Dazi auto USA-UE, stretta di mano Trump e von der Leyen: cosa cambia

Dazi auto tra USA e UE: accordo Trump-von der Leyen abbassa le tariffe al 15%. L’industria tedesca, tra cui Volkswagen e BMW, vede prospettive migliori

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 28 lug 2025
Dazi auto USA-UE, stretta di mano Trump e von der Leyen: cosa cambia

Svolta storica nei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea: la cosiddetta dazi auto war sembra finalmente giunta a una tregua significativa. Dopo mesi di tensioni e trattative serrate, le due potenze economiche hanno siglato un accordo USA UE che riduce le tariffe doganali sulle automobili importate dal 27,5% al 15%. Un risultato che, sebbene non raggiunga l’auspicato azzeramento delle barriere, viene accolto con un cauto ottimismo dagli operatori del settore automobilistico europeo, in particolare dai costruttori tedeschi.

L’intesa è stata ufficializzata in Scozia, con la firma congiunta di Trump e Ursula von der Leyen, in una cornice diplomatica che sottolinea la volontà di riavvicinamento tra Washington e Bruxelles. L’accordo, pur lasciando un margine di incertezza sulle future evoluzioni, rappresenta un primo, concreto passo verso una normalizzazione delle relazioni commerciali transatlantiche, soprattutto in un comparto chiave come quello delle automobili.

Respira l’industria europea

Per il settore europeo, e in particolare per l’industria automobilistica tedesca, la riduzione delle tariffe doganali offre una boccata d’ossigeno dopo mesi di apprensione. I colossi come Volkswagen, Mercedes e BMW potranno così ricalibrare le proprie strategie di esportazione verso il mercato statunitense, sfruttando condizioni più vantaggiose rispetto al recente passato. Questo scenario apre la strada a un rinnovato dinamismo, ma non cancella del tutto le preoccupazioni per un quadro ancora instabile.

Dal punto di vista americano, il presidente Trump ha sottolineato con enfasi i benefici dell’accordo per il settore automotive nazionale, definendo la svolta “ottima per le automobili”. Nonostante la riduzione delle tariffe, l’inquilino della Casa Bianca ha però mantenuto una leva di pressione nei confronti degli alleati europei: le condizioni concordate potrebbero essere riviste al rialzo, qualora Bruxelles non rispettasse gli impegni assunti. Un messaggio chiaro, che lascia intendere come la partita sia tutt’altro che conclusa.

Soddisfazione nel Vecchio Continente

Sul fronte europeo, la soddisfazione si mescola a una certa prudenza. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha espresso apprezzamento per l’accordo, evidenziando come sia stato scongiurato un conflitto commerciale che avrebbe potuto mettere in ginocchio la già provata industria automobilistica tedesca. In Germania, il settore auto rappresenta infatti una colonna portante dell’economia nazionale, con ricadute occupazionali e tecnologiche di primaria importanza.

Non mancano, tuttavia, voci critiche. Bernd Lange, presidente della commissione per il commercio del Parlamento europeo, ha definito i nuovi dazi auto ancora “sbilanciati” e ha lanciato l’allarme sul rischio che alcune aziende europee possano valutare il trasferimento di parte della produzione direttamente negli Stati Uniti, per aggirare le residue tariffe doganali. Una prospettiva che alimenta il dibattito interno alla UE e sottolinea la necessità di proseguire sulla strada della liberalizzazione degli scambi.

Nuovi scenari

Dal punto di vista delle case automobilistiche, l’accordo apre comunque scenari interessanti. Volkswagen, Mercedes e BMW possono ora guardare al mercato americano con rinnovato interesse, potendo pianificare investimenti e strategie commerciali su basi più solide. Il nuovo assetto delle tariffe doganali potrebbe incentivare la competitività dei marchi europei negli Stati Uniti, contribuendo a rafforzare la presenza del Vecchio Continente in un mercato di primaria importanza a livello globale.

La strada verso una completa liberalizzazione degli scambi resta però ancora lunga e complessa. Il compromesso raggiunto rappresenta solo un primo tassello di un mosaico più ampio, che richiederà ulteriori sforzi diplomatici e una costante vigilanza sugli equilibri tra le due sponde dell’Atlantico. L’obiettivo di una piena apertura commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea rimane, per ora, una prospettiva di medio-lungo termine.

In conclusione, la fine della guerra dei dazi auto segna una svolta nei rapporti tra Washington e Bruxelles, ma lascia aperte diverse incognite. Se da un lato l’accordo USA UE riduce la pressione sui costruttori europei e apre nuove opportunità di crescita, dall’altro impone un’attenta valutazione delle strategie future, in un contesto internazionale in rapida evoluzione. Il settore automobilistico europeo, con in testa i giganti tedeschi, dovrà saper cogliere le opportunità offerte dal nuovo scenario, senza perdere di vista i rischi e le sfide che ancora si profilano all’orizzonte.

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