Emissioni CO2 in Europa, la media cresce fino a 185,4 g/km

Nel 2024 aumentano le emissioni medie di CO2 delle auto nuove in Europa. Diminuisce la quota di veicoli elettrici e cresce l'uso di furgoni tradizionali

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 11 giu 2025
Emissioni CO2 in Europa, la media cresce fino a 185,4 g/km

Lieve ma preoccupante aumento nelle emissioni CO2 delle nuove automobili in Europa. Un dato che segna un’inversione di tendenza inaspettata, considerando i progressi registrati negli ultimi anni nel contenimento dell’inquinamento atmosferico.

Cala il numero di auto elettriche

Secondo i dati diffusi dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, nel 2024 le emissioni medie di anidride carbonica delle nuove immatricolazioni sono salite a 106,8 g/km, rispetto ai 106,4 g/km del 2023. Sebbene l’aumento sia lieve, rappresenta un segnale d’allarme, attribuibile principalmente a due fattori: la diminuzione della quota di mercato delle auto elettriche e l’aumento delle emissioni nel segmento dei veicoli commerciali.

Nel 2024, il numero totale di nuove immatricolazioni nell’Unione Europea, in Norvegia e in Islanda è rimasto stabile a 10,7 milioni di unità. Tuttavia, la quota di veicoli elettrificati ha subito un calo significativo. Le auto completamente elettriche sono scese dal 15,5% al 14,5%, mentre gli ibridi plug-in hanno registrato una diminuzione dall’8,1% al 7,2%. Complessivamente, la percentuale di veicoli elettrificati è passata dal 23,6% al 22%, evidenziando una battuta d’arresto nella transizione verso una mobilità più sostenibile.

La situazione dei veicoli commerciali

Particolarmente preoccupante è la situazione nel settore dei veicoli commerciali, dove le emissioni medie sono aumentate di 4,5 g/km, raggiungendo i 185,4 g/km. Questo incremento è avvenuto nonostante un aumento del 9% nelle immatricolazioni, con 1,3 milioni di nuovi furgoni venduti. Tuttavia, la percentuale di furgoni elettrici è diminuita sensibilmente, passando dall’8,3% al 6,4%. Questo dato riflette una difficoltà nel mantenere un trend positivo in un segmento cruciale per la riduzione delle emissioni complessive.

Disparità all’interno dei confini

La distribuzione geografica delle immatricolazioni di furgoni elettrici evidenzia notevoli disparità all’interno del mercato europeo. Francia, Germania e Paesi Bassi rappresentano oltre la metà delle vendite complessive, mentre i paesi nordici si confermano leader nell’adozione di questa tecnologia. La Norvegia, in particolare, registra una quota del 30%, seguita dalla Svezia con il 21% e dalla Danimarca con il 18%. Questi numeri sottolineano il ruolo trainante di alcune nazioni nella transizione verso una mobilità più sostenibile, a fronte di una diffusione ancora limitata in altre aree.

Questa inversione di tendenza nelle emissioni CO2 rappresenta un campanello d’allarme per l’industria automobilistica e per le politiche ambientali europee. Nonostante i progressi degli ultimi anni, la transizione verso una mobilità sostenibile si sta dimostrando più complessa del previsto. Tra i principali ostacoli emergono i costi elevati dei veicoli elettrici, la carenza di infrastrutture di ricarica adeguate e le persistenti preferenze dei consumatori per i modelli tradizionali, spesso più economici e percepiti come più affidabili.

Come invertire la rotta

Per invertire nuovamente la rotta e riprendere il percorso di riduzione delle emissioni, sarà necessario adottare misure incisive. Tra queste, un rafforzamento degli incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni e un aumento degli investimenti nelle infrastrutture di supporto alla mobilità elettrica. Inoltre, sarà fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza tra i consumatori riguardo ai benefici ambientali ed economici a lungo termine derivanti dall’utilizzo di auto elettriche.

In un contesto in cui la lotta al cambiamento climatico rappresenta una priorità globale, l’industria automobilistica europea si trova di fronte a una sfida cruciale. La capacità di superare le difficoltà attuali e di accelerare la transizione verso una mobilità sostenibile sarà determinante per il futuro del settore e per il raggiungimento degli obiettivi climatici a livello internazionale.

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