Dimenticata in hotel per 30 anni: auto leggendaria torna dall'oblio
Scopri la storia della Lamborghini Miura S lasciata marcire da Stamatis Kokotas per 30 anni: mito, abbandono e rinascita della supercar
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Nel cuore di Atene, tra i ricordi sbiaditi di un’epoca dorata e il silenzio polveroso di un garage sotterraneo, una leggenda dell’automobilismo è tornata a splendere dopo trent’anni di oblio. La storia della Lamborghini Miura S appartenuta a Stamatis Kokotas è un viaggio emozionante tra abbandono, rinascita e la magia senza tempo delle auto sportive più iconiche del Novecento.
Questa supercar, che ancora oggi fa battere il cuore agli appassionati di tutto il mondo, è stata protagonista di un’incredibile vicenda che l’ha vista scomparire per decenni sotto il Hilton Athens, per poi riaffiorare come un tesoro dimenticato, pronta a raccontare la sua storia di gloria e passione.
Una vicenda particolare
Era la fine degli anni Sessanta quando il celebre cantante greco, soprannominato l’“Elvis greco”, ricevette come dono dal magnate Aristotele Onassis una delle più desiderate vetture mai costruite: la Lamborghini Miura S. Questo modello, prodotto tra il 1966 e il 1973, non fu solo un regalo, ma un vero e proprio riconoscimento per il talento artistico di Stamatis Kokotas, consacrando la sua fama anche tra le stelle dell’automobilismo internazionale.
La Lamborghini Miura ha segnato una svolta epocale nella storia delle auto sportive. Il suo design rivoluzionario, caratterizzato dai celebri fari a palpebra e dalle linee sensuali, ha ridefinito il concetto di vettura ad alte prestazioni. Ma ciò che davvero la distingueva era il suo motore V12, capace di sprigionare una potenza e un sound inconfondibili, che ancora oggi fanno sognare collezionisti e designer contemporanei. La versione S, in particolare, rappresentava l’apice dell’esclusività e della raffinatezza, diventando uno dei modelli più ambiti e ricercati dagli intenditori.
Il legame tra Stamatis Kokotas e la sua supercar fu intenso ma fugace. In appena tre anni, il cantante percorse oltre 52.000 miglia al volante di questa meraviglia italiana, vivendo appieno l’ebbrezza e il prestigio che solo una vettura classica di tale calibro poteva offrire. Tuttavia, un guasto improvviso al motore pose fine a questa avventura. Il cuore pulsante della Miura venne spedito alla fabbrica di Sant’Agata Bolognese per una riparazione, ma i costi proibitivi spinsero Kokotas ad abbandonare il progetto, lasciando la carrozzeria nel parcheggio sotterraneo dell’hotel ateniese, dove rimase dimenticata per oltre trent’anni.
Abbandono e rinascita
Fu solo nel 2004, in occasione delle Olimpiadi di Atene, che la Lamborghini Miura S ritrovò il suo motore, tornando finalmente integra dopo decenni di separazione. Nonostante un tentativo di vendita all’asta nel 2012, la vettura non trovò un nuovo proprietario, ma divenne ben presto una delle attrazioni più curiose e affascinanti per i turisti e gli appassionati di automobili in visita nella capitale greca.
Questa straordinaria storia di abbandono e rinascita non è un caso isolato nel mondo delle vetture classiche. Numerosi esemplari di Lamborghini Miura sono stati ritrovati in condizioni simili nei luoghi più impensabili: dai garage dimenticati ai rottamai californiani, dove tre rarissimi modelli sono stati rinvenuti, oggi valutati potenzialmente milioni di euro.
La riscoperta delle supercar
Negli ultimi anni, il fascino delle supercar d’epoca ha vissuto una vera e propria riscoperta. Restauratori e collezionisti di tutto il mondo si dedicano con passione al recupero e alla valorizzazione di questi capolavori dell’ingegneria italiana, riportando all’antico splendore modelli che sembravano destinati all’oblio. Le quotazioni raggiunte nelle aste internazionali sono la prova tangibile di un interesse sempre crescente per queste leggendarie auto sportive degli anni Sessanta e Settanta.
La vicenda della Lamborghini Miura S di Stamatis Kokotas, sospesa tra abbandono e riscoperta, rappresenta un perfetto simbolo dell’eterna attrazione esercitata da queste automobili. È la dimostrazione che, anche dopo anni di degrado e dimenticanza, la passione può trasformare ogni storia in un’opportunità di rinascita, alimentando il sogno di nuove generazioni pronte a preservare e celebrare questi autentici tesori della meccanica italiana.
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