Nissan Leaf, appena presentata e rischia già di non decollare

La nuova Nissan Leaf 2025 rischia lo stop: le restrizioni sulle terre rare dalla Cina colpiscono produzione e futuro del SUV elettrico giapponese

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 18 lug 2025
Nissan Leaf, appena presentata e rischia già di non decollare

Un momento di svolta cruciale si abbatte su Nissan Leaf, il modello simbolo della casa giapponese, che si trova oggi a dover navigare in acque agitate tra sfide di mercato e criticità geopolitiche. La terza generazione della Leaf, profondamente rinnovata e ora reinterpretata come SUV elettrico dal design coupé, si prepara a debuttare in un contesto internazionale sempre più complesso, minacciata da fattori esterni che rischiano di compromettere i piani di rilancio del marchio.

Rinnovamento mobilità

Il rinnovamento della mobilità elettrica di Nissan arriva in un periodo segnato da incertezze e trasformazioni radicali. La nuova Leaf si presenta con un’autonomia che sfiora i 600 chilometri, un traguardo che promette di ridefinire gli standard del segmento e di ampliare il bacino di potenziali clienti. Ma questa evoluzione tecnica e stilistica si scontra con ostacoli imprevisti, legati soprattutto alle dinamiche globali di approvvigionamento delle materie prime.

La recente decisione della Cina di imporre restrizioni sull’export di terre rare rappresenta un vero e proprio terremoto per l’industria delle auto elettriche. Questi materiali, fondamentali per la produzione di motori elettrici e batterie ad alte prestazioni, sono diventati oggetto di contesa strategica tra le principali potenze industriali. La mossa di Pechino ha costretto numerosi costruttori, tra cui Nissan, a rivedere i propri piani industriali e a ridimensionare le aspettative di crescita nel breve periodo.

Prodotta in UK

Il cuore pulsante della produzione Nissan in Europa, lo stabilimento di Sunderland nel Regno Unito, si trova così a dover fronteggiare una crisi senza precedenti. Le difficoltà nell’approvvigionamento delle terre rare hanno già imposto una revisione dei ritmi produttivi, mettendo a rischio la catena di montaggio della nuova Leaf e creando incertezza tra i lavoratori e gli operatori del settore. Questo scenario evidenzia la fragilità delle attuali catene di fornitura e la dipendenza dell’industria automobilistica occidentale dalle risorse controllate dalla Cina.

I dati economici confermano la gravità della crisi Nissan. Nel 2024, il gruppo giapponese ha registrato una perdita netta di 4,1 miliardi di euro, una cifra che riflette non solo le difficoltà legate alle materie prime, ma anche la necessità di adattarsi a un mercato in rapida evoluzione. Per rispondere a questa situazione, Nissan ha varato un piano di ristrutturazione drastico, che prevede la chiusura di sette stabilimenti e il licenziamento di circa 20.000 dipendenti, pari al 15% della forza lavoro globale.

Turbolenza nella Casa giapponese

Nonostante le turbolenze, Nissan non rinuncia a guardare avanti. Il piano di rilancio punta su una nuova generazione di veicoli, con la Nissan Leaf come punta di diamante e una nuova Micra, sviluppata sulla piattaforma della Renault 5 E-Tech, pronta a rafforzare l’offerta elettrica del marchio. La sfida, tuttavia, è tutt’altro che semplice: la transizione verso la mobilità elettrica richiede investimenti ingenti, innovazione continua e una strategia di approvvigionamento che possa garantire stabilità e competitività nel lungo periodo.

Il settore delle auto elettriche si trova così di fronte a una doppia sfida: da un lato, la necessità di soddisfare una domanda in crescita e di rispettare normative ambientali sempre più stringenti; dall’altro, il rischio concreto di rallentamenti produttivi e rincari dovuti alla scarsità di materiali critici come le terre rare. In questo scenario, la sostenibilità delle catene di fornitura diventa un tema centrale, destinato a influenzare le strategie dei principali player globali.

Posta in gioco molto alta

Per Nissan, la posta in gioco è altissima. La nuova Nissan Leaf non rappresenta soltanto un nuovo modello, ma il simbolo di una rinascita possibile, la scommessa su cui si gioca il futuro stesso del marchio. Le prime consegne sono attese per marzo 2026, ma il cammino resta irto di ostacoli: la capacità di superare le difficoltà attuali e di riconquistare un ruolo di primo piano nel panorama internazionale della mobilità elettrica dipenderà dalla rapidità con cui Nissan saprà adattarsi a un mondo in continua trasformazione.

La crisi delle terre rare e le tensioni sulle catene di approvvigionamento rappresentano dunque una sfida che va ben oltre i confini del singolo costruttore. Per l’intero settore automobilistico, si tratta di ripensare i modelli di produzione, di investire in ricerca e sviluppo di tecnologie alternative e di stringere nuove alleanze strategiche per ridurre la dipendenza dalle risorse controllate da pochi paesi. Solo così sarà possibile garantire la crescita sostenibile delle auto elettriche e consolidare la posizione dei protagonisti storici, come Nissan, in un mercato sempre più competitivo e globale.

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