Home Notizie Curiosità Donne e automobili: le pioniere della sicurezza [Video]

Donne e automobili: le pioniere della sicurezza [Video]

Alcuni dei dispositivi a bordo dei veicoli o attrezzature stradali molto importanti per la sicurezza della circolazione furono inventati da signore. In un breve video la Seat celebra la festa della donna ricordando alcune di queste pioniere

Tradizionalmente donne e automobili sono sempre state viste come due entità in conflitto tra loro; il mondo dell’automobile viene considerato maschile, qualcosa creato dagli uomini per gli uomini. Niente di più sbagliato e non da oggi. E’ vero che un certo retaggio culturale in passato ha tenuto lontane le donne dalle auto (e in alcune zone del mondo accade ancora oggi); ma è storicamente falso che esse non abbiano contribuito alla crescita e all’evoluzione del nostro mezzo di trasporto preferito; troviamo donne protagoniste fin dall’epoca pionieristica, sebbene spesso oscurate nella conoscenza popolare.

Ad esempio, è storia abbastanza nota l’impresa di Bertha Benz, moglie di Karl, nel 1888: fu la prima persona al mondo (quindi uomini compresi) a compiere un viaggio in auto sulla lunga distanza, il celebre triciclo Benz Patent Motorwagen, quella che viene considerata la prima automobile della storia in senso moderno, cioè dotata di motore a scoppio. E non dimentichiamo nemmeno che è la stessa automobile ad essere femmina. Così rispose nel 1926 il poeta Gabriele D’Annunzio a Giovanni Agnelli, fondatore della Fiat, in una lettera per ringraziarlo della Fiat 509 cabriolet che gli aveva appena donato: “L’Automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità d’una seduttrice“.

La storia è piena di altre signore rimaste sconosciute o presto dimenticate, capaci però di inventare prima di tutti i signori alcuni equipaggiamenti d’importanza fondamentale per la sicurezza, così importanti che oggi li diamo per scontati (e molti nemmeno li usano). Alcune di queste furono autentiche pioniere, nessuna delle quali ebbe la soddisfazione di ricevere all’epoca il giusto riconoscimento per le proprie intuizioni: troppo in avanti sui tempi. Il video che potete osservare qui sopra, elaborato dalla Seat, ci aiuta a ricordarle o scoprirle; un omaggio diverso dal solito per l’8 marzo, la festa della donna.

 

Florence Lawrence: indicatori di direzione

Fu un’attrice del cinema muto, così celebre all’epoca da essere considerata la prima star dello schermo. Florence Lawrence nacque in Canada nel 1886 (data non certa, alcune fonti sostengono fosse il 1890) e apparve nel primo film nel 1906. Non appena i guadagni della sua professione glielo permisero, acquistò un’automobile e ne divenne una grande appassionata ed intenditrice. Al punto da esplorare sistemi per aumentarne la sicurezza. Nel 1914 elaborò un meccanismo per segnalare l’intenzione di svoltare: premendo un pulsante, veniva alzata una bandierina sul paraurti posteriore. Era nato l’indicatore di direzione, oggi noto da noi anche come “freccia”. Non solo: ella sviluppò anche il primo “stop” di cui si conosce l’esistenza. Alla pressione del pedale del freno, spuntava sul retro della vettura un piccolo cartello con la scritta “stop”.

Tuttavia Florence non aveva il senso del business, perché non registrò il brevetto per questi due dispositivi e nemmeno per la sua invenzione successiva: il primo tergicristalli elettrico. Nel 1917 provò a commercializzare il tergi, facendolo vendere dall’azienda della madre, Charlotte Bridgwood. Quest’ultima si rese subito conto della sciagurata mancanza di acume negli affari da parte della figlia e tentò di registrare un brevetto, ma a quel punto la concorrenza l’aveva già preceduta. Una fortuna sfumata. Florence perse gran parte delle proprie ricchezze nel crollo di Wall Street del 1929; negli anni successivi, in un incendio sul set cinematografico rimase sfigurata mentre cercava di salvare un collega; Hollywood non la prese più in considerazione; sola e senza famiglia, si suicidò nel 1938.

 

Donne e automobili: Mary Anderson, tergicristalli

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Questa signora invece aveva il fiuto per gli affari. Mary Anderson nacque nel 1866 in Alabama, fu imprenditrice immobiliare, allevatrice e possedette anche dei vigneti. Nel 1902, durante una visita a New York, mentre si spostava in tram in un giorno nevoso, notò che il macchinista viaggiava con il parabrezza abbassato (come alcuni fuoristrada), perché non riusciva a tenere il vetro sgombro dal nevischio. La mente fervida di Mary cominciò a ragionare e così le venne l’idea. Tornata in Alabama, fece disegnare e costruire un prototipo di tergicristalli. Si trattava di uno strumento rudimentale visto con gli occhi di oggi, ma geniale per l’epoca. Il meccanismo era semplice: una leva all’interno del veicolo azionava una spazzola di gomma applicata sul parabrezza; il funzionamento era assicurato da un collegamento tramite molla. Altri sistemi erano stati sperimentati in precedenza, ma il suo fu il primo ad essere efficace. Mary Anderson brevettò il tergicristalli nel 1903, per la durata di 17 anni.

