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Centenario Citroën: da Milano alla Ferté Vidame a bordo di una Dyane 6

Abbiamo percorso più di 1.100 chilometri a bordo di una Dyane 6 per raggiungere la Ferté Vidame, luogo designato per celebrare il Centenario di Citroën. Un’esperienza impareggiabile che ci ha fatto riscoprire le sensazioni pure del passato.

Quest’anno si celebra il centenario di Citroën, Marchio fondato da André Citroën nel 1919, un momento simbolico e significativo che meritava il giusto tributo. Così alla Fertè Vidame dal 19 al 21 luglio ha preso vita il Raduno del Secolo per omaggiare una delle Case automobilistiche che più hanno contribuito a scrivere la storia dell’industria a quattro ruote. Nel corso di questi cento anni, Citroën è stata capace di realizzare vetture che sono diventate miti e icone, alcuni modelli sono stati determinanti per operare la diffusione di massa dell’automobile, in un epoca in cui non tutti potevano permettersi di acquistare con facilità un’auto, altri invece sono stati fondamentali per la progressione tecnologica, grazie all’adozione di soluzioni pionieristiche e all’avanguardia. Tra questi non possiamo non citare la Type A-10 HP, la prima auto lanciata dalla Casa francese nonché la prima vettura europea prodotta secondo i metodi del taylorismo, poi la Traction Avant un’auto rivoluzionaria che ha introdotto per la prima volta su un’auto di serie la trazione anteriore, la 2CV che per 41 anni è stata una beniamina delle scene mondiali con oltre 5 milioni di esemplari venduti e infine la DS che è un po’ il simbolo di Citroën e dell’automobilismo mondiale. Tutte queste e oltre 150 modelli sono stati gli assoluti mattatori della tre giorni della Ferté Vidame, alla quale hanno preso parte oltre 4.000 veicoli, 11.000 espositori e 50.000 visitatori da ogni parte del mondo. Anche dall’Italia è arrivato il proprio contributo con ben 150 equipaggi che hanno raggiunto questo luogo storico per Citroën.

Tra questi vi eravamo anche noi, che in quattro giorni a bordo di una Dyane 6 di Citroën Italia abbiamo percorso più di 1.100 chilometri per giungere al luogo clou, dove tutti gli amanti del Double Chevron si sono dati appuntamento. Mettersi al volante di una vettura del passato è stata un’esperienza irripetibile, un lungo viaggio attraverso un Paese incantevole, compiendo un’avventura ricca di emozioni, respirando la storia e le sensazioni di un tempo che fu. Un grande contributo al successo di questo viaggio lo ha dato la Dyane, che ci ha ricordato che basta poco per essere felici. Adesso, vi raccontiamo com’è stato vivere in prima persona il Raduno del Secolo di Citroën.

Giorno 1: Milano – Lione

Prendiamo subito confidenza con lei, la Dyane, splendida nel suo colore Rouge Geranium capace di attirare l’attenzione di tutte le persone che sono arrivate in Via Gattamelata 41, la sede storica di Citroën a Milano. Questo è il luogo designato per la partenza che ci avrebbe portato alla Ferté Vidame. Insieme alla Dyane ci sono una 2CV Soleil, una Visa Chrono, oltre a una nutrita schiera di Pluriel. Ma come detto la nostra fedele compagna di avventura è proprio la Dyane, o meglio Diana come la dea della caccia dei latini che ha ispirato la casa francese nel 1967 al momento del suo lancio commerciale. Il nostro esemplare è datato 1978 ed è stato restaurato da Citroën Italia nel 2017 in occasione del cinquantesimo anniversario dalla nascita di una delle vetture più amate del costruttore transalpino.

