L'UE vorrebbe auto elettriche obbligatorie per le flotte aziendali: lo scenario

La Commissione europea valuta il divieto di auto endotermiche per flotte aziendali e noleggio dal 2030. Forti reazioni da Germania e settore automotive

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 22 lug 2025
L'UE vorrebbe auto elettriche obbligatorie per le flotte aziendali: lo scenario

Nel cuore dell’Europa si accende un acceso dibattito che promette di cambiare il volto della mobilità: dal 2030, secondo una proposta attualmente al vaglio, tutte le auto elettriche potrebbero diventare obbligatorie per le flotte aziendali e le società di noleggio. Un’iniziativa che divide profondamente governi, industria e opinione pubblica, con la Commissione europea pronta a giocare un ruolo da protagonista nella definizione delle nuove regole per la transizione energetica del settore automobilistico.

La proposta, riportata inizialmente dal quotidiano tedesco Bild, prevede che a partire dal 2030 tutte le nuove auto acquistate da flotte aziendali e società di noleggio siano esclusivamente a propulsione elettrica. Una svolta che anticiperebbe di ben cinque anni il già discusso divieto di immatricolazione di veicoli a combustione interna fissato per il 2035, con l’obiettivo di imprimere un’accelerazione decisiva verso una mobilità a basse emissioni.

Le flotte sono il 60% delle nuove immatricolazioni

Il segmento delle flotte aziendali e del noleggio rappresenta un pilastro fondamentale del mercato automobilistico europeo: secondo le stime, circa il 60% delle nuove immatricolazioni riguarda proprio questi canali. Se la misura dovesse essere approvata, avrebbe un impatto dirompente, fungendo da vero e proprio catalizzatore per la transizione energetica dell’intero comparto dei trasporti. I sostenitori della proposta, tra cui numerosi esponenti ambientalisti, sottolineano come una rapida elettrificazione delle flotte sia indispensabile per centrare gli ambiziosi obiettivi climatici fissati dall’Unione Europea.

Non mancano però le voci critiche. In prima linea si schiera la Germania, con il Ministero dei Trasporti che ha espresso una netta opposizione: «Respingiamo fermamente questa ipotesi», si legge in una nota ufficiale. Il dissenso tedesco trova ampio sostegno anche tra i costruttori automobilistici e numerosi parlamentari, che considerano la proposta della Commissione europea poco aderente alle reali condizioni del mercato e rischiosa per la competitività dell’industria continentale.

Società di noleggio sono preoccupate

Le società di noleggio si dichiarano preoccupate per le ripercussioni economiche e operative che un obbligo di elettrificazione totale comporterebbe. Molti clienti, infatti, continuano a preferire i veicoli tradizionali, soprattutto a causa delle ancora limitate infrastrutture di ricarica, dell’autonomia ridotta delle auto elettriche e dei costi di acquisto ancora elevati rispetto ai modelli a combustione.

Sul piano tecnico e ambientale, il confronto si fa ancora più acceso. Luca Ronconi di AT Flow evidenzia che, valutando l’intero ciclo di vita, «l’auto elettrica è la soluzione a minore impatto ambientale», sostenendo che l’elettrificazione delle flotte rappresenta la scelta più efficace per ridurre le emissioni. Tuttavia, non tutti sono d’accordo: Akio Toyoda, presidente di Toyota, ha dichiarato che «le auto elettriche inquinano il triplo delle ibride», alimentando dubbi sulla reale sostenibilità di una transizione totale verso l’elettrico. In contrapposizione, Stefano Terranova di Atlante ribadisce che «la mobilità elettrica è una necessità strategica», sottolineando la rilevanza di questa scelta per il futuro del settore.

L’idea biocarburanti

In questo scenario complesso emergono anche proposte alternative, come quella dell’assessore lombardo Guidesi, che invita a non trascurare il ruolo dei biocarburanti nella strategia di decarbonizzazione post-2035. L’inclusione dei biocarburanti potrebbe offrire un ventaglio più ampio di soluzioni tecnologiche, favorendo una transizione meno traumatica per l’industria e i consumatori.

La proposta della Commissione europea dovrà ora affrontare un percorso legislativo tutt’altro che semplice, con passaggi obbligati in Parlamento e Consiglio europeo. La forte opposizione di alcuni Stati membri, in particolare della Germania, lascia presagire un iter lungo e accidentato, segnato da negoziati serrati e possibili compromessi. In gioco c’è il delicato equilibrio tra esigenze ambientali, sostenibilità economica e tutela della competitività industriale: una sfida che determinerà il futuro della mobilità europea e il ruolo delle auto elettriche nelle flotte aziendali e nel noleggio dei prossimi decenni.

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