Inseguimento notturno a 200 kmh, fermato un minorenne su BMW

A Milano un SUV BMW ha raggiunto i 200 kmh durante un inseguimento, ha speronato una volante e si è schiantato: un minorenne è stato fermato e trovati attrezzi da scasso

Inseguimento notturno a 200 kmh, fermato un minorenne su BMW
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Giorgio Colari
Pubblicato il 15 dic 2025

Un inseguimento ad alta velocità ha scosso il cuore di Milano nella notte, lasciando dietro di sé una scia di pericolo e interrogativi sulla sicurezza urbana. Tutto ha avuto inizio quando una pattuglia della Polizia ha notato un SUV BMW che procedeva a una velocità decisamente superiore ai limiti consentiti, ignorando platealmente l’alt imposto dagli agenti. Da quel momento, le strade della città si sono trasformate in un circuito di fuga, con il veicolo lanciato fino a 200 km/h attraverso aree densamente popolate e rischiando di trasformare ogni incrocio in un potenziale scenario di tragedia.

Fine della corsa

L’episodio si è consumato principalmente in via Novara, dove il tentativo di fermare il mezzo ha dato il via a una vera e propria corsa sfrenata. Il conducente, un minorenne di appena diciassette anni e di origine cubana, già noto alle forze dell’ordine per reati patrimoniali e furti in abitazione, non ha esitato a spingere il potente SUV BMW oltre ogni limite, dimostrando una spregiudicatezza che ha messo in serio pericolo non solo la sua vita, ma anche quella degli agenti e dei cittadini milanesi.

Durante la fuga, il giovane alla guida non si è fermato nemmeno davanti alla presenza delle volanti della Polizia: in un momento di particolare tensione, il veicolo ha speronato frontalmente una pattuglia, costringendo gli agenti a manovre di emergenza per evitare conseguenze ancora più gravi. L’impatto è stato violento, testimoniando la pericolosità di simili episodi in un contesto urbano come quello di Milano.

Una corsa pericolosa

La folle corsa si è conclusa solo dopo che il SUV ha perso il controllo, schiantandosi contro alcune colonnine per la ricarica di veicoli elettrici e contro uno spartitraffico. L’incidente ha reso il veicolo inutilizzabile, costringendo gli occupanti a tentare una disperata fuga a piedi. Soltanto uno dei quattro giovani a bordo è stato bloccato: il minorenne cubano, già schedato per precedenti legati a furti in abitazione, è stato immediatamente sottoposto a indagine con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e ricettazione. Gli altri tre complici, invece, sono riusciti a dileguarsi e sono attualmente ricercati dalle forze dell’ordine.

Un elemento chiave che ha orientato le indagini è stato il ritrovamento all’interno del veicolo di diversi attrezzi da scasso, tra cui un piede di porco, un cacciavite e una tronchese. La presenza di questi strumenti suggerisce che il gruppo potesse essere impegnato in attività criminali ben prima dell’inseguimento, forse con l’intento di compiere furti o effrazioni in città. Questo dettaglio, emerso durante la perquisizione del mezzo, aggiunge un ulteriore livello di gravità alla vicenda e pone l’accento sulla necessità di un controllo più stringente su chi si mette alla guida di veicoli ad alte prestazioni.

Il SUV BMW in questione risultava provenire da una società di noleggio con sede a Pescara, che ora sarà oggetto di approfondite verifiche sia dal punto di vista amministrativo che penale. Le autorità stanno infatti valutando eventuali responsabilità legate alla gestione del veicolo, in particolare in relazione all’identità dei soggetti a cui era stato affidato e alle modalità di controllo adottate dalla società stessa.

Il dibattito sulla sicurezza

L’episodio ha riacceso il dibattito sulla presenza dei SUV e, più in generale, di veicoli ad alte prestazioni nelle aree urbane. Questi mezzi, progettati per offrire sicurezza e comfort agli occupanti, possono trasformarsi in vere e proprie armi se utilizzati con scopi criminosi o con irresponsabilità. Il rischio che situazioni come questa si ripetano pone un serio interrogativo sulla necessità di sviluppare strategie di sicurezza stradale più efficaci, che includano non solo il rafforzamento dei controlli, ma anche una revisione della progettazione urbana e delle modalità di gestione degli inseguimenti.

La Polizia di Milano sta ora concentrando le proprie risorse sull’identificazione degli altri tre fuggitivi e sulla ricostruzione dettagliata della dinamica che ha preceduto la fuga. Fondamentale sarà anche il ruolo delle telecamere di sorveglianza cittadine, che potrebbero aver immortalato momenti cruciali dell’azione e fornire indizi utili per l’arresto dei complici ancora in libertà.

Nel frattempo, la cittadinanza assiste con preoccupazione all’ennesimo episodio di criminalità che vede protagonisti giovanissimi, spesso attratti dal miraggio di una vita facile e veloce, ma che finiscono per mettere a repentaglio la sicurezza di tutti. Il caso del minorenne fermato a 200 km/h con attrezzi da scasso a bordo rappresenta un campanello d’allarme per le istituzioni e un monito per chiunque sottovaluti i rischi connessi all’uso improprio di auto potenti nelle nostre città.

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