Nissan, avanti con un piano di rifinanziamento da 7 miliardi di dollari

La casa giapponese Nissan affronta il debito con un piano da 7 miliardi, tra obbligazioni, cessioni di asset e prestiti garantiti dal Regno Unito

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 29 mag 2025
Nissan, avanti con un piano di rifinanziamento da 7 miliardi di dollari

Un debito di 5,6 miliardi in scadenza nel 2026, 20.000 dipendenti da tagliare, sette stabilimenti da chiudere e risorse finanziarie che potrebbero esaurirsi entro due anni. Sono i numeri allarmanti che descrivono la drammatica situazione di Nissan, colosso automobilistico giapponese sull’orlo del baratro finanziario.

La storica casa automobilistica ha varato un imponente piano di rifinanziamento del valore di 1.000 miliardi di yen (circa 7 miliardi di dollari) per evitare il tracollo. Il progetto, illustrato dal CEO Ivan Espinosa al board all’inizio di maggio, comprende diverse strategie: l’emissione di obbligazioni per 630 miliardi di yen tra titoli convertibili e bond ad alto rendimento, più un prestito sindacato da 1 miliardo di sterline con garanzia dell’agenzia britannica UK Export Finance.

Dismissioni e tagli per sopravvivere

La raccolta di liquidità passerà anche attraverso la cessione di asset strategici. Nissan ha programmato la vendita delle quote detenute in Renault e nella società di batterie Aesc Group. Nel mirino anche impianti produttivi in Sudafrica e Messico, oltre all’operazione di sale-and-lease-back del quartier generale di Yokohama e di proprietà immobiliari negli Stati Uniti.

Il ridimensionamento aziendale sarà drastico: entro il 2028 la forza lavoro verrà ridotta di circa 20.000 unità e verranno chiusi sette stabilimenti su 17 a livello globale, inclusi quelli giapponesi di Oppama e Hiratsuka.

Corsa contro il tempo

I documenti interni rivelati da Bloomberg dipingono uno scenario preoccupante: senza nuove iniezioni di capitale, Nissan rischia di esaurire la liquidità disponibile entro marzo 2026. Attualmente, l’azienda può contare su circa 2.200 miliardi di yen tra contanti e linee di credito, sufficienti per le operazioni dei prossimi 12-18 mesi.

Le previsioni operative sono allarmanti, con perdite stimate in 450 miliardi di yen per l’anno fiscale in corso (riducibili a 300 miliardi in assenza di dazi). La mancata pubblicazione di previsioni di utile per l’esercizio corrente evidenzia la gravità della situazione.

L’ancora di salvezza britannica

Lo stabilimento di Sunderland, principale hub produttivo Nissan nel Regno Unito, rappresenta un elemento chiave nella strategia di rilancio. L’azienda ha già annunciato investimenti per 2 miliardi di sterline per potenziare la produzione di veicoli elettrici nel sito britannico.

Un possibile accordo commerciale tra Regno Unito e Stati Uniti potrebbe offrire un’ulteriore boccata d’ossigeno, mitigando l’impatto dei dazi del 25% imposti dall’amministrazione Trump sulle esportazioni. Lo stabilimento di Sunderland, con una capacità produttiva annua di 500.000 veicoli, potrebbe così continuare a rappresentare un asset strategico per il futuro del gruppo automobilistico giapponese.

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