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Renault: confermata la futura R4, sarà a zero emissioni

A Boulogne-Billancourt si vive una fase di autentico “boost”: la transizione verso una nuova era 100% elettrica ha un nome: EWays, e procede con la messa in atto di un ampio progetto di riposizionamento strategico per l’intero Gruppo.

Il maxi programma di evoluzione strategica in chiave “zero emission” – per produzione e futura gamma – annunciato dai vertici Renault a metà gennaio 2021 attraverso la presentazione del piano “Renaulution” si arricchisce di un ulteriore tassello, a sua volta pienamente in linea con l’esposizione delle linee-guida di ElectriCity e con il recentissimo annuncio dei due accordi di programma, con Envision AESC e con la start-up transalpina Verkor, da concretizzarsi nelle attività di sviluppo, progettazione e produzione di una prossima generazione di batterie per veicoli elettrici.

Si tratta di Renault eWays ElectroPop, è stato illustrato mercoledì 30 giugno alla presenza dell’amministratore delegato di Renault Groupe Luca de Meo e dei responsabili delle Divisioni tecniche della “Marque à Losanges” e si prefigge una “Storica accelerazione” per la strategia elettrica del colosso di Boulogne-Billancourt.

Nuova R4: ecco la conferma

Nello specifico, con l’annuncio del nuovo capitolo di sviluppo del Gruppo verso la e-mobility, Renault comunica una ghiotta novità, che fornisce una prima conferma a recenti “voci di corridoio” in merito alla possibile rinascita di uno dei modelli-simbolo per la “Marque”: Renault R4, che dopo la annunciata R5 tornerà in produzione.

Analogamente a quest’ultima, la “erede” della mai dimenticata utilitaria che debuttò nel 1961, rimase in produzione fino al 1992 e portò per prima la soluzione “tuttoavanti” nella gamma Renault sarà ad alimentazione elettrica. Il nome “R4” costituisce una naturale supposizione rispetto alla sigla-codice “4ever”, ed in relazione a quanto indicato da Renault, che attraverso la futura “baby-elettrica” si prefigge “L’ambizioso obiettivo di creare un intramontabile classico”.

Solide basi per la nuova lineup elettrica

Caratteristiche, forme, alimentazione e tecnologie di bordo della futura Renault R4 elettrica si conosceranno più avanti. È in ogni caso chiaro che tanto R5 (che vedremo nel 2024) quanto R4 costituiranno altrettante solide basi per il “boost” in materia di programmi di elettrificazione finalizzati al 2030. Entro quella data, la lineup di modelli a batteria dovrà arrivare ad incidere per il 90% della gamma Renault. E questo costituisce una interessante evoluzione anche rispetto a pur recente “Renaulution” che indicava sì un 90% di proposte “green” nel 2030, tuttavia si riferiva ai modelli elettrici ed ibridi. Invariato, invece, l’obiettivo del 65% nelle vendite di auto elettriche e ibride per il 2025.

Anche Alpine al centro dell’evoluzione zero emission

Il raggiungimento di questi due traguardi conterà, indica Renault, sul debutto di dieci nuovi modelli elettrici per l’intero Gruppo (sette saranno a marchio Renault): fra questi, l’attesa coppia “neo-rétro” R4 ed R5 e, più vicina nel tempo, Renault MéganE che vedremo nel 2022. A questo proposito, ci sono novità – o meglio: conferme – anche per Alpine. L’”Usine” di Dieppe, che con l’arrivo di Luca de Meo al timone del Gruppo sta conoscendo una nuova gioventù che onora un passato fra i più gloriosi nell’intera storia dell’automobile, darà vita ad un “Dream Garage” in sintonia con quanto anticipato, a gennaio, in occasione di “Renaulution”.

Vale a dire, prima di tutto, un modello di intonazione spiccatamente sportiva, che raccoglierà il testimone di A110 e sarà sviluppato in collaborazione con Lotus (“corsi e ricorsi della storia”: già nella seconda metà degli anni 60, all’epoca di Lotus Europa, c’era stata una partnership tecnica fra Hethel e Parigi, in quel caso dovuto all’adozione del motore di Renault R16, che equipaggiava anche la storica “Berlinette”, dietro l’abitacolo della due posti a motore centrale progettata da Colin Chapman), oltre ad una inedita GT e ad una compatta a cinque porte che sarà basata sulla prossima Renault R5. Tutti e tre i futuri modelli Alpine saranno anch’essi ad alimentazione elettrica.

