Milano, notte da incubo: fermato ubriaco alla guida, anche il tassista positivo all’alcoltest

Fermato dalle forze dell'ordine, un automobilista ubriaco viene raggiunto dalla madre su un taxi il cui conducente risulta anch'egli positivo all’alcoltest.

Milano, notte da incubo: fermato ubriaco alla guida, anche il tassista positivo all’alcoltest
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Giorgio Colari
Pubblicato il 17 nov 2025

Un weekend intenso e ricco di sorprese quello appena trascorso a Milano, dove le forze dell’ordine hanno messo in atto una vasta operazione di controlli stradali che ha portato a risultati tutt’altro che rassicuranti per la sicurezza urbana. In sole poche ore, sono state ritirate ben 24 patenti su 247 automobilisti fermati, con casi che hanno evidenziato quanto sia ancora diffuso e sottovalutato il problema della guida in stato di ebbrezza anche tra chi, per mestiere, dovrebbe garantire l’incolumità dei cittadini.

Tutto ha avuto inizio nella notte tra venerdì 14 e sabato 15 novembre, quando il Nucleo Radiomobile e la Compagnia Duomo dei carabinieri hanno istituito diversi posti di blocco nelle zone più trafficate della città. Tra i primi automobilisti a essere fermati, un uomo di 34 anni alla guida di una Fiat 500, il cui comportamento alla guida ha insospettito le forze dell’ordine. Sottoposto all’alcoltest, l’uomo ha fatto registrare valori di 0,87 e 0,90 grammi di etanolo per litro di sangue, superando la soglia legale di 0,80 e rendendosi responsabile di una violazione grave.

Per lui, la situazione si è aggravata rapidamente: è scattata la denuncia per guida in stato di ebbrezza, con tutte le conseguenze previste dalla legge. Oltre a una sanzione pecuniaria che può variare dagli 800 ai 3.200 euro, l’uomo dovrà affrontare la sospensione della patente da sei a dodici mesi e il sequestro amministrativo della sua Fiat 500. Preoccupato per la perdita del veicolo, il conducente ha deciso di contattare la madre, chiedendole di raggiungerlo in zona Porta Nuova per prestargli aiuto.

Ed è proprio qui che la serata ha preso una piega inaspettata. La donna si è recata sul posto a bordo di un taxi, una Toyota Auris adibita a servizio pubblico. I carabinieri, notando un forte odore di alcol provenire dall’abitacolo, hanno subito voluto verificare che la madre fosse idonea alla guida. Superato questo controllo, si sono concentrati sul conducente del taxi, sottoponendolo anch’egli all’alcoltest.

I risultati hanno lasciato poco spazio ai dubbi: il tassista aveva un tasso alcolico di 0,84 e 0,85 grammi per litro, valori ben al di sopra del limite consentito dalla legge per chi svolge servizi pubblici di trasporto, dove la tolleranza per l’alcol è pari a zero. Questo episodio ha fatto emergere una criticità preoccupante, poiché chi esercita attività di trasporto passeggeri è tenuto a standard di responsabilità ancora più elevati rispetto agli automobilisti privati.

Per il conducente della Toyota Auris, le conseguenze rischiano di essere ancora più gravi rispetto a quelle di un normale automobilista: oltre a sanzioni economiche, è ora a rischio la sospensione o la revoca della licenza professionale, con un impatto devastante sulla sua attività e sulla sua reputazione. L’episodio ha acceso i riflettori su una questione fondamentale: chi sceglie un taxi per spostarsi in città lo fa confidando in un servizio sicuro, affidabile e gestito da professionisti sobri.

La normativa italiana è chiara e non lascia spazio a interpretazioni: per chi opera nei servizi pubblici di trasporto, il consumo di alcol prima di mettersi alla guida è severamente vietato. Non si tratta solo di una questione di rispetto delle regole, ma di tutela della sicurezza collettiva. I passeggeri, soprattutto nelle ore notturne, devono poter contare su conducenti responsabili, consapevoli dell’importanza del loro ruolo sociale.

Il dato più allarmante, però, resta il numero di infrazioni rilevate in una sola notte: 24 patenti ritirate sono la prova di un problema sistemico che va ben oltre i singoli episodi. L’abuso di alcol tra chi si mette alla guida rappresenta una minaccia costante per la sicurezza di tutti, e i controlli stradali si confermano uno strumento indispensabile per arginare il fenomeno.

Questa operazione a Milano è un chiaro segnale della necessità di intensificare i controlli, non solo tra i conducenti privati ma anche tra gli operatori professionali. È fondamentale che le istituzioni continuino a investire risorse nella prevenzione e nella sensibilizzazione, affinché la responsabilità individuale diventi il vero pilastro della sicurezza stradale. Solo così le strade delle nostre città potranno tornare a essere spazi sicuri e vivibili per tutti.

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