Nürburgring, non solo velocità: il record del giro più lento
Scopri la storia del giro più lento al Nürburgring, i record di Niki Lauda e Max Verstappen e le curiosità sul leggendario circuito tedesco
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Quando si pensa al Nürburgring, la mente corre subito a immagini di bolidi lanciati a tutta velocità, a piloti che sfidano i limiti della fisica e a cronometri che segnano tempi sempre più impressionanti. Ma la storia del celebre circuito tedesco è fatta anche di imprese che vanno in direzione opposta, come quella di Andreas Haensel e della sua Opel Astra, protagonisti di un primato decisamente fuori dagli schemi: il giro più lento mai registrato sull’anello leggendario.
Sono trascorsi alcuni anni
Era il 2018 quando, mentre le case automobilistiche e i migliori piloti del mondo si sfidavano per abbassare i tempi sul mitico tracciato, Haensel decideva di inseguire un obiettivo diametralmente opposto. Al volante della sua Opel, il pilota tedesco si è cimentato in una sfida all’insegna della lentezza, completando i 20,8 chilometri del circuito in 1 ora, 39 minuti e 18 secondi, con una velocità media di appena 26 km/h. Un tempo che ha permesso a Haensel di conquistare il record pista più insolito: quello della lentezza.
A prima vista, potrebbe sembrare una trovata bizzarra, quasi una provocazione. Eppure, dietro questa impresa si nasconde una notevole dose di abilità e preparazione. Il regolamento del Nürburgring impone infatti dei limiti minimi di velocità: chi non li rispetta rischia di essere allontanato dalla pista. Haensel ha dovuto calibrare ogni metro del suo percorso, mantenendo la velocità costantemente al limite inferiore consentito, senza mai commettere infrazioni e senza mettere a rischio la meccanica della sua Opel Astra, sottoposta a uno stress inusuale dovuto alla marcia prolungata a basso regime.
Niente premi in ballo
Non c’erano premi in palio, né riconoscimenti ufficiali per questa impresa. L’unica motivazione era la voglia di dimostrare che anche una sfida agli antipodi della tradizione sportiva del circuito può suscitare attenzione e rispetto. In un ambiente dove la rapidità è tutto, Haensel ha voluto mettere in luce il valore della precisione, della pazienza e della pianificazione: qualità fondamentali anche quando si affrontano prove apparentemente eccentriche come questa.
Il contrasto con le prestazioni delle supercar moderne è abissale: oggi le vetture più performanti percorrono il tracciato in circa sei minuti. Ma la storia del Nürburgring è costellata di imprese leggendarie. Basti pensare a Niki Lauda, che nel 1975 fece segnare un tempo di 6:58,6 al volante della Ferrari 312 T durante le prove del Gran Premio di Germania, stabilendo un primato destinato a entrare nella leggenda. Proprio Lauda, l’anno successivo, fu protagonista di un drammatico incidente che pose fine all’utilizzo della configurazione completa del circuito in Formula 1. Dal 1977, infatti, la gara tedesca fu trasferita a Hockenheim, mentre il Nürburgring tornò nel calendario solo nel 1984, ma in versione ridotta.
Il tempio delle imprese su quattro ruote
Oggi la configurazione moderna del tracciato misura 5.148 metri e continua a essere teatro di competizioni di altissimo livello. Il giro più veloce su questa versione appartiene a Max Verstappen, che nel 2020, alla guida della Red Bull RB16, ha fermato il cronometro a 1:28,139 durante il Gran Premio dell’Eifel. Un risultato che testimonia quanto la tecnologia e il talento dei piloti abbiano continuato a spingere in avanti i limiti della velocità su questa pista leggendaria.
L’impresa di Andreas Haensel si inserisce così come un curioso contrappunto nella storia di un circuito che tutto il mondo conosce come “l’università della velocità”. Dimostra che la passione per l’automobilismo può manifestarsi nelle forme più inaspettate e che ogni record, anche il più singolare, ha una storia degna di essere raccontata. In un’epoca in cui tutto sembra correre più veloce, Haensel ci ricorda che, a volte, anche la lentezza può lasciare il segno nella memoria collettiva degli appassionati.
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