Tuttavia il suo ingegno si scontrò con pregiudizi, incompetenza e soprattutto avidità da parte dell’industria. Nessuno volle comprare il suo brevetto; però alla sua scadenza nel 1920 tutti si precipitarono a costruire tergicristalli. Mary Anderson tornò ad occuparsi della propria redditizia attività immobiliare in Alabama e visse fino a tarda età, spegnendosi nel 1953 ad 87 anni.

 

Donne e automobili: Dorothy Levitt, specchietto retrovisore

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Lei aveva l’auto nel sangue, al punto da diventare la prima donna britannica a guidare nelle competizioni. Dorothy Levitt non se la cavava nemmeno male: realizzò non solo il record mondiale femminile di velocità su strada (la concorrenza era rarefatta), ma anche quello assoluto di velocità sull’acqua. Nata nel 1882 alla periferia di Londra da facoltoso padre gioielliere, Dorothy cominciò subito a mostrare passione per la velocità; prima sui cavalli equini, poi sui cavalli vapore.

Introdotta nell’ambiente delle competizioni da Selwyn Edge, pilota della De Dion-Bouton, Dorothy cominciò a correre nel 1903. In patria suscitò sensazione, proprio perché si cimentava in attività percepite come prettamente maschili, in un’epoca in cui cominciavano ad affiorare i primi movimenti che chiedevano la fine delle discrimininazioni fra i sessi. Dorothy Levitt era una temeraria, come e forse anche più dei suoi colleghi maschi, a cui del resto il pelo sullo stomaco non faceva certo difetto. Partecipò a corse di tutti i tipi e su tutti i veicoli: velocità, durata, auto, imbarcazioni e fu anche una pioniera della nascente aviazione.

Quindi divenne una celebrità nella società britannica d’inizio Novecento. Nel 1909 scrisse anche un libro che costituiva un vero e proprio manuale per le donne che guidavano o desideravano di farlo. E qui arriva il punto che c’interessa in questa sede: fra i numerosi consigli elargiti da Dorothy su quelle pagine, c’era anche il seguente: “Le signore dovrebbero portare sempre con sè in auto un piccolo specchio, da alzare di tanto in tanto per vedere cosa c’è dietro di loro”. Qualcosa mai visto prima, ecco inventato lo specchietto retrovisore. Passarono altri sette anni prima che i costruttori cominciassero ad installarlo sui veicoli. Di Dorothy Levitt non si seppe più nulla dopo il 1910, sparì dalle cronache. Venne trovata morta nel 1922 nel proprio letto, l’autopsia accertò un avvelenamento da morfina.

 

Donne e automobili: June McCarroll, linea carreggiata

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Nata nel 1867 come June Adaline Whittelsey, nel nord dello Stato di New York, June McCarroll da adulta giunse ad esercitare la pratica medica (già questa un’attività molto rara per una donna di quell’epoca) nelle aree desertiche della California meridionale d’inizio XX secolo; McCarroll era il cognome del suo terzo marito. Nel 1917, in un giorno d’autunno, mentre guidava la propria Ford T sulla strada statale (oggi la US Route 99), diretta al suo ufficio nella cittadina di Indio, scampò per un soffio ad un incidente probabilmente mortale contro un autocarro che viaggiava troppo oltre la metà della carreggiata; si salvò sterzando bruscamente nell’erba oltre il ciglio della strada. Anni dopo avrebbe ricordato che fu proprio quell’episodio a farle venire l’idea di dipingere una striscia bianca al centro della strada, come misura di sicurezza.

June si rivolse alla locale camera di commercio, ma quasi le risero in faccia. Però lei era una donna decisa, allora prese fisicamente pennello e vernice e dipinse da sola la striscia in mezzo alla strada che costeggiava il suo ufficio. Aiutata dalle associazioni femminili della zona, June riuscì finalmente a farsi ascoltare dalle autorità addette alla circolazione stradale. Nel 1924 la California Highway Commission avviò il piano per l’applicazione della linea di demarcazione della carreggiata su 5.600 Km di strade. June McCarroll visse a lungo, si spense nel 1954 a quasi 87 anni. Oggi ad Indio esiste in un parco un monumento che ricorda l’invenzione di June e la sua plateale forma di “pubblicità”.

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