Giriamo la chiave e accendiamo il piccolo motore bicilindrico raffreddato ad aria da 602 cc e 35 CV di potenza, e in un attimo parte quel suono inconfondibile che ci avrebbe accompagnato in questo lungo tour. Un rumore coraggioso e orgoglioso, che avrebbe sopperito con personalità all’assenza dello stereo nell’abitacolo. A che serve la musica quando hai un suono così, verrebbe da dire. Con questa colonna sonora ci siamo messi in cammino verso Lione, per una tappa che avrebbe contato più di 465 chilometri. Abbandonato il traffico milanese, la nostra carovana prende la direzione dell’autostrada che porta a Torino e da lì verso le grandi Alpi con il suo Monte Bianco. La Dyane non si scompone, in autostrada viaggia tranquillamente sui 110 km/h senza batter ciglio, il rumore del vento si sposa alla perfezione con quello del bicilindrico, una sinergia perfetta che grazie ai finestrini sempre aperti aiuta a combattere anche le temperature estive, in assenza di aria condizionata. Sulla strada la piccola Citroën mostra il petto all’infuori, si inorgoglisce grazie ai tanti tributi, saluti e “strombazzate” che i tanti automobilisti e passanti le dedicano al suo cospetto. L’effetto simpatia e l’effetto nostalgia sono una della grandi doti di questa macchina, e lo percepiscono tutti, dai bambini ai più grandi che già l’hanno conosciuta negli anni d’oro.

Dopo la breve sosta a Courmayeur superiamo il Monte Bianco e scolliniamo verso la Francia. Adesso la Dyane gioca in Casa, nella sua terra natia, e tra le curve danza e si esalta. Siamo partiti da Milano intorno alle 11:45 del mattino, verso l’ora di cena arriviamo a destinazione. L’elegante e razionale città di Lione ci dà il suo benvenuto. E’ giunto il momento del riposo del guerriero, la Dyane ci ha portati con comodità e con un grosso sorriso alla fine della prima tappa, forse quella più faticosa, sicuramente quella più lunga.

Giorno 2: Lione – Nevers

Al mattino ci si mette, spinti dal grande entusiasmo, di nuovo al volante della Dyane, senza però aver prima aperto la capote in tela fino in fondo. Stavolta si viaggia per le strade nazionali francesi, le autostrade sono bandite. Per vivere a pieno l’esperienza di un viaggio che attraversa le bellezze d’Oltralpe dobbiamo guidare a cielo aperto e immergerci a 360 gradi nella propria realtà, fatta per stimolare i cinque sensi. La seconda tappa conta almeno 450 chilometri da percorrere, da compiere soprattutto nella celebre Nazionale 7. Si tratta di una strada dal grande fascino e dalla lunga tradizione, un orgoglio per tutti i francesi perché collega la Costa Azzurra con il Nord della Francia, fino a Parigi, toccando varie Regioni, dalla Provenza alla Borgogna, e comunicando con città importanti come Avignone, Lione e appunto la Capitale, Paris. Non si può dimenticare come questa via di comunicazione porti anche a templi dell’automobilismo come i circuiti di Magny Cours e soprattutto Le Mans.

A Lione la carovana di veicoli storici del Double Chevron si arricchisce di altri prestigiosi modelli provenienti dall’Italia, così si aggregano al grande serpentone di magnifiche Citroën due DS Pallas, che donano un tocco di aristocrazia e di nobiltà in più a tutto il gruppo, e un’altra bellissima 2CV France 3. Abbandonate le caotiche strade di Lyon, dove i lavori in corso fanno da padrone, ci immergiamo nelle strade tradizionali della Francia, quei teatri dove le nostre vetture sono state concepite, pensate e dove hanno esercitato un ruolo di prim’ordine. Si capisce istantaneamente come questo sia il loro habitat, tra i dolci sali e scendi collinari e le morbide pianure, la Dyane prosegue inesorabile la sua marcia, quasi in modo instancabile. I sedili sono comodi, la postazione di guida è sorprendente per quanto sia congeniale al confort. L’assenza di servosterzo non è un grande dramma, a patto che non si debbano fare particolari manovre di parcheggio o repentine inversioni a U.

