La regina americana al Nürburgring: nuovo record sull’Inferno Verde
La Corvette ZR1X conquista il Nürburgring con un tempo record di 6:49.275, battendo la Ford Mustang GTD e ridefinendo le prestazioni americane
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Un nuovo capitolo nella storia delle supercar americane è stato scritto sulle leggendarie curve del Nürburgring. Il circuito tedesco, soprannominato l’Inferno Verde, ha visto protagonista la potentissima Corvette ZR1X, che ha siglato un record impressionante: 6:49.275 minuti, affermandosi come la vettura americana più veloce mai vista su questo tracciato. Ma dietro questo risultato non c’è solo la potenza bruta, bensì una combinazione di tecnologia avanzata, audacia e spirito di competizione che ridefinisce il ruolo delle sportive a stelle e strisce in Europa.
Prestazioni superlative
Dopo anni di silenzio e riservatezza sui tempi ufficiali, Chevrolet ha scelto di tornare sotto i riflettori, schierando non una, ma ben tre versioni della sua iconica sportiva per affrontare la sfida del Nürburgring. Oltre alla regina della giornata, la ZR1X, si sono cimentate sul tracciato anche la Corvette ZR1 e la Corvette Z06. Il risultato? Una vera e propria dimostrazione di forza, che ha lasciato il segno non solo per le prestazioni assolute, ma anche per la costanza e la qualità dei tempi registrati.
Il confronto diretto con la concorrenza è stato inevitabile e, per certi versi, impietoso. La Ford Mustang GTD, con il suo tempo di 6:52.072, è stata superata sia dalla ZR1X che dalla ZR1, sancendo un nuovo equilibrio tra le sportive americane in Europa. La ZR1X ha fermato il cronometro a 6:49.275, la ZR1 ha seguito a ruota con 6:50.763, mentre la Z06 ha chiuso la sua fatica in 7:11.826. Numeri che raccontano una supremazia chiara e che confermano la rinascita della tradizione sportiva Chevrolet sul vecchio continente.
Auto da corsa a tutti gli effetti
Un aspetto che rende ancora più straordinario questo risultato è la configurazione delle vetture impiegate. Tutte le auto erano pressoché di serie, dotate unicamente delle modifiche obbligatorie per la sicurezza in pista: roll-bar, cinture a sei punti e sistema antincendio. Un dettaglio fondamentale è la presenza del Performance Package di serie, un pacchetto tecnico che esalta le qualità dinamiche della vettura e che, insieme agli pneumatici Michelin Pilot Sport Cup 2 R, ha permesso di raggiungere livelli di grip e prestazioni eccezionali. Questi pneumatici, sviluppati appositamente per l’uso in pista, si sono rivelati una delle chiavi di volta per ottenere tempi così competitivi.
Ma la vera sorpresa arriva dal volante. Nessun pilota professionista ha firmato questi tempi: a guidare le Corvette erano infatti gli ingegneri della casa americana, protagonisti dello sviluppo delle vetture. Il miglior tempo, quello della ZR1X, porta la firma di Drew Cattell, ingegnere specializzato nella dinamica del veicolo. La sua prestazione dimostra non solo la facilità di gestione e la guidabilità della nuova generazione di sportive americane, ma anche la profondità del know-how tecnico maturato da Chevrolet.
Motore ibrido
Il cuore tecnologico della ZR1X è il suo rivoluzionario powertrain ibrido, una soluzione che unisce il tradizionale V8 a una potente unità elettrica anteriore, raggiungendo una potenza complessiva di oltre 1.250 cavalli. Questo schema ibrido, frutto di anni di ricerca e sviluppo, consente alla vettura di esprimere il massimo delle sue potenzialità sia sui rettilinei che nelle sezioni più tecniche e impegnative del circuito, offrendo una spinta inedita e una trazione superiore rispetto alle rivali tradizionali.
Per celebrare questa impresa, Chevrolet ha deciso di condividere l’emozione dei giri record pubblicando tre video ufficiali, che permettono agli appassionati di vivere in prima persona ogni istante di questa performance storica. La casa americana, con questa prova di forza, non solo ribadisce la propria supremazia sulle rivali nazionali, ma lancia anche una sfida diretta ai più prestigiosi costruttori europei, ponendo la Corvette ZR1X come nuovo punto di riferimento nel panorama delle supercar.
Il successo al Nürburgring rappresenta dunque molto più di un semplice record: è la dimostrazione che la passione, la tecnologia e la determinazione possono spingere i limiti delle vetture americane oltre ogni aspettativa, scrivendo una pagina indelebile nella storia dell’automobilismo sportivo internazionale.