Non solo UE, anche altri pensano allo stop ai motori termici nel 2035
La Corea del Sud considera vietare la vendita di auto diesel e benzina entro il 2035. Scenari per la riduzione delle emissioni, effetti sull'industria e confronto con l'UE
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La Corea del Sud si prepara a una svolta epocale nel settore dei trasporti, con un piano che mira a vietare la vendita di nuove auto diesel e auto benzina entro il 2035. Una scelta che si inserisce in un contesto internazionale sempre più orientato verso la sostenibilità e la lotta al cambiamento climatico, seguendo la rotta tracciata dall’Accordo di Parigi. Il governo sudcoreano punta a una riduzione emissioni compresa tra il 48% e il 65%, adottando una strategia integrata che prevede non solo divieti, ma anche incentivi, infrastrutture e supporto all’industria nazionale.
Un cambio di marcia necessario
L’impulso a questa trasformazione nasce dalla consapevolezza che i risultati ottenuti finora sono ancora insufficienti: tra il 2018 e il 2024, le emissioni legate ai trasporti in Corea del Sud sono diminuite di appena l’1,2%. Una cifra che evidenzia la necessità di un cambio di passo deciso, soprattutto considerando che nel Paese circolano attualmente circa 850.000 veicoli a zero emissioni. Un numero importante, ma che dovrà crescere esponenzialmente per raggiungere gli obiettivi più ambiziosi: secondo le stime, entro il 2035 i veicoli elettrici dovranno rappresentare oltre il 35% del parco auto nazionale.
Obiettivi condivisi a livello globale
La scelta della scadenza fissata al 2035 non è casuale: questa data rappresenta un punto di riferimento per molte economie avanzate che, come la Unione Europea, hanno già adottato o stanno valutando provvedimenti simili per accelerare la transizione verso la mobilità sostenibile. L’adesione all’Accordo di Parigi impone infatti una revisione periodica degli obiettivi di riduzione emissioni, spingendo i governi a rivedere e rafforzare le proprie strategie ogni cinque anni.
Una strategia a tutto campo
Il piano della Corea del Sud non si limita a fissare una semplice scadenza per il divieto di vendita di auto diesel e auto benzina. Il governo sta valutando quattro diversi scenari di intervento, tutti caratterizzati da un approccio integrato: incentivi economici per favorire l’acquisto di veicoli a zero emissioni, potenziamento delle infrastrutture di ricarica, revisione delle politiche fiscali e programmi di sostegno all’industria delle batterie. L’obiettivo è quello di evitare che il divieto si trasformi in una misura isolata, incapace di generare un vero cambiamento.
Impatto sull’industria e sulle opportunità di mercato
La transizione verso la mobilità elettrica rappresenta una sfida cruciale per il settore automobilistico. Da un lato, si aprono nuove opportunità di mercato per chi saprà investire in innovazione e tecnologie pulite; dall’altro, le case automobilistiche tradizionali temono l’impatto occupazionale e chiedono tempi adeguati per riorganizzare le proprie filiere produttive. Questo dibattito non riguarda solo la Corea del Sud: anche la Unione Europea, che ha già approvato un analogo divieto per il 2035, sta valutando eventuali modifiche sotto la pressione dell’industria, segno di quanto la questione sia complessa e in continua evoluzione.
Il ruolo delle associazioni ambientaliste
Le organizzazioni ambientaliste sostengono con forza la necessità di adottare politiche ambiziose, come quelle proposte dal governo sudcoreano, per contrastare il riscaldamento globale. Secondo questi gruppi, la spinta verso la mobilità elettrica può accelerare lo sviluppo tecnologico, attrarre investimenti nel settore delle energie rinnovabili e migliorare la qualità dell’aria nelle città, con benefici tangibili per la salute pubblica.
I numeri della trasformazione
Sebbene la presenza di 850.000 veicoli a zero emissioni rappresenti un punto di partenza positivo, il percorso verso una mobilità completamente sostenibile è ancora lungo. Gli esperti sottolineano che per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2035 saranno necessari non solo incentivi all’acquisto, ma anche una revisione complessiva della mobilità urbana, con un rafforzamento del trasporto pubblico e dei servizi di mobilità condivisa.
Inoltre, sarà fondamentale potenziare la rete elettrica nazionale per far fronte all’aumento della domanda di energia legata alla diffusione dei veicoli a zero emissioni. Nei prossimi mesi, il dialogo tra governo, industria, amministrazioni locali e cittadini sarà decisivo per definire nel dettaglio strumenti, tempistiche e investimenti necessari per realizzare questa trasformazione radicale del sistema dei trasporti sudcoreano.
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