Nel mezzo del nostro viaggio ci fermiamo a Clermont-Ferrand, qui ha la sua sede Michelin, così come il suo museo. La storia di Michelin e di Citroën è contraddistinta da un filo rosso che ha unito indiscutibilmente le loro sorti. Infatti all’interno di questa magnifica struttura, il legame tra questi due fortissimi nomi dell’industria francese esce fuori in modo naturale. Nel 1935, poco prima della prematura morte del fondatore del Double Chevron, Andrè Citroën cedette la sua creatura proprio a Pierre Michelin, che nel frattempo era già una realtà consolidata nel campo degli pneumatici. Tra le varie sale si possono infatti ammirare vetture mitiche come la Type A, la Traction Avant, la 2CV e il furgoncino Type H. Senza ombra di dubbio un’esperienza fantastica.

Ci rimettiamo in viaggio attraversando scenari ideali per un dipinto, superando distese infinite di campi di grano, granoturco e girasoli. Un inno alla natura e al mondo agreste e bucolico, in cui la nostra Dyane si trova a meraviglia. I suoi 41 anni non si fanno proprio sentire, e anzi ci fa vedere perché in tanti ricordino con piacere e affetto quanto fossero buone e piacevoli le auto del passato. Il nostro cammino quotidiano su quattro ruote termina quando in lontananza il sole comincia a calare verso la linea dell’orizzonte e noi siamo arrivati nell’incantato paesino di Pouges-les-Eaux, non troppo distante da Nevers. Anche oggi ci siamo divertiti e sinceramente emozionati nello scoprire una realtà così distante da quella dei tempi odierni.

Giorno 3: Nevers – Chartres

Il terzo giorno ci avrebbe portato da un ameno e celestiale borgo immerso nella natura, come quello di Pouges-les-Eaux, verso la Loira, una Regione che trasuda storia e bellezze naturali da ogni angolo. La tratta odierna avrebbe quasi dimezzato le percorrenze dei giorni scorsi, infatti la distanza tra Nevers e Chartres è di circa 240 chilometri. Ma la Dyane come sempre ha voglia di muoversi e di mostrare agli uomini del XXI secolo che una vecchia utilitaria francese può essere utilizzata ancora come vettura da tutti i giorni, e che il suo spazio e la sua comodità sono elementi da rispettare ancora oggi. A onor del vero, è sorprendente come una vettura di 3,90 metri possa essere così spaziosa. Sicuramente le ampie superfici vetrate agevolano la sensazione di grande ariosità dell’ambiente interno, così come la presenza del cambio (a quattro marce) a “ombrello” posizionato direttamente nella plancia aiuta ad avere più ampiezza per i sedili, che come già detto sono davvero confortevoli, anche dopo tanti e tanti chilometri.

La Valle della Loira, famosa in tutto il mondo per i suoi splendidi castelli, dà il benvenuto alla carovana delle Citroën giunte dall’Italia, la splendida cittadina di Gien, posizionata proprio sulla riva del grande fiume, è lo scenario della tappa intermedia prima di Chartres. Gien ci ricorda come qui gli orrori della guerra abbiano lasciato il segno, nel 1940 questo avamposto è stato teatro di una sanguinosa battaglia tra francesi e tedeschi, e il suo chateau e la sua cattedrale ne portano ancora le cicatrici.

Di nuovo in marcia attraversiamo gallerie di boschi ammantanti, campi coltivati fino a che la strada non ci porta all’ingresso di Chartres. Si rimane senza fiato e sbalorditi dall’eleganza e dalla raffinatezza di questo centro storico, che affonda direttamente le sue radici nel medioevo. Tra gli antichi tetti della città, a bordo della nostra Dyane scoperta, cominciamo a scorgere le torri campanarie di quella che è una delle più maestose e imponenti cattedrali di Francia. Notre Dame di Chartres è un capolavoro del gotico, che dal 1194 domina su questa città, mentre oggi è a tutti gli effetti un patrimonio dell’UNESCO. Sicuramente è un tesoro anche la nostra Dyane, la piccola Citroën ci stupisce sempre di più, e i sintomi dell’innamoramento sono più evidenti. Le farfalle nello stomaco sono ormai una realtà più che consolidata. L’indomani mattina ci sarebbe stato il grande arrivo alla Fertè Vidame, un trionfo per la nostra “vecchietta”.

