Un'Alfa Romeo Giulietta così non si era mai vista: super motore V8
Scopri la storia della Alfa Romeo Giulietta V8 by Peak Alfa: motore Maserati, oltre 500 cavalli e un destino da unicorno del motorsport.
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Nell’universo delle auto ad alte prestazioni, ci sono progetti che nascono dal coraggio di andare oltre i limiti imposti dal mercato e dall’immaginazione stessa delle case automobilistiche. È il caso della Giulietta V8, una creazione che fonde la tradizione sportiva italiana con l’ingegneria d’avanguardia britannica, dando vita a una vettura unica nel suo genere. Questa incredibile trasformazione ha visto protagonista una delle compatte più amate, la Alfa Romeo Giulietta, che nelle mani esperte di Roger Evans e della sua officina Peak Alfa ha assunto le sembianze di una vera belva da pista, pronta a sfidare anche le più blasonate supercar.
Quando nel 2010 la Giulietta fece il suo debutto sulle strade, gli appassionati del Biscione accolsero con entusiasmo il ritorno di un nome storico. Tuttavia, nonostante le sue qualità dinamiche e la versione Quadrifoglio Verde da 240 cavalli, tra i più ferventi alfisti rimase un senso di insoddisfazione. Mancava all’appello una variante davvero estrema, capace di riportare in auge lo spirito delle mitiche GTA e di offrire prestazioni da sogno. Fu proprio questa lacuna a stimolare la fantasia di Roger Evans, che decise di spingersi là dove la casa madre non aveva osato.
Un pezzo unico
La sfida era chiara: trasformare la compatta italiana in un vero unicorno del motorsport, un esemplare raro e straordinario destinato a lasciare il segno. Per riuscirci, Evans e il suo team di elaborazioni estreme scelsero di adottare una soluzione tanto audace quanto inedita: trapiantare sotto il cofano della Giulietta il poderoso motore Maserati V8 da 4.7 litri, lo stesso che aveva reso leggendaria la 8C Competizione. Una scelta che cambiò radicalmente il carattere dell’auto, trasformandola da semplice hatchback a pura arma da circuito.
Ma la rivoluzione non si fermò certo al propulsore. La trasmissione venne completamente rivista, optando per un cambio posteriore e la trazione sull’asse posteriore, per garantire una distribuzione dei pesi ideale e una dinamica di guida degna delle migliori vetture da corsa. L’intervento proseguì con l’adozione di una sofisticata elettronica DTA, sospensioni Sachs con componenti mutuati dalla Ferrari Challenge e carreggiate allargate per incrementare la stabilità in curva. L’aerodinamica fu oggetto di un’attenzione maniacale: la presenza di un pronunciato diffusore posteriore e di un vistoso alettone trasformarono l’aspetto della Giulietta, conferendole un look aggressivo e funzionale, in perfetto stile DTM.
Propulsore da 500 CV
Il risultato finale fu una vettura capace di sprigionare ben 500 cavalli, un valore che la proiettava direttamente nell’Olimpo delle auto più performanti. Dopo sette anni di sviluppo, la Giulietta V8 fece il suo esordio ufficiale sul circuito di Croft nel 2021, sorprendendo subito tutti con un terzo posto assoluto. Ma il vero trionfo arrivò poco dopo, quando la vettura conquistò la vittoria ad Oulton Park, dimostrando di essere molto più di un semplice esercizio di stile.
Tuttavia, come spesso accade nelle storie più affascinanti, anche questa avventura fu segnata da difficoltà tecniche e sfide impreviste. Nonostante le prestazioni entusiasmanti, la messa a punto della Giulietta V8 si rivelò estremamente complessa, costringendo Evans a prendere una decisione dolorosa: nel 2022, la vettura venne messa in vendita al prezzo di 45.000 sterline, segnando la fine prematura di un progetto tanto ambizioso quanto travagliato.
Resta però il valore simbolico di questa creazione, che incarna la passione e l’ingegno di chi non si accontenta dei limiti imposti dalla produzione di serie. La Giulietta V8 di Peak Alfa rimane una testimonianza di come la dedizione e il coraggio possano trasformare una semplice compatta in un unicorno del motorsport, capace di emozionare e ispirare tutti gli amanti delle quattro ruote. In un’epoca in cui l’innovazione spesso si scontra con la nostalgia, progetti come questo dimostrano che il vero DNA sportivo non conosce confini né compromessi.
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