De Meo: “Il momento è storico”

Il numero uno di Renault Groupe ha dichiarato:

Quella che annunciamo oggi è una storica accelerazione della strategia elettrica del Gruppo Renault e del ‘made in Europe’. Realizzando con Renault ElectriCity un ecosistema elettrico compatto, in grado di offrire efficienza ed alta tecnologia nel nord della Francia, ma anche una MegaFactory dedicata ai motori elettrici in Normandia, creiamo le condizioni della competitività direttamente a casa nostra.

Formeremo, investiremo e stringeremo partnership con attori rinomati, ma anche emergenti, ognuno all’avanguardia nel suo settore di competenza: ST Micro-electronics, Whylot, LG Chem, Envision AESC e Verkor. Saranno lanciati dieci nuovi modelli elettrici e saranno prodotti fino a un milione di veicoli elettrici entro il 2030, dalle auto urbane a prezzi competitivi fino ai modelli sportivi alto di gamma. Puntiamo su design iconici come la famosa R5: vogliamo rendere i veicoli elettrici popolari.

Nuove tecnologie per le batterie

In relazione alle tecnologie di accumulo, indicano i dirigenti tecnici Renault, lo sviluppo seguirà di pari passo quanto da tempo adottato in materia di pianali: si punta, cioè, sulla modularità e su componenti standard (in ordine all’ottimizzazione dei costi e ad una maggiore semplicità di realizzazione) e su inedite soluzioni di elementi chimici, ovvero batterie al litio-Nmc (Nickel, manganese e cobalto), che in termini percentuali si tradurranno – secondo le previsioni – in un risparmio del 30% nei costi, in una sostanziale riduzione (fino al 45%) degli sprechi industriali, e per i clienti finali in un 20% in più di autonomia.

Le nuove tecnologie di batteria, tutte progettate “in casa” e attraverso la partnership strategica con alcuni big player di settore, verranno adottate dall’intera futura produzione elettrica (vale a dire a copertura di tutte le fasce di mercato). Il traguardo, in tal senso, stima che entro il 2030 ne venga provvisto fino ad un milione di nuovi veicoli elettrici prodotti in Europa.

Verso la Gigafactory

Di questo programma fanno in effetti parte i recenti accordi di programma annunciati da Renault per la realizzazione di una gigafactory a Douai (uno dei tre “hub”, insieme a Maubeuge e Ruitz, che costituiscono il polo “ElectriCity”) insieme ad Envision AESC, e per lo sviluppo – in partnership con la start-up francese Verkor – di nuove batterie high performance che equipaggeranno veicoli di segmento medio-alto e la lineup Alpine, il via ad un progetto-pilota di produzione batterie “new gen” dal 2021 e, successivamente, la creazione di un nuovo impianto produttivo la cui capacità – 10 GWh in un primo step – arriverà a 20 GWh entro il 2030.

In questi nove anni (2021-2030), osservano i dirigenti tecnici Renault, il Gruppo sarà in grado di ridurre man mano i costi delle batterie fino al 60%: il traguardo è di scendere al di sotto di 100 dollari per kWh nel 2025, e poi di limare ulteriormente il costo fino a meno di 80 dollari per kWh nel 2030. Nello stesso tempo, resterà sui taccuini delle priorità la finalizzazione dell’accordo con ACC (joint venture creata fra Stellantis e Total) per lo sviluppo delle batterie solid state in previsione di un loro debutto entro la fine del decennio nel novero della “Alliance” con Nissan e Mitsubishi.

