Nissan chiude storico stabilimento in Giappone: era attivo da sessant'anni
Il piano Re:Nissan prevede la chiusura dello stabilimento Oppama entro il 2028, tagli a 20.000 posti e riduzione della capacità produttiva. Ecco tutti i dettagli
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Dopo oltre sei decenni di attività, uno dei pilastri dell’industria automobilistica giapponese si prepara a spegnere i motori: la storica fabbrica Nissan di Oppama chiuderà i battenti entro marzo 2028. Una notizia che scuote profondamente non solo la comunità locale, ma l’intero settore, simbolo di una trasformazione epocale per la casa nipponica. La decisione, definita “difficile ma necessaria” dal nuovo CEO Ivan Espinosa, si inserisce in un contesto di grandi cambiamenti strategici e riflette le sfide che l’azienda si trova ad affrontare in un mercato globale sempre più competitivo e complesso.
Rientra nel piano di ristrutturazione
Il sito produttivo di Oppama, attivo dal 1961, ha rappresentato per decenni un vero e proprio punto di riferimento per la produzione automobilistica giapponese. Qui sono nati modelli leggendari come la Datsun Bluebird e, in tempi più recenti, la pionieristica Leaf elettrica. Nel corso della sua storia, lo stabilimento ha sfornato oltre 17,8 milioni di veicoli, contribuendo in modo determinante alla crescita e alla reputazione internazionale del marchio. Tuttavia, l’evoluzione delle dinamiche industriali e le difficoltà finanziarie che gravano sul gruppo hanno imposto una svolta radicale, culminata nella decisione di interrompere la produzione.
La chiusura stabilimento di Oppama rientra nel più ampio piano di ristrutturazione denominato Re Nissan. Questo progetto strategico prevede una drastica riduzione degli impianti produttivi a livello globale, passando dagli attuali 17 a soli 10 siti operativi. Una misura drastica, ma considerata imprescindibile per ridare slancio e sostenibilità economica al gruppo. In parallelo, la casa automobilistica giapponese ha annunciato una serie di tagli posti lavoro che coinvolgeranno circa 20.000 dipendenti entro il 2027, impattando non solo il comparto produttivo ma anche le aree amministrative e commerciali.
Riduzione dei costi
La razionalizzazione delle attività comporta anche un’importante riorganizzazione logistica: la produzione dei modelli Note e Note Aura, attualmente realizzati a Oppama, verrà trasferita presso lo stabilimento di Kyushu. Questo passaggio garantirà continuità produttiva e salvaguarderà, almeno in parte, il know-how accumulato negli anni. Nonostante la chiusura, Nissan ha rassicurato che alcune strutture strategiche presenti nell’area, come il centro ricerche, la pista di prova, il centro crash test e le infrastrutture portuali, continueranno a operare, mantenendo vivo un legame con il territorio.
Il piano rilancio di Nissan punta inoltre a una significativa riduzione costi e a una profonda revisione dei processi interni. Un elemento chiave di questa strategia è la razionalizzazione piattaforme di sviluppo, che passeranno da 13 a 7, con una conseguente riduzione del 70% nella complessità dei componenti utilizzati. L’obiettivo dichiarato è quello di ridimensionare la capacità produttiva globale, portandola da 3,5 a 2,5 milioni di unità annue, in modo da allinearla alla reale domanda di mercato e migliorare l’efficienza complessiva del gruppo.
Le difficoltà economiche affrontate da Nissan hanno costretto il management a prendere decisioni straordinarie. Tra queste, la sospensione temporanea di nuovi progetti di sviluppo e la creazione di un team dedicato di 3.000 persone, incaricato esclusivamente del contenimento e dell’ottimizzazione dei costi. Per rafforzare la liquidità aziendale, è stata anche presa in considerazione la possibilità di cedere la sede centrale di Yokohama attraverso un’operazione di vendita e successivo lease-back, una mossa che testimonia la gravità della situazione e la determinazione della dirigenza a riportare il gruppo su binari di stabilità finanziaria.
Riconversione industriale
Quanto al futuro dell’area di Oppama, Nissan sta valutando diverse opzioni di riconversione industriale, anche se al momento non sono stati resi noti dettagli specifici sui progetti in fase di studio. La chiusura dello storico stabilimento rappresenta un passaggio cruciale per il costruttore giapponese, che si trova a dover affrontare una delle sfide più impegnative della sua storia. L’obiettivo resta quello di recuperare competitività e capacità di investimento, in un settore automobilistico in rapida trasformazione, dove innovazione, efficienza e sostenibilità sono ormai requisiti imprescindibili per sopravvivere e prosperare.
La chiusura della fabbrica di Oppama non segna solo la fine di un’epoca, ma rappresenta anche un’opportunità per Nissan di ripensare il proprio modello industriale e di rilanciarsi in una nuova fase di sviluppo, più agile e resiliente. In questo contesto, le parole d’ordine saranno innovazione, ottimizzazione e adattamento continuo, in linea con le tendenze che stanno ridisegnando il panorama globale dell’automotive.
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