Lexus LFA Concept, niente più V10: si passa all'elettrico

Lexus presenta la LFA Concept, una supercar elettrica dal design ispirato alla LFA originale. Telaio in alluminio, integrazione con Toyota GR GT e steer by wire, ma mancano dati tecnici e date di lancio

Lexus LFA Concept, niente più V10: si passa all'elettrico
G C
Giorgio Colari
Pubblicato il 5 dic 2025

La nuova Lexus LFA Concept rappresenta un momento cruciale nella storia dell’iconico costruttore giapponese: le sue dimensioni precise di 4.690 mm di lunghezza, 2.040 mm di larghezza, 1.195 mm di altezza e un passo di 2.725 mm delineano una vettura che incarna perfettamente l’evoluzione verso il futuro, mantenendo tuttavia un alone di mistero attorno ai dati tecnici più rilevanti. Questo prototipo segna il passaggio della leggendaria supercar nell’era dell’elettrico, fusione affascinante tra l’eredità della LFA originaria e le tecnologie più avanzate del settore, il tutto guidato da una filosofia progettuale che pone la dinamica pura al centro della visione aziendale. Ciononostante, proprio mentre gli addetti ai lavori possono analizzare dettagli costruttivi e dimensionali, permangono lacune rilevanti: la capacità della batteria, la potenza complessiva e soprattutto le tempistiche commerciali rimangono ancora avvolte nel mistero più fitto.

Il programma di sviluppo

Il programma di sviluppo nasce da una collaborazione stretta con la Toyota GR GT e le sue varianti orientate alla competizione sportiva, dalle quali la concept eredita un telaio in alluminio e soluzioni strutturali già consolidate e sperimentate. Questa scelta rappresenta una decisione strategica del gruppo Toyota volta ad accelerare significativamente i tempi di sviluppo, anche se contemporaneamente solleva interrogativi legittimi sulla necessaria differenziazione del prodotto nei confronti della clientela collezionistica, quella fascia di acquirenti che storicamente rappresenta il fulcro del segmento delle supercar. La sinergia progettuale tra i due brand promette efficienza, ma il rischio di una percezione di comunanza potrebbe rappresentare una criticità.

Dal punto di vista stilistico, la concept mantiene il richiamo esplicito alle proporzioni da coupé sportiva della LFA storica, preservando così un linguaggio visivo riconoscibile e carico di significato simbolico. L’abitacolo, tuttavia, abbraccia un’impostazione marcatamente minimalista e fortemente digitalizzata, con schermi e interfacce che riducono la presenza di comandi tradizionali. L’elemento maggiormente distintivo risiede nell’adozione della tecnologia steer by wire, già sperimentata su modelli come la RZ, una soluzione che mira a rafforzare la connessione sensoriale tra conducente e vettura eliminando completamente i tradizionali collegamenti meccanici dello sterzo, sostituendoli con comandi elettronici e sistemi di retroazione sofisticati.

Unione fra pilota e vettura

Gli ingegneri di Lexus enfatizzano con convinzione l’obiettivo di creare un’unità profonda tra auto e pilota senza compromessi sul know-how artigianale che storicamente contraddistingue il brand, interpretando il progetto anche come canale privilegiato di trasferimento generazionale di competenze dal reparto sportivo consolidato verso le nuove leve di ingegneri e designer. Questa visione prospettica suggerisce una continuità culturale importante per l’azienda.

La mancanza di dati costruttivi essenziali—dalla capacità energetica alle architetture di trazione—alimenta tuttavia tanto aspettative quanto scetticismo nel settore. Tra gli appassionati tradizionalisti emergono perplessità legittimate sul sacrificio del suono meccanico e della sensibilità tattile propria dei motori tradizionali; nel settore tecnico, invece, il dibattito si concentra su gestione del peso, efficienza termica e aerodinamica. La scelta deliberata di un telaio in alluminio anziché in fibra di carbonio suggerisce orientamenti verso costi più contenuti e una possibile trasposizione in produzione seriale, aspetto che potrebbe attrarre una base di clientela più ampia.

Per il momento, la Lexus LFA Concept rimane essenzialmente un manifesto dichiarativo: una dichiarazione di intenti che illustra concretamente come l’industria delle supercar stia ridefinendo i propri parametri tecnologici verso l’elettrificazione globale, senza però ancora rivelare il prezzo finale—economico e prestazionale—di questa transizione epocale.

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