Home Notizie Accordo Fiat-Chrysler: i fondi pensione dell’Indiana ricorrono alla Corte Suprema per rinviare la vendita

Accordo Fiat-Chrysler: i fondi pensione dell’Indiana ricorrono alla Corte Suprema per rinviare la vendita

Fino ad ora è sembrato che la “partita americana” per Fiat fosse libera da intoppi e ostacoli. Ma nel momento in cui le intese raggiunte prendono una forma reale, arrivano anche le prime manifestazioni di dissenso. Infatti, i fondi pensione dello Stato dell’Indiana hanno chiesto alla Corte Suprema degli Stati Uniti di rinviare immediatamente la

Fino ad ora è sembrato che la “partita americana” per Fiat fosse libera da intoppi e ostacoli. Ma nel momento in cui le intese raggiunte prendono una forma reale, arrivano anche le prime manifestazioni di dissenso. Infatti, i fondi pensione dello Stato dell’Indiana hanno chiesto alla Corte Suprema degli Stati Uniti di rinviare immediatamente la sigla dell’accordo tra Fiat e Chrysler. Il ricorso contro l’accordo è stato presentato dopo l’approvazione della Corte d’appello di New York alla vendita di Chrysler ad una cordata guidata da Fiat.

La Corte Federale d’appello di New York, oltre al via libera alla vendita della quasi totalità degli asset della Casa di Auburn Hills al Lingotto, allo stesso tempo aveva concesso ai fondi pensione contrari alla vendita la possibilità di presentare un ricorso alla Corte Suprema. La richiesta d’urgenza non si è fatta attendere ed è stata presentata al giudice Ruth Ginsburg, competente per i casi della giurisdizione di New York.

Così, la Corte Suprema degli Usa sarà chiamata ad esprimersi sull’intesa siglata tra Fiat e Chrysler. I tre fondi d’investimento – Indiana State Police Pension Fund, Indiana Teacher’s Retirement Fund e Major Moves Construction Fund – hanno chiesto al massimo organo giudiziario degli Stati Uniti di fermare la vendita degli asset buoni di Chrysler alla nuova società controllata per il 20% dalla Casa torinese, nell’ambito della procedura di bancarotta voluta dall’amministrazione Obama.

I fondi di investimento dell’Indiana si oppongono al Chapter 11 perché è discriminatorio non solo nei confronti dei creditori più piccoli rispetto alle grandi banche, ma anche perché offre condizioni finanziarie migliori agli obbligazionisti non garantiti rispetto a quelli garantiti. Inoltre, secondo gli avvocati, la manovra del governo americano è da considerarsi illegale, perché ha attinto ai fondi salva-finanza Tarp per aiutare l’industria dell’auto senza la preventiva approvazione del Congresso. Vi aggiorneremo sugli sviluppi della vicenda.

Via | finanzaOnline

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