Home Auto storiche Va all’asta Shorty, la Ford Mustang a passo corto

Va all’asta Shorty, la Ford Mustang a passo corto

Ford pensò nel 1964 di realizzare un’evoluzione della Mustang, a passo corto e dal motore potenziato. Il progetto di una serie limitata non fu approvato. La storia dell’esemplare 0.


La casa d’aste Auctions America manderà all’incanto nel marzo 2015 una Ford Mustang in esemplare unico. L’auto è soprannominata Shorty e va considerata una sorta di esperimento formativo, a cui l’Ovale Blu si dedicò nel tentativo di realizzata una Mustang a passo corto e dal motore potenziato. La prova non fu considerata soddisfacente ed i suoi contenuti non vennero ripresi, a differenza di quelli introdotti su alcuni fra i prototipi disegnati negli anni a seguire. Shorty potrebbe raggiungere una valutazione compresa fra 400.000 e 600.000 dollari (323.000-484.000 euro). La sua storia è decisamente intrigante.

La vettura utilizzata come base di partenza fu un esemplare del 1964, prelevato direttamente dalla linea di montaggio dov’erano in costruzione le mustang di pre-serie. Shorty venne poi spedita alla Dearborn Steel Tube Company, società dell’indotto, che disegnò un corpo vettura in fibra di vetro accorciato di 16 pollici rispetto ai 181.6 della Mustang originale: la lunghezza complessiva si riduce pertanto da 4.61 metri a 4.21 metri, sottratti fra il margine della portiera e l’assale posteriore. Sotto il cofano non venne installato il motore da 289 pollici cubi (4.74 litri) montato sugli esemplari già aggiornati – le prime Mustang utilizzavano un V8 da 260 pollici cubi (4.26 litri) –, ma un otto cilindri da ben 302 pollici cubi (4.95 litri).

La sportiva fu utilizzata per alcuni test, ma sparì dopo che il designer Vince Gardner la parcheggiò di nascosto presso un magazzino a noleggio: sembra infatti che non sopportasse l’idea che Shorty venisse demolita. Gadner dimostrò ben presto di non poter sostenere il canone d’affitto e l’auto venne requisita dalla società proprietaria del magazzino. L’automobile è stata comperata in seguito da Bill Snyder, dell’Ohio, che la possiede ormai da 46 anni.

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