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Euro 7: dall’Europa proposte per adottare limiti più estensivi sulle emissioni

Il gruppo di lavoro che deve redigere le indicazioni sui nuovi standard di inquinamento suggerisce meno restrizioni sugli ossidi di azoto: un provvedimento che così non condannerebbe i motori benzina e diesel.

La futura regolamentazione della classe di inquinamento per le autovetture potrebbe essere sì rigorosa, tuttavia nello stesso tempo funzionale alla possibilità di mantenere, chiaramente evolvendoli, i motori benzina e diesel. E per la filiera dell’auto europea, questo può significare una corposa boccata d’ossigeno.

Ecco la proposta

Ci si riferisce, nello specifico, alle nuove indicazioni relative allo standard Euro 7, a cura dei tecnici incaricati dall’Unione Europea che fanno capo ad AGVES-Advisory Group on Vehicle Emission Standards, che hanno messo mano alle linee-guida diramate nell’autunno 2020, “rivedendole e correggendole” sui futuri limiti delle emissioni degli ossidi di azoto per fare in modo che esse siano “Tecnicamente fattibili”, ovvero – dopo una serie di consultazioni – aumentate da 10 mg/km a 30 mg/km di tolleranza in più, e tanto per i motori a benzina quanto per quelli diesel; e si manterrebbero così alcune delle “deroghe” finora in vigore, come ad esempio quella che riguarda le emissioni durante le delicate fasi di avviamento a freddo che, per motivazioni strettamente tecnologiche, rendono più critica l’efficacia dei dispositivi di trattamento dei gas di scarico.

Di fatto, in poche parole, i limiti individuati dal gruppo di lavoro potrebbero essere meno severi, il che si tradurrebbe in un possibile futuro per i sistemi di alimentazione “convenzionali” – almeno in un’ottica a medio-lungo termine – e per gran parte della forza lavoro in Europa.

C’è molto tempo

Quanto avanzato dai tecnici incaricati di redigere le indicazioni alla Commissione Europea in materia di nuova regolamentazione delle emissioni è in ogni caso soggetto ad un lungo iter di approvazione. La timeline, a questo proposito, indica una prima presentazione della valutazione d’impatto, a cura della stessa Commissione, per giugno 2021, dopodiché i lavori si protrarranno per i mesi successivi, fino al prossimo novembre quando cioè da Bruxelles si attende il parere finale sui futuri standard Euro 7. Dopodiché prenderà il via un articolato tavolo di discussioni, con i Governi dei Paesi dell’Unione Europea, destinato a protrarsi per lungo tempo: i nuovi parametri Euro 7 dovrebbero entrare in vigore non prima del 2025 (da diverse parti si indica addirittura il 2027).

Standard comunque impegnativi

Prima di cantare vittoria ed assegnare con largo anticipo una nuova egemonia dei motori benzina e diesel, è tuttavia opportuno tenere conto di un fatto essenziale: la nuova normativa Euro 7 presuppone l’adeguamento delle Case costruttrici a standard impegnativi dal punto di vista tecnologico. Hildegard Müller, presidente di VDA (l’Associazione tedesca che rappresenta l’intero comparto automotive nazionale), se da una parte osserva che i presupposti tecnici delle future normative Euro 7 per autovetture e veicoli commerciali leggeri indicano che la Commissione Europea ha obiettivamente avallato gli obiettivi tecnologici raggiungibili, dall’altra avverte: in base alle stime preliminari, la severità delle nuove indicazioni in materia di riduzione delle emissioni sarebbe da cinque a dieci volte superiore in rapporto all’Euro 6. Siamo (in relazione all’attuale sviluppo delle tecnologie di controllo delle emissioni) ancora al limite delle possibilità tecnologiche.

Industria e politica: “Evoluzione ragionata”

Si tratta, comunque, di un primo importante risultato, che accoglie alcuni avvertimenti avanzati in tempi recenti dai vertici di alcuni “big player” e da diversi esponenti politici. Audi aveva, lo scorso marzo, annunciato la propria intenzione di stoppare gli investimenti da dedicare ad una nuova generazione di motori endotermici, e di procedere adattando l’attuale lineup di propulsori alle nuove indicazioni sulle emissioni. Dal canto suo, Manfred Schoch, presidente del Consiglio di fabbrica Bmw, ritiene che il rischio è di creare una gravissima ondata di disoccupazione.

In una intervista concessa ai taccuini del quotidiano parigino Le Figaro insieme all’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares, il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire ha affermato, riferendosi all’attuale layout Euro 7, che “Seppure la transizione ecologia sia prioritaria, bisogna lavorare termini di incentivo, non di distruzione per la nostra industria. Le trattative sull’Euro 7 sono in fase di discussione, e attualmente non troviamo convenienza in questo standard. Alcune proposte appaiono eccessive, i nostri Costruttori non riescono ad adeguarsi”. Tavares osserva che “Per così come è concepito, l’attuale formula di standard Euro 7 supera le regole della fisica e rende impossibile la produzione di nuove autovetture ad alimentazione endotermica”. Sull’irrealizzabilità delle proposte originarie si era fin dall’inizio espressa anche ACEA (l’Associazione che rappresenta le Case costruttrici europee), e sulla stessa lunghezza d’onda c’è il parere del ministro tedesco dei Trasporti Andreas Scheuer, che chiede l’istituzione di nuovi standard coraggiosi tuttavia nello stesso tempo raggiungibili dal punto di vista tecnico.

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