F1, Ben Sulayem vuole tornare ai motori V8 dal 2029

Il presidente FIA Ben Sulayem rilancia il ritorno ai motori V8 in F1 dal 2029 per tagliare i costi e favorire sostenibilità e nuovi team

Di Fabrizio Caratani
Pubblicato il 17 lug 2025
F1, Ben Sulayem vuole tornare ai motori V8 dal 2029

Il mondo della Formula 1 si trova davanti a un bivio cruciale, tra innovazione tecnologica e sostenibilità economica. Dopo il Gran Premio di Silverstone, il presidente della FIA, Ben Sulayem, ha scosso il paddock annunciando che si sta valutando seriamente il ritorno dei motori V8 a partire dal 2029. Questa dichiarazione ha immediatamente acceso il dibattito tra addetti ai lavori, appassionati e costruttori, riportando in primo piano la questione dei costi e dell’accessibilità della massima categoria del motorsport.

Un cambio epocale

L’attuale era delle power unit ibride, introdotta nel 2014, ha sicuramente segnato un’evoluzione epocale dal punto di vista tecnico, ma ha portato con sé una complessità crescente e investimenti sempre più onerosi. Secondo Ben Sulayem, i costi di ricerca e sviluppo delle attuali unità motrici superano ormai i 200 milioni di dollari, mentre ogni singolo motore costa ai team tra 1,8 e 2,1 milioni di dollari. Una cifra che rischia di mettere in difficoltà non solo le squadre minori, ma anche di scoraggiare nuovi costruttori intenzionati a entrare nel Circus.

La proposta delineata dalla FIA prevede un ritorno ai motori V8, che tanto hanno fatto sognare tifosi e piloti fino al 2013, ma con una visione moderna e responsabile. Il progetto, infatti, non intende rinunciare all’innovazione: si parla di una nuova generazione di propulsori dotati di tecnologie ibrido semplificate, meno ingombranti e più facili da gestire sia in termini tecnici che economici. Un altro punto cardine è l’adozione di carburanti sostenibili, elemento imprescindibile per mantenere la Formula 1 in linea con gli obiettivi ambientali che oggi guidano l’intero settore automotive.

Ritorno ai motori ruggenti

Il ritorno ai motori V8 non sarebbe quindi un semplice passo indietro, ma una scelta strategica per ridurre drasticamente i costi senza sacrificare la performance e la spettacolarità. Secondo le prime stime, questa rivoluzione tecnica potrebbe abbattere le spese per i propulsori fino al 50%, favorendo una maggiore competitività e, soprattutto, abbassando la barriera all’ingresso per nuovi team. Un aspetto che potrebbe rendere la griglia più ricca e variegata, con la concreta possibilità di vedere un dodicesimo team al via, magari proveniente dalla Cina, un mercato in fortissima espansione e di grande interesse per gli organizzatori.

Naturalmente, la strada verso questa trasformazione non sarà priva di ostacoli. Il processo richiederà almeno tre anni di lavoro, rendendo il 2029 una data realistica per l’implementazione. Inoltre, la proposta dovrà ottenere il via libera non solo dalla FIA, ma anche dalla FOM – la Formula One Management guidata da Stefano Domenicali – e dovrà raccogliere una maggioranza qualificata tra i produttori di motori. Il tema è stato già oggetto di discussione all’inizio della stagione in Bahrain, dove tutti i principali attori hanno convenuto sulla necessità di mantenere una componente ibrido e l’impiego di carburanti sostenibili, ma senza perdere di vista la sostenibilità economica.

Bilanciare le spese

L’obiettivo di Ben Sulayem e della FIA è chiaro: bilanciare le esigenze di contenimento dei costi con quelle di una Formula 1 sempre più verde e accessibile. La proposta punta a rilanciare il fascino intramontabile dei motori V8, offrendo però una piattaforma più sostenibile sia dal punto di vista finanziario che ambientale. Un equilibrio non facile da raggiungere, ma indispensabile per garantire un futuro competitivo e attraente alla massima espressione dell’automobilismo sportivo.

Mentre Stefano Domenicali e la FOM osservano con interesse l’evolversi della situazione, i prossimi mesi saranno decisivi per capire se questa rivoluzione prenderà davvero forma. Il dialogo tra istituzioni, costruttori e team sarà fondamentale per tracciare la rotta verso una nuova era della Formula 1, in cui il rombo dei motori V8 potrà tornare protagonista, ma in una veste più sostenibile e al passo con i tempi.

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