In Italia oltre 10 milioni di vetture sono state immatricolate prima del 2010

Più di 10 milioni di italiani guidano auto immatricolate prima del 2010. Analisi delle ragioni, impatto su Rc auto, sicurezza e ambiente. Dati e tendenze 2025

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 14 lug 2025
In Italia oltre 10 milioni di vetture sono state immatricolate prima del 2010

L’Italia si conferma patria delle auto vecchie, con un parco circolante che sembra resistere al tempo e alle mode. Secondo una recente indagine condotta da mUp Research per Facile.it, oltre 10,7 milioni di automobilisti italiani guidano ancora veicoli immatricolati prima del 2010. Questo fenomeno, radicato nella cultura automobilistica nazionale, riflette una combinazione di attaccamento affettivo, difficoltà economiche e abitudini consolidate che rendono il nostro Paese un caso unico in Europa per quanto riguarda l’anzianità vetture.

Le differenze territoriali

L’analisi si sofferma in particolare sulle differenze territoriali e generazionali che caratterizzano la diffusione delle auto vecchie. Il dato più sorprendente riguarda le regioni del Sud e le isole, dove la percentuale di veicoli datati raggiunge il 43%, segno di una resistenza ancora più marcata al cambiamento rispetto al resto d’Italia. La fascia d’età più coinvolta è quella dei 65-74enni: quasi la metà di questi automobilisti non intende separarsi dalla propria auto, preferendo la familiarità e la funzionalità del veicolo conosciuto alle incognite di un modello nuovo.

Estendendo l’analisi alle auto con almeno sette anni di vita, il quadro si fa ancora più significativo: si arriva a ben 26 milioni di proprietari che continuano a scegliere vetture datate. Questo dato evidenzia quanto il ricambio del parco auto sia lento e complesso, con ricadute dirette non solo sul mercato, ma anche sulla Rc auto, la sicurezza e l’ambiente.

Quali sono le motivazioni che spingono a non cambiare auto

Le motivazioni che spingono gli italiani a mantenere a lungo le proprie vetture sono molteplici e riflettono dinamiche sociali ed economiche profonde. Il 60% degli intervistati, pari a circa 15,5 milioni di persone, dichiara semplicemente che la propria auto “funziona ancora benissimo”. Questa convinzione è particolarmente radicata nelle regioni settentrionali: il 65,3% degli automobilisti del Nord-Ovest e il 63,3% di quelli del Nord-Est non vede alcuna necessità di cambiare veicolo, se questo risponde ancora alle esigenze quotidiane.

Non meno rilevanti sono i fattori economici: il 25,8% del campione, con punte del 31,9% tra i giovani (18-24 anni) e del 32,6% nel Sud Italia, ammette che la decisione di non sostituire l’auto è legata alle difficoltà finanziarie. L’acquisto di un’auto nuova rappresenta un investimento importante, spesso fuori portata per molte famiglie, specialmente in un periodo di incertezza economica come quello attuale.

Utilizzo limitato del veicolo

Un altro aspetto da non sottovalutare è l’utilizzo limitato del veicolo: l’11,5% degli automobilisti giustifica la permanenza dell’auto in famiglia con il fatto che viene usata poco. Questa percentuale cresce nelle grandi città (15,5%) e tra gli over 65 (22,4%), a conferma di come la mobilità urbana e l’età anagrafica incidano sulle scelte di rinnovo del parco auto.

Le conseguenze di questo attaccamento alle auto vecchie sono molteplici e toccano temi di grande attualità come la sostenibilità ambientale e la sicurezza stradale. I veicoli datati, infatti, sono generalmente meno efficienti dal punto di vista delle emissioni e spesso privi delle moderne tecnologie di assistenza alla guida, aumentando così i rischi per chi è al volante e per gli altri utenti della strada. A ciò si aggiunge l’impatto economico diretto: il premio assicurativo della Rc auto cresce con l’età del veicolo, penalizzando ulteriormente chi non può permettersi di cambiare macchina. Secondo i calcoli di Facile.it, si passa da una media di 359 euro per un’auto di 10 anni a 421 euro per un veicolo di 14 anni, con un incremento del 17% in soli quattro anni.

Politiche efficaci: la necessità di attuarle

Questo scenario evidenzia la necessità di politiche pubbliche efficaci e mirate al rinnovamento del parco auto nazionale. Gli incentivi all’acquisto di vetture nuove o a basso impatto ambientale potrebbero rappresentare una soluzione concreta per favorire il ricambio e migliorare sia la sostenibilità ambientale che la sicurezza stradale. Tuttavia, senza un sostegno adeguato alle fasce di popolazione più deboli e senza un cambiamento culturale profondo, il rischio è che l’Italia resti ancorata a un passato fatto di tradizione e nostalgia, a discapito dell’innovazione e della tutela dell’ambiente.

In definitiva, il rapporto tra italiani e auto vecchie è lo specchio di un Paese in bilico tra la volontà di conservare e la necessità di rinnovare. Una sfida che coinvolge non solo il settore automobilistico, ma l’intera società, chiamata a trovare un equilibrio tra esigenze economiche, affettive e responsabilità collettive.

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