Maserati, da 96 a 701 milioni di euro di perdita in un anno
Crisi Maserati: bilancio 2024 in rosso, crollo vendite e produzione, Stellantis sostiene il marchio ma il futuro resta incerto
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Il marchio Maserati, simbolo storico dell’eccellenza automobilistica italiana, si trova oggi a fronteggiare una delle crisi più profonde della sua storia recente. I numeri emersi dall’analisi del bilancio 2024 non lasciano spazio a interpretazioni ottimistiche: le vendite auto sono crollate del 58,8%, mentre il fatturato si è ridotto del 60,6%. Un vero e proprio shock che si traduce in una perdita record di 701 milioni di euro, una cifra che mette in discussione la stessa sostenibilità del marchio all’interno del gruppo Stellantis.
I numeri della crisi
La situazione appare ancor più drammatica se si confrontano i dati con quelli dell’anno precedente: il passivo, infatti, è schizzato dai 96 milioni di euro del 2023 ai 701 milioni del 2024. Un balzo che pone enormi sfide al nuovo amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, affiancato da Jean-Philippe Imparato per la supervisione europea e da Santo Ficili, chiamato a guidare la rinascita del brand modenese.
Nel dettaglio, la contrazione commerciale di Maserati si riflette in una drastica riduzione delle vetture consegnate: solo 10.030 unità nel 2024, contro le 24.350 dell’anno precedente. Il fatturato si è attestato a 803,3 milioni di euro, mentre la perdita operativa ha raggiunto i 483,5 milioni, a fronte di un risultato ante imposte negativo per 501,9 milioni. Tali cifre evidenziano uno squilibrio strutturale tra entrate e uscite, che rischia di compromettere il futuro del marchio se non verranno adottate misure correttive radicali.
Necessari dei tagli
Il piano di contenimento dei costi, avviato per arginare la crisi, ha comportato tagli significativi anche negli investimenti strategici. In particolare, la ricerca e sviluppo ha subito una drastica riduzione, passando da 199 a 106 milioni di euro. Il costo del personale è sceso del 25%, attestandosi a 75 milioni. A questi dati si aggiungono svalutazioni per 5,7 milioni di euro, causate dall’abbandono di progetti chiave come la New Quattroporte e la MC20 Bev, quest’ultima ritenuta fondamentale per la strategia di elettrificazione di Maserati.
Nonostante il quadro estremamente critico, Stellantis ha confermato il proprio impegno verso il brand, procedendo a una ricapitalizzazione di 350 milioni di euro nel dicembre 2024, che ha portato la riserva soci a 550 milioni. Tuttavia, il patrimonio netto di Maserati è crollato da 543 a 173 milioni in soli dodici mesi, lasciando presagire prospettive ancora più incerte per l’inizio del 2025.
Crisi industriale di impatto
Sul fronte produttivo, la crisi industriale è altrettanto evidente. Lo storico stabilimento di Mirafiori ha assemblato appena 140 Maserati nel primo semestre 2025, un dato che ha imposto una profonda riorganizzazione. L’assemblaggio dei modelli GranTurismo e GranCabrio è stato trasferito a Modena, ma anche qui la situazione resta allarmante: solo 45 vetture prodotte in sei mesi e il 50% della forza lavoro in Contratto di Solidarietà.
Il contesto si complica ulteriormente per il marchio del Tridente a causa dei nuovi dazi USA imposti sui veicoli europei. Gli Stati Uniti rappresentavano circa un quarto delle vendite auto di Maserati nel 2024, e le nuove barriere tariffarie rischiano di penalizzare ulteriormente la presenza del marchio su uno dei mercati esteri più strategici.
Una gamma in difficoltà
In questo scenario già difficile, anche la gamma prodotto risente delle difficoltà. I modelli di punta come GranTurismo e GranCabrio faticano a mantenere volumi competitivi, mentre il SUV Grecale non riesce a compensare il calo generalizzato della domanda. L’intero comparto produttivo si trova così a operare in condizioni di incertezza, con margini di manovra sempre più ridotti.
Per Maserati, la strada verso il rilancio si presenta oggi in salita e disseminata di ostacoli. Il brand necessita di scelte strategiche coraggiose e di una visione chiara da parte della dirigenza di Stellantis. Solo attraverso un ripensamento profondo delle strategie commerciali, produttive e di sviluppo sarà possibile restituire competitività e prestigio a uno dei nomi più iconici dell’automobilismo mondiale.
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