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Sorpresa: Elon Musk spinge su petrolio, gas e nucleare

Per superare la crisi energetica provocata dalla guerra in Ucraina, il fondatore di Tesla parla “Contro gli interessi dell’azienda”: necessario aumentare la produzione di oil & gas, e in Europa riattivare le centrali nucleari inattive e potenziare quelle già esistenti.

Anche Elon Musk dice la sua riguardo all’attuale situazione internazionale: e lo fa con una dichiarazione in parte “ob torto collo” e che va contro i suoi interessi. Le conseguenze socioeconomiche dell’invasione russa in Ucraina sono tuttavia tante e tali da avergli suggerito una esternazione completamente contraria alla sua filosofia.

Il fondatore di Tesla, da sempre sostenitore “in prima persona” di un’economia a zero emissioni carboniche, ha chiesto – in un post pubblicato sul suo account Twitter – di aumentare la corsa ai combustibili fossili: una necessità, sostiene Musk, determinata dagli incontrollati aumenti delle bollette dell’energia e dei carburanti causati dalla guerra in atto.

Quando ci vuole, ci vuole

Odio dovere dirlo, ma è necessario aumentare immediatamente la produzione di petrolio e gas.

Questo è, parola per parola, il contenuto del “tweet” scritto da Elon Musk. La notizia è dunque clamorosa: il paladino dell’economia “carbon-free”, e su cui ha costruito gran parte del proprio “impero”, fa dunque marcia indietro? In effetti, lui stesso – mentre incita il popolo ucraino a “resistere” e ribadisce la propria vicinanza al “Grande popolo russo” contrario alla guerra scatenata da Vladimir Putin – riconosce che questa presa di posizione, e quello che ne deriverebbe (un aumento della produzione determinerebbe una diminuzione dei prezzi dei carburanti, ai massimi storici anche oltreoceano), potrebbe avere un impatto negativo sulla “vision” Tesla dal punto di vista delle vendite.

A mali estremi, rimedi estremi

Tuttavia, e questo è importante da rimarcare, bisogna fare i conti con le reali ed immediate necessità di intere Nazioni:

Ovviamente, questo potrebbe penalizzare Tesla, però le soluzioni energetiche sostenibili non possono reagire all’istante per compensare le esportazioni russe di petrolio e gas. Tempi straordinari richiedono misure straordinarie.

Riattivare le centrali nucleari in Europa

Da rimarcare è anche una successiva affermazione, da parte di Elon Musk e sempre su Twitter, nella quale i riflettori vengono puntati sulla necessità, per l’Europa, di fare ripartire le centrali nucleari attualmente inattive, e di aumentare la produzione di energia in quelle già esistenti:

“Si auspica come sia chiaro, per l’Europa, di procedere al riavvio delle centrali nucleari ‘dormienti’, ed aumentare la produzione energetica in quelle già esistenti. Questo è un punto essenziale per la sicurezza nazionale ed internazionale. Inoltre, l’energia nucleare è molto meglio del bruciare idrocarburi per la produzione di energia, ai fini della lotta al riscaldamento globale”.

Prezzi carburanti: sopra 2 euro al litro

In buona sostanza: l’attuale e drammatica situazione internazionale ha spinto Elon Musk ad una personale presa di posizione che riguarda le necessità energetiche, pur se le sue affermazioni possono collidere con la filosofia Tesla. È però sotto gli occhi di chiunque il fatto che le conseguenze della guerra sui prezzi delle materie prime e dell’energia si fanno già sentire in maniera pesante sulle famiglie e sulle imprese.

Al di qua dell’oceano, e focalizzando l’attenzione sull’Italia, i dati parlano chiaro: l’ennesima quotazione in crescita dei prodotti petroliferi nel Mediterraneo ha portato le Compagnie, nell’ultimo fine settimana, a ritoccare ancora una volta i prezzi raccomandati di benzina e diesel (fra i marchi principali, un “lancio” Ansa diffuso nella mattinata di lunedì 7 marzo indica +5 centesimi al litro da parte di Eni, e +4 centesimi da IP, Q8 e Tamoil).

La benzina è arrivata a superare 2 euro al litro, anche al self service, ed ha fatto registrare punte di 2,2 euro/l in modalità servito. Il gasolio ha superato 2 euro al litro nel “servito”. Aumenti si sono verificati anche nei prezzi di metano e GPL.

Di seguito i prezzi medi dei carburanti in base alle elaborazioni di Quotidiano Energia dei dati comunicati alle 8 di domenica 6 marzo all’Osservaprezzi del Ministero dello Sviluppo Economico.

Benzina

  • Self service: prezzo medio nazionale 2,004 euro al litro (venerdì si attestava su 1,912 euro/l); il prezzo medio registrato fra le Compagnie oscilla fra 1,994 euro/l e 2,032 euro/l (no logo: 1,971 euro/l).
  • Servito: prezzo medio nazionale 2,117 euro al litro (da 2,039 euro/l di venerdì 4 marzo); il prezzo medio delle Compagnie è compreso fra 2,069 euro/l e 2,226 euro/l (no logo: 2,014).

Gasolio

  • Self service: prezzo medio nazionale 1,901 euro al litro (da 1,788 euro al litro di venerdì 4 marzo); il prezzo medio delle Compagnie è compreso fra 1,881 euro/l e 1,977 euro/l (no logo: 1,891 euro/l);
  • Servito: prezzo medio nazionale 2,019 euro al litro (da 1,921 euro/l di venerdì 4 marzo); il prezzo medio delle Compagnie è compreso fra 1,999 euro/l e 2,095 euro/l (no logo: 1,930 euro/l).

GPL

  • Prezzo medio nazionale: fra 0,859 euro al litro e 0,879 euro/l (no logo: 0,854 euro/l).

Metano

  • Prezzo medio nazionale: fra 1,854 euro al kg e 2,021 euro/kg (no logo: 1,975 euro/kg).

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