introdotta una congestion charge: parliamo di un pedaggio, i cui introiti saranno utilizzati “per rendere il meno costoso possibile il trasporto pubblico nelle periferie”.

Aumenti per le strisce blu

Tra le novità troviamo anche le tariffe sosta dei parcheggi rimodulati: non è ancora stato precisato a quanto ammonterà l’aumento del costo, ma secondo l’assessore, il prezzo di 1,5 euro l’ora è insufficiente perché “non protegge nulla”.

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