Auto elettrica in Italia: un percorso ad ostacoli tra percezione e realtà

Analisi del divario tra percezione e realtà dell’auto elettrica in Italia, le principali barriere all’acquisto e le leve per una transizione efficace.

Auto elettrica in Italia: un percorso ad ostacoli tra percezione e realtà
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Giorgio Colari
Pubblicato il 16 dic 2025

In Italia, il percorso verso una transizione elettrica su larga scala appare ancora tortuoso e pieno di ostacoli, molti dei quali più psicologici che tecnici. Il recente studio dell’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School porta alla luce un dato sorprendente: la vera barriera che rallenta la diffusione dell’auto elettrica non è legata tanto a limiti tecnologici o a difficoltà economiche, quanto a un marcato gap di percezione tra chi l’auto elettrica la possiede e chi ancora la osserva con diffidenza.

I numeri parlano chiaro: il 67% degli italiani non ha ancora acquistato un’auto elettrica e, tra le principali motivazioni, emergono timori legati alla durata della batteria, alla presunta inadeguatezza dell’infrastruttura di ricarica (giudicata insufficiente dal 58% degli intervistati) e, soprattutto, all’eccessivo prezzo d’acquisto (ritenuto troppo elevato dal 72%). Tuttavia, il racconto di chi già guida una BEV – ovvero un veicolo completamente elettrico – smentisce molti di questi preconcetti: il 56,4% dichiara di risparmiare rispetto ai motori termici tradizionali, mentre il 70% non riscontra difficoltà nella gestione dell’autonomia durante l’uso quotidiano.

Questo scollamento tra realtà vissuta e convinzioni diffuse viene analizzato in profondità grazie a sofisticati modelli di intelligenza artificiale, impiegati dalla ricerca per scandagliare paure, aspettative e livelli di consapevolezza sia tra i possessori che tra i non possessori di BEV. Lo studio fotografa così un mercato immobilizzato da una narrazione spesso distorta, dove la curiosità verso la mobilità elettrica cresce, ma rimane imprigionata da barriere psicologiche e pregiudizi duri a morire.

Tra coloro che ancora non hanno scelto l’elettrico, emergono dubbi alimentati dalla mancanza di dati trasparenti e facilmente accessibili. Quasi la metà degli intervistati lamenta la difficoltà di reperire informazioni chiare su incentivi, autonomia reale e costi di gestione. Questi vuoti informativi rappresentano terreno fertile per incertezze che bloccano il processo decisionale e frenano l’acquisto di nuove vetture a zero emissioni.

Ma quali sono le leve che potrebbero davvero sbloccare il mercato dell’auto elettrica in Italia? Secondo la ricerca, quattro sono i fattori chiave. Il più urgente resta la riduzione del prezzo d’acquisto, prioritaria per il 55,4% del campione, seguita dalla necessità di una maggiore prevedibilità e stabilità degli incentivi statali nel tempo. Un altro aspetto cruciale è la creazione di un’infrastruttura di ricarica omogenea, capillare e affidabile su tutto il territorio nazionale. Infine, per dissipare le ansie tecnologiche, diventa fondamentale offrire una solida garanzia batteria estesa, che rassicuri gli automobilisti sulla durata e l’affidabilità del cuore tecnologico delle BEV.

Soluzioni considerate “accessorie”, come la wallbox gratuita o servizi digitali tramite app, risultano invece marginali nelle preferenze degli intervistati. Ciò che conta davvero, secondo il sondaggio, è intervenire sulle fondamenta: rendere l’auto elettrica economicamente accessibile, costruire una rete di ricarica certificata e capillare, e garantire la massima trasparenza informativa.

Un dato su tutti colpisce: dove l’esperienza diretta prende il posto dell’immaginazione, i timori tendono a svanire. I possessori di BEV, pur lamentando anch’essi la carenza di infrastrutture autostradali pubbliche, raccontano una quotidianità serena, in netto contrasto con i catastrofismi diffusi da chi non ha mai guidato un’auto elettrica. Qui entra in gioco la forza della social proof: la testimonianza diretta di chi già utilizza queste vetture si rivela un elemento potentissimo per trasformare la curiosità in consapevolezza e la consapevolezza in fiducia diffusa.

La strada verso una reale transizione elettrica non passa necessariamente per rivoluzioni tecnologiche o soluzioni futuristiche, ma per la costruzione di solide basi: prezzi competitivi, infrastrutture certificate, protezione dal rischio tecnologico e, soprattutto, una comunicazione chiara e trasparente. Fondamentale sarà anche la creazione di ecosistemi dove chi già vive l’esperienza della mobilità elettrica possa raccontarla, innescando un circolo virtuoso di fiducia e interesse che possa finalmente superare la barriera della percezione e avvicinare sempre più italiani al mondo delle zero emissioni.

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