Ford ridimensiona la partita sull'elettrico: svalutazione di 20 miliardi

Ford registra una svalutazione da 19,5 miliardi, cancella modelli EV e punta su ibridi e sistemi di accumulo batterie per riposizionarsi sul mercato

Ford ridimensiona la partita sull'elettrico: svalutazione di 20 miliardi
G C
Giorgio Colari
Pubblicato il 17 dic 2025

Un cambio di rotta profondo scuote il settore automotive globale: Ford rivede radicalmente la propria strategia, segnando una svolta storica che mette in discussione l’intero paradigma della mobilità elettrica. La casa di Dearborn, infatti, ha scelto di abbandonare il percorso di crescita esclusivamente basato sui veicoli elettrici, ufficializzando una svalutazione 19.5 miliardi di dollari. Questa cifra record è legata all’interruzione di progetti strategici nel comparto EV e alla ridefinizione degli investimenti nelle batterie, sancendo così la fine di alcune delle iniziative più ambiziose del gruppo.

Saltano alcuni progetti

La decisione più eclatante riguarda la cancellazione del F-150 Lightning, pick-up simbolo della transizione elettrica statunitense, la cui chiusura comporta una perdita di 8,5 miliardi di dollari. A questa si aggiunge lo scioglimento della partnership con il colosso sudcoreano SK On, valutato in altri 6 miliardi, e la sospensione di ulteriori programmi EV per un totale di 5 miliardi. Questo drastico ripensamento segna una netta inversione rispetto agli impegni annunciati negli anni passati, quando la corsa verso l’elettrificazione sembrava inarrestabile.

Dietro questa svolta si celano una serie di pressioni di mercato e dinamiche industriali che hanno imposto una revisione degli obiettivi. Da un lato, la domanda di veicoli elettrici si è rivelata ben al di sotto delle aspettative iniziali, complice una clientela ancora restia ad abbandonare i motori tradizionali e una rete infrastrutturale non ancora all’altezza delle esigenze. Dall’altro, i costi delle batterie sono rimasti proibitivi, complicando ulteriormente la redditività dei nuovi modelli. A pesare, inoltre, sono intervenuti cambiamenti normativi e l’erosione degli incentivi fiscali federali, che avevano inizialmente favorito la transizione green negli Stati Uniti.

Evidenti criticità

Alla luce di queste criticità, Ford ha optato per una strategia di maggiore diversificazione tecnologica. L’obiettivo, ora, è quello di raggiungere entro il 2030 una produzione globale composta per il 50% da veicoli ibridi, a range esteso e a combustione interna, rispetto all’attuale 17%. Una scelta che punta a garantire flessibilità industriale e ad adattarsi meglio alle reali condizioni di mercato, senza rinunciare del tutto all’innovazione ma bilanciando rischi e opportunità.

Paradossalmente, mentre si ridimensiona l’ambizione nel settore EV, Ford reinveste parte delle risorse liberate in nuove aree di sviluppo. Circa 2 miliardi di dollari saranno destinati a impianti produttivi in Kentucky e Michigan, focalizzati sulla realizzazione di batterie e sistemi di accumulo energetico, ma questa volta orientati principalmente al mercato dei data center e dell’intelligenza artificiale, un comparto in rapida crescita e dalle prospettive più solide rispetto a quello automotive elettrico.

Conseguenze sull’occupazione

Le conseguenze occupazionali di questa trasformazione sono complesse e ambivalenti. Se da un lato si registrano tagli immediati nei siti produttivi di Kentucky legati alle batterie per veicoli elettrici, dall’altro la casa automobilistica promette nuove opportunità lavorative nel medio-lungo periodo, soprattutto in relazione alle nuove attività industriali. Tuttavia, le organizzazioni sindacali restano caute e chiedono garanzie concrete per i lavoratori coinvolti, preoccupate che il saldo occupazionale possa risultare negativo nel breve termine.

La decisione di Ford ha suscitato reazioni contrastanti tra gli addetti ai lavori e gli osservatori del settore. Alcuni analisti sottolineano il rischio di perdere la leadership tecnologica e di pagare un prezzo troppo alto in termini finanziari, mentre altri valutano positivamente l’adattamento pragmatico alle nuove condizioni del mercato. Sul fronte ambientale, invece, crescono le preoccupazioni per il rallentamento della transizione verso le emissioni zero: i gruppi ambientalisti mettono in evidenza come le politiche governative e la riduzione degli incentivi federali stiano influenzando in modo decisivo le scelte strategiche dell’industria automobilistica mondiale.

Ti potrebbe interessare: