BYD avvia la prima fabbrica europea a Szeged: arrivate le attrezzature

BYD avvia la fabbrica a Szeged: arrivate le attrezzature. Il progetto punta a evitare i dazi UE, ridurre i tempi logistici e avviare la produzione locale nel 2026

BYD avvia la prima fabbrica europea a Szeged: arrivate le attrezzature
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Giorgio Colari
Pubblicato il 15 dic 2025

Ridurre i costi logistici, eludere il pesante dazi UE del 27% sulle auto provenienti dalla Cina e conquistare il mercato europeo attraverso una produzione locale: sono questi i pilastri della strategia con cui BYD, colosso cinese dell’automotive, ha deciso di inaugurare la sua nuova fabbrica ungherese a Szeged. L’impianto, che vede le prime attrezzature arrivare a dicembre 2025, rappresenta una svolta cruciale per la presenza asiatica nel Vecchio Continente. Tuttavia, l’ambizioso progetto non è privo di ombre: la Commissione Europea ha già avviato un’indagine preliminare per verificare la presenza di eventuali sussidi statali cinesi, mentre la tabella di marcia ha subito uno slittamento dal 2025 al 2026.

Una mossa strategica

L’investimento di BYD in Ungheria è una mossa calcolata per radicarsi nel cuore dell’Europa. Con una capacità produttiva teorica di circa 300.000 vetture all’anno, lo stabilimento partirà con il lancio della compatta Dolphin Surf, seguita da altri modelli strategici come Atto 3, Dolphin, Seal e Seal U. Il ramp-up produttivo inizierà in modo graduale, per poi accelerare sensibilmente nel corso del 2026, quando l’impianto dovrebbe entrare a pieno regime e dare il via a una nuova fase della mobilità elettrica europea.

Un elemento chiave della strategia di BYD è l’integrazione nella filiera industriale europea. A tal proposito, il gruppo ha stretto una partnership significativa con Voestalpine, leader nella fornitura di acciai e componenti. Questo accordo testimonia la volontà di consolidare la presenza nella supply chain continentale, puntando su fornitori locali anziché continuare a importare materiali dall’Asia. Una scelta che mira non solo a rafforzare i legami con il tessuto industriale europeo, ma anche a migliorare l’efficienza e la sostenibilità delle operazioni.

Un programma ben definito

Il cronoprogramma dell’intero progetto si articola in diverse fasi: si parte dall’acquisizione dei terreni, avvenuta a gennaio 2024, per poi registrare un’accelerazione a settembre 2025, con l’arrivo della macchinistica previsto per dicembre dello stesso anno. Questa timeline riflette l’impegno concreto di BYD verso il mercato europeo, nonostante i ritardi iniziali che hanno posticipato l’avvio della produzione al 2026. L’azienda punta così a ridurre drasticamente i tempi di consegna e a offrire ai consumatori europei un’alternativa competitiva rispetto ai costruttori tradizionali.

Tuttavia, il quadro normativo si presenta complesso e carico di incognite. L’indagine avviata dalla Commissione Europea sulla possibile ricezione di aiuti pubblici cinesi getta un’ombra di incertezza sull’intera operazione, anche perché – secondo alcune fonti – le autorità ungheresi non sarebbero state tempestivamente informate dell’iniziativa. Questo scenario alimenta il dibattito tra critici e sostenitori: da un lato, c’è chi teme una distorsione della concorrenza a causa di pratiche commerciali non trasparenti; dall’altro, chi intravede nella nuova fabbrica ungherese un’opportunità per accelerare l’innovazione, ridurre i costi e generare ricadute positive sull’occupazione e sull’industria locale.

Può risultare come una mossa decisiva

Gli analisti sottolineano come la presenza di BYD a Szeged possa rappresentare un vero e proprio spartiacque per il settore automobilistico europeo. La pressione competitiva esercitata dalla casa cinese potrebbe costringere i costruttori storici a rivedere le proprie strategie di approvvigionamento e di pricing, stimolando una revisione profonda delle logiche di produzione e distribuzione. In questo contesto, la scelta di puntare su una produzione locale non solo consente di aggirare i dazi UE, ma permette anche di offrire prodotti più in linea con le esigenze e gli standard qualitativi del mercato europeo.

Nei prossimi mesi, l’attenzione sarà tutta rivolta all’esito dell’inchiesta della Commissione Europea, alle prime fasi produttive della fabbrica ungherese e alla capacità effettiva dello stabilimento di rispettare le rigorose normative e aspettative del mercato europeo. In un settore in rapida evoluzione, la sfida lanciata da BYD promette di cambiare radicalmente gli equilibri, accelerando la transizione verso una mobilità più sostenibile e innovativa.

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