Le piattaforme

Tecnicamente, i pianali che faranno da “base di partenza” per la nuova generazione di veicoli elettrici da parte di Renault Groupe sono principalmente due:

  • Cmf-EV, rivolta soprattutto ai veicoli di fascia medio-superiore (segmento C e segmento D), che entro il2025 equipaggerà non meno di 700.000 nuove unità prodotte dalla “big Alliance” Renault-Nissan-Mitsubishi e consentirà fino a 580 km di autonomia massima WLTP: fra le vetture che ne saranno provviste, ci sarà Renault Mégane E-Tech Electric (la cui produzionme avverrà a Douai);
  • Cmf-BEV, destinata alle vetture di fascia “compact” (segmento B), che permetterà di ottenere fino a 400 km di autonomia WLTP e diminuire fino al 33% (in rapporto all’attuale serie di Renault Zoe) i costi della gamma elettrica, proprio in virtù della modularità delle batterie, ad un gruppo propulsore da 100 kW più economico ed al ricorso a tutte le parti del pianale Cmf-B che non fanno parte dei componenti elettrici.

Sistemi di propulsione

Negli ultimi dieci anni, osservano i vertici Renault, il Gruppo ha pressoché dimezzato i costi delle batterie, e per il prossimo decennio si prevede un ulteriore taglio della metà. Oltre a ciò, la “Marque à Losange” possiede un solidissimo bagaglio di esperienza nello sviluppo delle tecnologie di propulsione per veicoli elettrici, che deriva dal fatto di essere stato il primo Costruttore ad avere messo a punto, in autonomia, un riduttore ed un motore elettrico che non impiega terre rare (ovvero senza magneti permanenti) e che si basa sulla tecnologia EESMElectrically Excited Synchronous Motor di motori sincroni a rotore avvolto. Dal 2024, verranno adottati ulteriori affinamenti su questa tecnologia di propulsione:

  • Statore a forcella;
  • Stack motore incollato;
  • Albero cavo;
  • Rotore senza spazzole.

Tutti upgrade che contribuiranno alla riduzione dei costi ed al miglioramento dell’efficienza dei motori stessi.

Da segnalare, inoltre, la firma di una collaborazione con la start-up francese Whylot per un e-motor per auto innovativo a flusso assiale. Questa tecnologia sarà inizialmente applicata ai gruppi motopropulsori ibridi per i veicoli di segmento B e C, con l’obiettivo di abbassare del 5% i costi, riducendo, al tempo stesso, fino a 2,5 g/km le emissioni di CO2 WLTP. Dal 2025, Renault Groupe produrrà per primo un motore elettrico a flusso assiale su vasta scala.

Relativamente all’elettronica di potenza, Renault Groupe intende incrementare il controllo della propria catena di valore attraverso un’integrazione dell’inverter, del convertitore DC-DC e del caricabatterie di bordo in un unico alloggiamento sviluppato “in-house”. Si tratta, anticipano i tecnici della “Marque”, di un modulo compatto, provvisto di meno componenti per ridurre i costi, compatibile con sistemi di tensione fino a 800V e da utilizzare su tutte le piattaforme e tutti i gruppi motopropulsori (100% elettrico, full hybrid, ibrido plug-in) per incrementare l’economia di scala. I moduli di potenza per l’inverter, il convertitore DC-DC e l’OBC si avvarranno rispettivamente del carburo di silicio (SiC) e del nitruro di gallio (GaN), grazie alla partnership strategica stretta con ST Microelectronics.

Stabilimenti: veicoli elettrici made in France a prezzi competitivi

Con l’annuncio di Renault Electricity, avvenuto nella prima settimana di giugno 2021, il Gruppo ha posato la prima pietra di un programma che intende mettere sul mercato una lineup di veicoli elettrici “made in France”. Di ElectriCity fanno parte i tre stabilimenti Renault di Douai, Maubeuge e Ruitz, nonché un vasto scenario di aziende di fornitura. Dal 2024, Renault ElectriCity disporrà di batterie a costi competitivi dalla nuova gigafactory Envision-AESC a Douai e trarrà vantaggio dal suo posizionamento, al centro del mercato europeo dei veicoli elettrici, in cui Francia, Regno Unito, Germania, Italia e Spagna rappresenteranno circa i due terzi della domanda nel 2025.

