Startup cinese fugge dalla patria per sfuggire al crollo dei prezzi

Neta Auto affronta la crisi del mercato interno cinese puntando sull'estero. Tra promesse disattese, disservizi e rischi per la reputazione delle startup EV

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 21 lug 2025
Startup cinese fugge dalla patria per sfuggire al crollo dei prezzi

Il recente caso di Neta Auto sta facendo molto discutere nel panorama internazionale delle auto elettriche. Quella che doveva essere una brillante storia di espansione estera si è rapidamente trasformata in un esempio lampante di come la ricerca della redditività immediata possa rivelarsi fatale senza una strategia di lungo termine. L’azienda cinese, giovane e ambiziosa, si è trovata a dover fronteggiare una situazione interna sempre più insostenibile, spinta fuori dal proprio mercato d’origine da una vera e propria guerra al ribasso dei prezzi.

Il crollo dei prezzi nel mercato cinese delle auto elettriche ha colpito duramente le startup, costringendo realtà come Neta Auto a cercare nuove opportunità oltre confine. L’abbassamento continuo dei listini, innescato dai grandi gruppi industriali nazionali, ha reso impossibile per le piccole e medie imprese competere sui margini, soffocando la loro capacità di innovare e investire. Così, la fuga verso il Sud-est asiatico è apparsa come l’unica via d’uscita: una scelta obbligata, ma non priva di rischi.

Obiettivo un mercato vicino

In questo scenario, la startup EV ha puntato tutto sul mercato thailandese, promettendo prezzi accessibili, pacchetti con sistemi di ricarica domestica e garanzie estese per convincere i clienti locali ad affidarsi a un marchio relativamente nuovo. Tuttavia, le promesse si sono infrante contro una realtà molto più complessa di quanto previsto dai vertici aziendali. Nel giro di pochi mesi, infatti, la rete di assistenza si è rivelata praticamente inesistente, lasciando gli acquirenti privi di qualsiasi supporto post-vendita.

I disservizi sono esplosi in modo drammatico: centri assistenza chiusi senza preavviso, ricambi impossibili da reperire, problemi tecnici mai risolti e clienti costretti a rivolgersi ad associazioni di consumatori per ottenere risposte. La mancanza di un’infrastruttura adeguata ha alimentato una spirale di malcontento, generando una valanga di reclami e richieste di rimborso che hanno minato profondamente la credibilità di Neta Auto in tutta l’Asia.

Anteporre redditività immediata alla fiducia

Questa crisi, che nasce dalla scelta di anteporre la redditività immediata alla costruzione di un rapporto di fiducia con il cliente, ha messo in luce tutti i limiti di un modello di business orientato esclusivamente alla conquista rapida di nuove quote di mercato. L’espansione internazionale, se non accompagnata da una solida strategia di assistenza e post-vendita, rischia di trasformarsi in un vero e proprio boomerang, come dimostra il caso del marchio cinese.

La situazione si è aggravata ulteriormente quando, parallelamente ai problemi in Thailandia, l’azienda ha dovuto avviare una complessa procedura di ristrutturazione finanziaria in patria. La pressione dei creditori e le difficoltà economiche hanno ridotto drasticamente le risorse disponibili per affrontare le emergenze nei mercati esteri, rendendo ancora più evidente la fragilità del progetto di espansione estera.

Non bastano i prezzi accessibili

Il fenomeno delle startup cinesi del settore elettrico che si avventurano fuori dai confini nazionali in cerca di sopravvivenza è in costante crescita. Tuttavia, il caso Neta Auto insegna che non basta offrire prezzi accessibili e garanzie estese per conquistare la fiducia dei consumatori internazionali. L’assenza di un’efficiente rete di assistenza, capace di risolvere tempestivamente i problemi e di accompagnare il cliente lungo tutto il ciclo di vita del veicolo, può rapidamente trasformare un vantaggio competitivo in una catastrofe d’immagine.

La lezione è chiara: nel mercato globale delle auto elettriche, il successo non si misura solo in termini di tecnologia o di prezzi al ribasso. Senza un servizio post-vendita affidabile e una gestione attenta dei rapporti con la clientela, anche le startup EV più innovative rischiano di vedere svanire in pochi mesi la reputazione costruita con anni di investimenti. Il caso Neta Auto resterà un monito per tutte le aziende che intendono affrontare la sfida dell’internazionalizzazione senza prepararsi adeguatamente alle esigenze dei mercati locali.

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