Giorno 4: Il Raduno del Secolo alla Ferté Vidame

La mattina ci svegliamo molto presto, mancano solo 40 chilometri alla Ferté Vidame, ma dobbiamo arrivare in anticipo perché sono previsti oltre 50.000 visitatori per il Raduno del Secolo. Nella splendida strada dipartimentale che ci porta al luogo designato, cominciamo ad incrociare sempre più veicoli storici di Citroën, con targhe non solo francesi, ma spagnole, belghe, tedesche e di tante altre località. Si vedono molti veicoli anteguerra, ma soprattutto vediamo tantissime 2CV, Dyane, DS, CX, SM e XM. Arrivati alla porte di questa esclusiva location, la sensazione di malinconia si fa sentire, di lì a breve questa romantica avventura sarebbe arrivata alla sua più dolce conclusione. Abbiamo percorso ben più di un migliaio di chilometri a bordo di questa vettura, fatti tutti col sorriso e con grande rispetto per un veicolo si è fatto apprezzare, persino amare.

Ecco la Ferté Vidame, un grandissimo parco di oltre duemila metri quadri, verdissimo con laghetti e case eleganti in pieno stile francese. Questo è lo scenario giusto per ospitare la tre giorni del Centenario di Citroen. Finalmente tocchiamo con mano la grande passione e il grande entusiasmo di tutti gli innamorati di questo marchio, una fiumana incredibile di gente e di veicoli. Tutti scattano foto, video, vogliono immortalare queste miss francesi. A malincuore ci separiamo dalla nostra fedele compagna di viaggio e ci immergiamo a pieno nel Raduno del Secolo.

Nei grandi prati verdi di questo immenso parco ci sono tutte le vetture che hanno segnato i cento anni del Double Chevron, dalla Type 10 H, alle Traction Avant, passando per i furgoni Type H, fino alle più recenti Mehari, GS, CX, DS, XM e SM. Non passano di certo inosservate le svariate 2CV come le tante Dyane, Ami 6 e 8, Visa e i pezzi unici come le vetture che hanno trionfato nel motorsport, dai rally ai raid nel deserto. Tutto il mondo di Citroën è qui, vi sono anche due riproduzioni di Tour Eiffel che portano su scritto il nome della Casa automobilistica, a dimostrazione che Citroën è la Francia come la celebre torre parigina. Questa location è speciale perché vi è una pista segreta che è stata il banco di prova della 2CV, prima della Seconda Guerra Mondiale, e proprio in un granaio sono stati ritrovati, negli anni successivi, i tre prototipi originali usati prima dello scoppio del Secondo Conflitto Mondiale.

Tra le tante icone del passato c’è anche spazio per il presente e per il futuro. Nel padiglione ufficiale di Citroën viene mostrata tutta la gamma Origins, comprensiva di: C1 Origins, C3 Origins, C4 Cactus Origins e il SUV C3 Aircross Origins. A questi modelli si aggiunge il multispazio Nuovo Berlingo, affiancato dai Jumpy, Jumper e nuovo Berlingo Van. Grande protagonista il SUV Citroën C5 Aircross, che raccoglie l’eredità dei veicoli di ieri perché massimo rappresentate della proverbiale comodità della Casa transalpina. Ma abbiamo parlato anche di futuro, qui si può toccare con mano quella che è la visione della mobilità del domani grazie ai prototipi 19_19 e la Ami One, come spiega anche Linda Jackson, CEO di Citroën: “19_19 Concept è la nostra visione del futuro dell’auto, tecnologica e innovativa, che conserva comunque gli elementi fondamentali che caratterizzano Citroën da 100 anni: una Marca che ascolta i suoi clienti, e che mette le persone al centro delle sue preoccupazioni, fedele alla firma “Inspired by You”. Design, creatività, comfort, innovazione sono e resteranno nel DNA di Citroën. 19_19 Concept è il manifesto di questo approccio”.

Si conclude così un’esperienza unica, che ci ha fatto capire in modo chiaro perché la passione batte forte per Citroën, e che ci ha fatto toccare con mano un mondo dell’auto genuino, fatto di piccole cose, semplici e soprattutto ricco di sentimenti.

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