Vendite gonfiate nel mercato cinese, una pratica controversa: come fanno
Scandalo in Cina: auto nuove già assicurate per gonfiare i dati di vendita. Case automobilistiche sotto accusa e mercato europeo in crescita
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Nel panorama del mercato auto Cina si sta facendo strada una pratica tanto ingegnosa quanto controversa, che rischia di minare la fiducia globale nei confronti delle case automobilistiche cinesi. Si tratta di una strategia che, sfruttando la gestione delle assicurazione auto, consente di presentare numeri di vendita più alti rispetto alla realtà, attirando così l’attenzione di investitori e analisti. Ma dietro i dati apparentemente brillanti delle auto nuove si nasconde una realtà molto meno trasparente, fatta di polizze attivate a insaputa dei clienti e di “vendite fantasma” che alterano profondamente il quadro del settore.
Polizze attivate prima della consegna: la nuova frontiera delle vendite gonfiate
Tutto nasce da un fenomeno sempre più diffuso tra i concessionari e le case automobilistiche cinesi: numerosi acquirenti scoprono, al momento del ritiro della propria vettura, che questa risulta già coperta da una assicurazione auto stipulata da terzi, spesso senza alcuna comunicazione preventiva. Questa polizza non rappresenta un servizio aggiuntivo, bensì uno strumento per registrare l’auto come già venduta, anche se di fatto non è ancora stata consegnata né acquistata da un cliente reale.
Secondo un’approfondita inchiesta condotta da Reuters, sarebbero già emersi quasi cento casi documentati di questa pratica. In sostanza, alcuni produttori attivano la polizza assicurativa e fanno figurare l’auto come “venduta” nei propri sistemi, incrementando così artificialmente le statistiche commerciali. Il risultato? Un quadro delle vendite gonfiate che, sebbene momentaneamente utile per presentare bilanci positivi agli investitori, rischia di generare una bolla di dati poco affidabili.
I marchi coinvolti: tra normalità e dissenso
Tra i protagonisti di questa pratica figurano nomi di primo piano nel mercato auto Cina. Alcuni concessionari di SAIC, Dongfeng Nissan e Toyota hanno ammesso apertamente che la procedura è ormai diventata una consuetudine nel settore. In particolare, queste aziende sembrano aver adottato un approccio più flessibile, chiudendo spesso un occhio sulle modalità con cui vengono registrate le auto nuove.
Non tutti, però, sono disposti ad accettare questa deriva. Honda e GM si sono pubblicamente dissociate, sottolineando che una simile strategia va contro le loro politiche aziendali e i principi di trasparenza che dovrebbero guidare il settore. La presa di posizione di questi due giganti rappresenta un segnale importante, che potrebbe contribuire a sollevare il dibattito sulla necessità di regole più stringenti e di controlli più efficaci.
Il caso Neta: record di “vendite fantasma”
Tra i casi più eclatanti emersi dall’inchiesta spicca quello di Neta, produttore cinese che avrebbe dichiarato oltre 64.000 vendite nel giro di poco più di un anno. Tuttavia, si tratta di auto nuove che in realtà sono rimaste semplicemente parcheggiate, coperte da una assicurazione auto intestata a soggetti terzi, senza che sia mai avvenuto un vero passaggio di proprietà. Un vero e proprio caso scuola di vendite gonfiate, che getta un’ombra sull’affidabilità dei dati diffusi dal brand e, più in generale, dal comparto automotive cinese.
Implicazioni per il mercato internazionale: focus su immatricolazioni Europa
Il fenomeno delle vendite gonfiate non è un semplice problema interno, ma rischia di avere conseguenze anche sul piano internazionale. Negli ultimi anni, infatti, le case automobilistiche cinesi stanno conquistando fette sempre più ampie di mercato anche fuori dai confini nazionali. Nel primo semestre del 2025, le immatricolazioni Europa di veicoli cinesi sono cresciute del 91%, toccando quota 347.000 unità. Un dato che, se letto alla luce delle recenti inchieste, pone seri interrogativi sulla reale consistenza di questa espansione.
Non solo Europa: il prossimo obiettivo delle case automobilistiche cinesi è rappresentato dagli Stati Uniti, dove il 76% degli operatori del settore si aspetta un imminente sbarco dei brand orientali. Tuttavia, la diffusione di pratiche come quella delle polizze “pre-attivate” rischia di minare la credibilità dell’intero comparto, alimentando dubbi e diffidenza tra investitori, clienti e autorità di regolamentazione.
Un futuro a rischio senza trasparenza
Il caso delle assicurazione auto attivate prima della consegna e delle vendite gonfiate rappresenta una sfida cruciale per il futuro del mercato auto Cina. Se da un lato l’innovazione e la competitività dei costruttori cinesi sono ormai sotto gli occhi di tutti, dall’altro la trasparenza e l’affidabilità dei dati commerciali restano elementi imprescindibili per una crescita sostenibile e credibile. La speranza è che il settore sappia cogliere il segnale d’allarme e adottare rapidamente strumenti di controllo e verifica, a tutela non solo degli investitori, ma anche di milioni di automobilisti in tutto il mondo.
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