Assolto a Milano per targa modificata con nastro adesivo: il caso che fa discutere
Un 64enne assolto a Milano per una targa modificata con scotch nero. Il giudice accoglie la tesi dello scherzo di estranei
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Un curioso caso giudiziario si è concluso con l’assoluzione Milano di un uomo di 64 anni, residente a Novate Milanese, accusato di falso materiale. Il fatto risale a febbraio 2023, quando l’uomo, dipendente dei Punti Blu, è stato fermato alla guida di una Fiat Panda con una targa modificata. Il giudice Paolo Guidi, del Tribunale di Milano, ha accolto la tesi difensiva, che attribuiva l’alterazione a un possibile scherzo di terzi.
La faccenda
L’episodio ha avuto inizio durante un controllo di routine, quando gli agenti hanno notato che la targa del veicolo era stata manomessa: una “D” era stata trasformata in una “B” utilizzando del nastro adesivo nero. L’auto era intestata all’ex moglie dell’imputato, il che ha ulteriormente complicato l’accertamento delle responsabilità. Sebbene la pubblica ministero Alessia Menegazzo avesse richiesto una sanzione pecuniaria, sostenendo la consapevolezza dell’imputato, la difesa ha argomentato che l’uomo fosse vittima di uno scherzo di cattivo gusto. Questa tesi è stata ritenuta plausibile dal giudice, portando all’assoluzione.
Il processo, conclusosi il 3 giugno, ha evidenziato la complessità nell’accertare il dolo nei reati di falso materiale. Per configurare tale reato, infatti, è necessario dimostrare l’intenzionalità, un elemento che in questo caso non è emerso con chiarezza dalle prove presentate. L’assoluzione, dunque, è stata giustificata dall’assenza di evidenze sufficienti a dimostrare la colpevolezza dell’imputato.
La vulnerabilità delle targhe
Un elemento particolarmente interessante è il profilo professionale dell’uomo, che lavora presso i Punti Blu, un contesto che gestisce servizi come Telepass e Viacard. Sebbene questo dettaglio avrebbe potuto sollevare sospetti iniziali, non è stato considerato determinante per provare la sua responsabilità.
Questo caso mette in luce una problematica più ampia: la vulnerabilità delle targhe automobilistiche alle alterazioni. La facilità con cui una targa può essere modificata solleva preoccupazioni sia per la sicurezza stradale che per l’efficacia dei sistemi di controllo automatizzati. È possibile che le autorità debbano considerare l’introduzione di misure più rigorose per prevenire tali manomissioni, come l’adozione di materiali più sicuri o tecnologie avanzate per la registrazione delle targhe.
Un caso che fa giurisprudenza
Oltre agli aspetti tecnici, il caso rappresenta un esempio significativo di come la giustizia debba bilanciare il rigore normativo con una valutazione attenta delle circostanze individuali. Quando le prove non conducono a conclusioni univoche, è essenziale considerare il contesto per evitare decisioni potenzialmente ingiuste. In questo caso, il verdetto di assoluzione ha tenuto conto della mancanza di intenzionalità e della possibilità che l’imputato fosse stato vittima di un evento fuori dal suo controllo.
In conclusione, il singolare episodio non solo rilancia il dibattito sulla sicurezza delle targhe automobilistiche, ma evidenzia anche l’importanza di un approccio giudiziario che sappia adattarsi alle sfumature dei singoli casi. L’assoluzione del 64enne di Novate Milanese al Tribunale di Milano dimostra come la giustizia possa, e debba, contemperare le esigenze normative con la comprensione delle situazioni individuali, evitando di penalizzare ingiustamente chi potrebbe essere vittima di circostanze sfortunate.
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