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Fiat: Marchionne espone a Governo e sindacati i piani per le fabbriche italiane

Si è svolto oggi a Palazzo Chigi un incontro tra Sergio Marchionne, il governo, i sindacati ed i rappresentanti di alcune amministrazioni regionali per fare il punto sui piani futiuri di Fiat in Italia. Netta al riguardo la posizione dell’ad di Torino: “Fiat non delocalizzerà”, come ribadito dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Le misure


Si è svolto oggi a Palazzo Chigi un incontro tra Sergio Marchionne, il governo, i sindacati ed i rappresentanti di alcune amministrazioni regionali per fare il punto sui piani futiuri di Fiat in Italia. Netta al riguardo la posizione dell’ad di Torino: “Fiat non delocalizzerà”, come ribadito dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Le misure che prenderà il Lingotto saranno piuttosto di riconversione produttiva, precisamente per quanto riguarda Termini Imerese e Pomigliano d’Arco. Non manca comunque un campanello d’allarme: Marchionne ha dichiarato esplicitamente che fare previsioni per gli sviluppi sul lungo termine, in questo momento critico per il settore, è molto difficile.

Ma veniamo ad analizzare nel dettaglio cosa succederà alle fabbriche italiane di Fiat Automobiles. Dunque, accennavamo a Termini Imerese: lo stabilimento siciliano, nel 2011, perderà la produzione automobilistica (lì viene realizzata la Lancia Ypsilon) in vista di una riconversione completa. Pomigliano d’Arco invece, la fabbrica campana di Alfa Romeo, continuerà a realizzare 147, GT e 159 fino al 2010, quando arriverà una piattaforma tutta nuova sulla quale verranno realizzati più modelli.

A Melfi, subito dopo le ferie di agosto, partirà la produzione della Grande Punto restyling, che verrà ribattezzata Punto Evo e riceverà gli attesissimi motori Multiair. La fabbrica lucana continuerà a produrre anche la versione ante-restyling, che rimarrà in listino con prezzi ridotti, una scelta che stanno facendo molti costruttori generalisti europei. A Cassino invece, al fianco di Bravo, Delta e Croma, arriveranno le linee dell’Alfa Milano, che sarà in vendita da aprile 2010.

A Mirafiori rimarranno Alfa MiTo, Fiat Idea, Lancia Musa, Punto Classic e Multipla, la cui erede sembra sia stata rimandata a tempo indeterminato. Per quanto riguarda la Ypsilon infine, il nuovo modello arriverà nel 2011, ma rimane da definire lo stabilimento che ne ospiterà la produzione: se dovesse nascere su base Panda, potrebbe anche essere destinato al nuovo stabilimento in Serbia, assieme alla Topolino.

I piani Fiat, tutto sommato, sono stati apprezzati da CGIL, CISL e Governo: “Non possiamo mettere in conto di depotenziare gli stabilimenti del meridione, in particolare di Napoli e Palermo, ma ognuno deve fare la sua parte creando le premesse per una discussione responsabile. Avevamo sperato molto in un accordo Fiat-Opel. È chiaro che dobbiamo affrontare sfide inedite per il settore auto”, ha dichiarato Bonanni, leader CISL.

Più cauto Epifani, CGIL: “Marchionne ha fatto una fotografia onesta delle difficoltà, ma ha delineato solo un quadro a breve termine che si ferma al 2010-2011 e su alcuni nodi, come Termini Imerese, è stato troppo generico. Per questo servono rassicurazioni sul futuro”.

Berlusconi dal canto suo ha sottolineato l’importanza dell’intesa con Chrysler. “Si tratta di un accordo importantissimo, perché rappresenta un consolidamento internazionale del gruppo. Ne abbiamo parlato con Obama, che ha manifestato un grande apprezzamento, per una operazione che cambierà le abitudini degli americani, in particolare sul fronte delle auto ecologiche”.

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