Home Auto storiche Mini Remastered Oselli Edition by David Brown Automotive: consegnato il primo esemplare

Mini Remastered Oselli Edition by David Brown Automotive: consegnato il primo esemplare

La “specialissima” realizzata a mano in 60 unità dalla factory di Silverstone è ufficialmente su strada: primo acquirente, un enthusiast scandinavo.

DBA Mini Remastered Oselli Edition: è la “piccola” di Longbridge che sotto un abito vintage in tutto e per tutto nasconde caratteristiche in grado di mettere d’accordo gli appassionati di vetture ad alte prestazioni moderne e auto storiche. Si tratta, in effetti, di una edizione a tiratura limitata (60 unità, tante quanti sono gli anni dalla presentazione della prima Mini Cooper, avvenuta nel 1961), a firma David Brown Automotive, della già costosa ed esclusiva Mini Remastered del 2017, e che qui mette in primo piano performance e maneggevolezza rispetto a lusso e personalità.

La formula, a quanto pare, funziona (del resto, gli esempi di Restomod sono numerosi), sebbene il prezzo di vendita non sia propriamente alla portata di tutte le tasche: si parte da 98.000 sterline (come dire oltre 115.360 euro), tuttavia l’importo può anche aumentare, visto che si tratta di una ricostruzione artigianale e, come tale, personalizzabile con ulteriori accessori “su misura”.

C’è la mano di uno dei più celebri “Mini-tuner”

La cifra richiesta da David Brown Automotive per accaparrarsi una delle 60 unità programmate di DBA Mini Remastered Oselli Edition rappresenta, tuttavia, un “ostacolo” facilmente superabile per chi disponga di adeguata tranquillità finanziaria e possa contare, nel proprio garage, di altre vetture “all’altezza” e utilizzabili tutti i giorni. Il primo esemplare del “giocattolino” realizzato dalla factory di Silverstone in collaborazione con Oselli Engineering è stato infatti consegnato: fortunato acquirente, un “enthusiast” scandinavo.

Un po’ Restomod, un po’ “tradizionalista”

Il primo cliente non deve avere avuto eccessiva fretta: ogni esemplare di David Brown Automotive Mini Remastered Oselli Edition viene prodotto esclusivamente a mano, con equipaggiamenti personalizzabili (come si accennava in apertura) e richiede qualcosa come 1.400 ore di lavoro complessivo (fra lavorazione delle parti speciali che vanno a costituirne le dotazioni, allestimento, re-engineering meccanico, collaudi e delibera del prodotto finito).

Nel dettaglio, la prima delle 60 unità prodotte è in versione a quattro posti – a richiesta è possibile ottenere una configurazione biposto -; la tinta carrozzeria scelta dall’acquirente è Carbon Grey con particolari in Heritage Green. I cerchi da 13” sono stati rifiniti in tinta Graphite, mentre sulla trama in nero della griglia anteriore non compare il numero “60” verniciato in bianco che era stato ritratto, nella primavera 2021, in occasione del “vernissage” del progetto. Un “tocco” di modernità arriva con l’adozione di gruppi ottici a Led. Che non stonano, in ogni caso.

Abitacolo: una piacevolissima atmosfera corsaiola

Le note marcatamente racing e neo-rétro espresse dal corpo vettura vengono confermate nell’allestimento dell’abitacolo: in questo senso, la serie speciale David Brown Mini Remastered Oselli Edition presenta, nell’ordine, un rollbar, l’estintore brandeggiabile e due sedili anatomici con cinture di sicurezza Sabelt, un volante sportivo a calice con corona rivestita in tessuto scamosciato (il purista avrebbe forse preferito un volante tipo Motolita o similare: si tratta, comunque, di un’opinione squisitamente personale), ed una strumentazione completa (ovviamente anch’essa “old style”).

Il tutto viene armonizzato da rivestimenti in pelle e Alcantara. Da segnalare, per gli enthusiast “incontentabili” (ma si tratta di un accessorio che sarebbe ottimo se fosse fornito di serie), la possibilità di richiedere il “tradizionalissimo” doppio serbatoio di benzina.

Agilità a tutta prova (come sempre)

Per mantenere la proverbiale agilità Mini, David Brown Automotive è ricorso ad un differenziale a slittamento limitato e ad ammortizzatori Bilstein regolabili, mentre l’impianto frenante è AP Racing.

Motore: elaborazione d’autore

E anche sotto al cofano, la “baby-bomba” di David Brown Automotive porta in dote una piacevolissima ventata di nostalgia: l’elaborazione è stata affidata, come si indicava più sopra, ad Oselli Engineering, uno dei nomi storici del tuning applicato a Mini (la factory di Milton Keynes, in effetti, già negli anni 60 era una delle molte aziende di oltremanica che producevano kit dedicati alla lineup di Longbridge).

Nello specifico, l’unità motrice di Mini Remastered Oselli Edition consiste in un 4 cilindri da 1,45 litri, derivato dalla leggendaria “Unit A” di 1.275 cc, ampiamente “riveduto e corretto” nell’architettura, nella distribuzione (nuovo albero a camme, nuove valvole maggiorate) e nell’alimentazione (due carburatori SU più grandi). Il risultato si traduce in una potenza massima di 126 CV a 6.500 giri/min e 153 Nm di coppia massima, valori abbondanti se si considera che il peso in ordine di marcia della vettura è di circa 700 kg. Inoltre, l’albero a camme dal profilo più “spinto” significa anche un innalzamento del regime di rotazione per far sì che il motore lavori “in pieno”. Bisognerà quindi tenere d’occhio contagiri e tachimetro con una certa frequenza.

Cinque marce per avere più coppia

Dal punto di vista della trasmissione, i tecnici DBA hanno sostituito il cambio di origine a quattro rapporti con un nuovo elemento a cinque rapporti, il che dovrebbe aiutare l’erogazione della coppia motrice “agli alti” e limitare leggermente il sound sprigionato dal prepotente impianto di scarico a terminale unico centrale (rivolto verso l’alto, come tradizione Mini impone) nella guida più sportiva. Tuttavia, il carattere sincero e piuttosto ruvido del motore “Unit A”, che fa parte integrante dell’emozionalità di guida ricercata dagli appassionati, dovrebbe restare immutato: d’altro canto, è proprio sulle performance pure che David Brown Automotive ha puntato nella progettazione della nuova special edition.

Ecco quanto “fa” da 0 a 100

E, cronometro alla mano, i risultati parlano chiaro: lo 0-100 km/h viene coperto in 7”8. Un tempo che non sfigura affatto neanche paragonato all’attuale produzione.

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