Ferrari: la Daytona SP3 è la nuova icona del Cavallino Rampante
599 esemplari previsti, un prezzo di 2 milioni di euro, ed una lista d’ordinazione che è già sold out per la nuova creatura Ferrari.
Il mondo si evolve con una velocità tale che persino Christpher Nolan sarebbe in difficoltà nel percepire la deriva tecnologica moderna, ma nell’universo automobilistico contaminato dall’elettrificazione, Ferrari crea una sorta di quinta dimensione in cui manipola il tempo e lo spazio per creare delle auto rivolte al futuro basate su concetti della tradizione, modelli straordinari, ineguagliabili, che fanno parte della famiglia icona.
La Daytona SP3 rielabora il concetto di sport prototipo
L’ultima arrivata sembra aver fatto un viaggio nel tempo direttamente dal 1967, quando la 330 P3/4, la 330 P4 e la 412P, superarono in parata il traguardo della 24 Ore di Daytona, per questo si chiama Daytona SP3, raccogliendo nella denominazione numerica il testimone delle Monza SP1 ed SP2. Nel prossimo futuro la Ferrari tornerà ad essere protagonista nelle corse di durata nella massima categoria, quella delle Hypercar, per cui la nuova icona di Maranello è un anello di congiunzione ideale, ma anche un esercizio di stile che lascia spazio al demiurgo Flavio Manzoni ed al suo team per plasmare le forme con una mano più libera e disinvolta.
Uno stile che commuove ed un V12 da 840 CV esclusivamente termici
La bellezza è negli occhi di chi guarda, e se tra i 300 facoltosi clienti arrivati a Villa Cora (FI) per vedere in anteprima la nuova creatura di Maranello qualcuno si è commosso, la stampa ha reagito con espressioni di stupore di fronte all’ennesimo capolavoro firmato Ferrari. Pochi secondi per togliere il velo, minuti infiniti per cercare di cogliere l’essenza di ogni particolare.
La base, diciamolo subito, è quella della LaFerrari, e già questo è un dettaglio tutt’altro che trascurabile, ma la Daytona SP3 va oltre, colpisce al cuore dell’appassionato con richiami stilistici che non ti aspetti, e così scopri che ci sono delle palpebre anteriori che ti riportano agli anni ‘80 con dei gruppi ottici parzialmente a scomparsa, non meno affascinanti delle linee orizzontali che si inseguono nel posteriore sottolineando tutta la larghezza dell’auto come le mitiche sport prototipo di una volta, ma riportando in auge un concetto stilistico della Testarossa del 1984.
Tutto ciò che si vede è funzionale, ci mancherebbe, ma ben armonizzato, come lo spoiler posteriore a tutta larghezza, e non c’è spazio per l’aerodinamica attiva. Attenzione, questo non vuol dire che non ci siano concetti di alta scuola, i camini che raccordano il fondo con il posteriore sono un qualcosa di unico, le appendici in carbonio anteriori aumentano il carico verticale, per non parlare dei generatori di vortice con soluzioni da F1 e della pulizia dei flussi d’aria che scorrono lungo la fiancata.
La Daytona sembra nata per correre, ed in effetti, è velocissima, i dati indicano una velocità massima di oltre 340 km/h, uno scatto da 0 a 100 km/h coperto in 2,85 secondi, ed un’accelerazione da 0 a 200 km/h divorata in appena 7,4 secondi, ma non gareggerà in nessun campionato, ognuna delle 599 vetture prodotte sarà protagonista, insieme ai suoi fortunati proprietari, lungo le strade più belle del mondo in cui si svolgeranno gli eventi del Cavallino Rampante. Certo, con tutta quella cavalleria, 840 CV a 9.500 giri al minuto, dispenserà emozioni proibite nei trackday, ma non potrebbe essere altrimenti considerando il suo DNA.
Tanta tecnologia per un V12 aspirato che arriva a 9.500 giri
Ecco che siamo arrivati al cuore della questione, perché di cuore vero e proprio si tratta, del V12 da 6,5 litri derivato dalla 812 Competizione e che, rispetto alle Monza SP1 ed SP2, trova spazio al centro della vettura, dimenticate il kers ed il recupero d’energia della LaFerrari, la Daytona è pensata esclusivamente per i puristi del motore termico, aspirato, ca va sans dire! Per renderlo più leggero sono state adottate delle bielle in titanio ed una riequilibratura dell’albero motore. Inoltre, il coefficiente d’attrito è stato ridotto sfruttando lo spinotto rivestito in Diamond-Like Carbon, e per l’apertura e la chiusura delle valvole si è attinto a piene mani dalla F1 con la soluzione del dito a strisciamento.
Interventi significativi hanno interessato anche il sistema d’aspirazione con collettore e polmone più compatti ed un sistema di trombette a geometria variabile. Cosa vuol dire tutto questo? Che si arriva ad erogare potenza fino a 9.500 giri e si ha sempre un’invidiabile prontezza di risposta quando si spinge l’acceleratore, che poi, tradotto, significa piacere di guida assoluto.
Un cockipit che sorprende
Indossando, solo per qualche istante, i panni di un cliente in grado di staccare un assegno da 2 milioni di euro, è questo il prezzo dell’ultimo bolide esclusivo di Maranello, ho avuto la fortuna di potermi avvicinare, sollevare la portiera, e calarmi in un abitacolo annegato nelle forme monolitiche e muscolari. Il parabrezza ti avvolge, è un corpo unico che arriva nella fiancata con le aperture laterali che consentono di avere una visibilità ad ampio spettro e di consultare i retrovisori posizionati sui passaruota.
L’anteriore sembra pronto ad indicare il punto di corda, ed offre una panoramica completa sulla strada, così il posteriore potrebbe apparire mano amichevole in fatto di visibilità, per cui ecco che un retrovisore interno digitale offre un innovativo punto di vista del retrotreno. La modernità continua con la strumentazione digitale ripresa dalla SF 90 Stradale, ma il volante con i comandi capacitivi ha un diametro ridotto di 6 mm. Un’altra chicca, così come i comandi touch situati nella parte bassa della plancia e integrati talmente bene da fondersi con essa quando l’auto è spenta. Quello che non ti aspetti sulla Daytona SP3 è il comfort delle sedute, con quei sedili appoggiati direttamente sul telaio nei quali il poggiatesta appare sospeso. Sopra la testa il cielo, ma si può montare un hard-top in carbonio o un soft top da tenere nel pozzetto anteriore. Ovviamente, come le vere auto da corsa, il sedile è fisso, è la pedaliera a spostarsi.
Purtroppo non posso accendere il V12 di uno dei 599 esemplari previsti e già prenotati, giocare con le palette dietro il volante per gestire il cambio a doppia frizione a 7 rapporti, né sentire le Pirelli P Zero Corsa realizzate appositamente per la Daytona SP3 aggrapparsi all’asfalto dopo aver spostato il manettino in CT-Off per tenermi un minimo di elettronica in soccorso. Ma tra poco è Natale, Babbo Natale veste di rosso, magari rosso Ferrari…