Relativamente alla forza lavoro, si stima la creazione di 700 nuovi posti di lavoro entro la fine del 2024. Con Envision-AESC e Verkor, il Gruppo Renault creerà complessivamente 4.500 posti di lavoro diretti in Francia entro il 2030. ElectriCity costituisce all’atto pratico il più ampio “hub” europeo dedicato ai veicoli elettrici: attraverso questa nuova entità, cruciale per la transizione dai sistemi termici a quelli elettrici, Renault punta ad una produzione annua di 400.000 veicoli zero emission entro il 2025, e per di più con una riduzione di circa il 3% del costo di produzione sul valore di ogni vettura.

Attenzione anche al ciclo di vita delle batterie

Sempre sulla scorta dell’ampia expertise in materia di tecnologie di accumulo, Renault Groupe interviene anche sull’importante questione dell’intero ciclo di vita delle batterie: con l’accelerazione delle proprie competenze con Mobilize in ordine all’incremento della durabilità e dell’estensione delle applicazioni relative agli accumulatori per generare valore sempre più elevato in ogni fase vitale dei componenti, Renault suddivide il programma in diverse fasi:

  • Lo sviluppo di soluzioni “Vehicle-to-Grid” per le applicazioni che fanno capo alla “prima vita” operativa della batteria, in modo da ritrasmettere l’energia dal veicolo alla rete elettrica (soluzione molto apprezzata dalle utility di energia per il bilanciamento del carico in qualsiasi momento della giornata): una vettura collegata otto ore al giorno, indica Renault, sarebbe in grado di generare fino a 400 euro di valore all’anno grazie alle soluzioni V2G. Questi profitti, da condividere con il Gruppo ed i clienti, permetteranno ai conducenti un’utile compensazione di parte del costo annuo del leasing del proprio veicolo, ed a Renault Groupe un ulteriore ricavo da queste attività;
  • La messa in pratica di progetti legati alla “seconda vita” delle batterie: al termine del primo ciclo, osserva Renault, le batterie possono offrire ancora due terzi della loro capacità iniziale. Per questo, risultano utili ad essere reimpiegate in altre applicazioni. Con Mobilize sono state sviluppate nuove applicazioni(raccolta delle batterie, capacità di valutarne lo stato, realizzazione di strumenti industriali per rimetterle a nuovo a prezzi competitivi e ricondizionare le future 250.000 unità di batterie che equipaggiano Renault Zoe)  inerenti allo stoccaggio stazionario per gestire il fabbisogno saltuario di elettricità, lo stoccaggio mobile di energia elettrica e i generatori destinati ad altri settori. L’accelerazione di questo programma evolutivo vede Renault Groupe rivolto verso una collaborazione con le apposite agenzie di rating, in modo che il valore residuo delle batterie – che può raggiungere 500 euro per ogni veicolo – sia preso in considerazione nelle transazioni sul mercato dell’usato. Da qui la proposta di Mobilize dei “Certificati di salute” (Battery SOH), nonché di contratti di estensione di garanzia ed offerte di permuta;
  • La realizzazione di nuovi progetti “fine vita”: grazie alla filiale Indra ed alla collaborazione di lunga data con Veolia, Renault Groupe dispone di solide basi sui sistemi di raccolta e riciclo delle batterie dei veicoli elettrici. Finora, il totale delle batterie riciclate ammonta a 75 MWh, la metà dei quali realizzata solamente nel 2020. Per il futuro, Renault ha in programma lo sviluppo di impianti di retrofit, riutilizzo, smontaggio e riciclo batterie attraverso il progetto Re-Factory a Flins, che si pone l’obiettivo di generare oltre un miliardo di euro di fatturato entro il 2030 con queste attività di ricondizionamento e riciclo. Per spingersi sempre oltre nel riciclo, il consorzio recentemente creato e annunciato con Solvay e Veolia consentirà di recuperare i materiali strategici delle batterie come il cobalto, il nickel e il litio, con un altissimo rendimento e una grande purezza, affinché possano essere riutilizzati per la produzione di altre batterie. Il processo globale di raccolta e riciclo delle batterie, così consolidato, permetterà al Gruppo Renault di dividere per 3 il costo netto del riciclo entro il 2030, garantendo, al contempo, per una parte del suo fabbisogno, un approvvigionamento alternativo e sostenibile di materiali per batterie ad un costo competitivo.

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