Home Notizie Auto connessa: l’FBI invita a non sottovalutare i rischi hacker

Auto connessa: l’FBI invita a non sottovalutare i rischi hacker

Il Bureau con una nota pubblica sensibilizza automobilisti e case sui rischi di attacchi hacker alle proprie auto.

Non è un segreto, quello che preoccupa di più riguardo all’auto connessa e suscita riflessioni anche nei comuni automobilisti e non solo tra gli addetti ai lavori è la questione sicurezza, in particolare per quanto riguarda attacchi di hacker via software e le possibilità di controllo remoto. Ne abbiamo avuto dimostrazione nei mesi scorsi in Cina con gli studenti che avevano in poche ore preso il comando di una Tesla.

Ad occuparsi della questione è stato in questi giorni anche l’FBI. “L’analisi dimostra le notevoli possibilità di prendere controllo di un mezzo tramite la violazione della sua connessione wireless“, annuncia con un comunicato pubblico l’FBI, “automobilisti e case devono essere consapevoli di questi rischi e di come un eventuale hacker potrebbe approfittare di queste vulnerabilità in futuro“. E’ possibile leggere l’annuncio completo qui.

Un problema è rappresentato dal grosso numero di diversi computer e sistemi che si trovano attualmente nella vettura per il controllo delle molteplici funzioni, dai freni all’intrattenimento. Ognuna di queste funzionalità ha delle suo precise vulnerabilità, in particolare per i modelli che prevedono che un computer portatile possa essere collegato all’auto per funzioni di manutenzione tramite l’apposita porta per la diagnostica. I malintenzionati però potrebbero prendere possesso della vettura anche via wireless, trovandosi in un raggio di circa 30 metri dal mezzo.

Un’auto che procede a bassa velocità potrebbe essere molto vulnerabile, gli hacker potrebbero arrivare a spegnere il motore o disabilitare freni o sterzo. Per auto che viaggiano ad alte velocità i rischi potrebbero essere connessi alla chiusura delle portiere, la gestione delle frecce, del condizionatore, del Gps, del tachimetro oppure della radio.

Dopo una dimostrazione di vulnerabilità messa in atto dalla rivista americana Wired per quanto riguarda il sistema d’infotainment, questa estate sono stati richiamati 1,4 milioni di modelli da Ram, Jeep, Chrysler e Dodge, siamo curiosi di vedere cosa succederà ora.

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