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Parigi: chiude Autolib, il car sharing elettrico

Dopo sette anni si chiude definitivamente l’esperienza Autolib, il car sharing elettrico di Bollorè a Parigi chiude per debiti.

Tristissima fine per Autolib, il servizio di car sharing elettrico di Parigi che ha aperto i battenti nel 2011, quando erano ancora in pochi a credere nelle auto condivise e nelle auto elettriche.

A pesare, come un macigno, gli oltre 230 milioni di debiti della società facente parte del gruppo Bollorè. Un debito che Autolib ha chiesto più volte, senza ottenerlo, che venisse coperto dall’amministrazione comunale di Parigi. Ma la sindaca Anne Hidalgo, che guida l’Hôtel de Ville dal 2014, ha risposto sempre con un secco no.

Il servizio offriva agli utenti circa 4.000 auto elettriche, costruite in parte anche in Italia, e circa 6.000 colonnine elettriche posizionate in punti strategici della città. Il futuro di queste colonnine è ancora tutto da scrivere anche perché, chiusa l’esperienza Autolib, Parigi potrebbe a breve dare vita ad altri esperimenti simili.

Il primo sarà quello di Renault e ADA, che a settembre partiranno con il servizio di car sharing elettrico “Moov’in. Paris by Renault“: 100 Renault ZOE e 20 Renault Twizy saranno disponibili nella prima fase di test per un car sharing free floating.

Entro l’ultimo trimestre di quest’anno, poi il gruppo PSA metterà sulle strade di Parigi 500 Peugeot e Citroen elettriche del servizio di car sharing elettrico free floating FREE2MOVE.

Queste due alternative a Autolib hanno due cose in comune, entrambe mancanti al servizio di Bollorè: sono free floating e hanno le spalle coperte da un gigante dell’automotive.

L’impossibilità di prendere e lasciare l’auto noleggiata in un qualunque parcheggio dell’area urbana coperta dal servizio ha certamente scoraggiato gli utenti di Autolib dall’utilizzare in maniera massiccia il servizio.

Dall’altro lato Autolib è nata come una normale iniziativa commerciale, che doveva stare in piedi da sola e non fare debiti su debiti. E, vista l’esperienza di tutti i servizi di car sharing gestiti direttamente o indirettamente dai brand automobilistici, è ancora molto difficile fare utili con questi servizi.

I big dell’auto sono disposti a spendere per il car sharing anche se incassano poco: il car sharing è una delle vie che porteranno allo storico cambio di paradigma, da possesso dell’auto all’auto come servizio. Andare in rosso con il car sharing, tutto sommato, è una mossa strategica che le case automobilistiche possono e devono permettersi guardando al futuro.

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