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Alfa Romeo, cassa integrazione di sette settimane per Arese. Siamo alla chiusura dei battenti?

Da oggi 15 giugno i dipendenti del Centro Stile Alfa Romeo di Arese sono in cassa integrazione per sette settimane. Non si tratterebbe però di una semplice pausa, quanto piuttosto di una chiusura definitiva, sebbene Fiat non abbia fornito conferme ufficiali alla notizia. L’accorpamento del design Alfa con quello degli altri marchi del gruppo nel


Da oggi 15 giugno i dipendenti del Centro Stile Alfa Romeo di Arese sono in cassa integrazione per sette settimane. Non si tratterebbe però di una semplice pausa, quanto piuttosto di una chiusura definitiva, sebbene Fiat non abbia fornito conferme ufficiali alla notizia.

L’accorpamento del design Alfa con quello degli altri marchi del gruppo nel nuovo centro stile di Torino, nato due anni fa, rientra in un normalissimo processo di razionalizzazione. Resta il fatto che la scomparsa di un luogo così significativo per gli alfisti -se confermata- rimarrà nella memoria come l’ultimo filo che legava il marchio alle sue radici.

Il Centro Stile fu creato nel 1990, quando era amministratore delegato Giovanni Battista Razelli, a opera di Walter de’ Silva e di un gruppo di giovani designer, tra cui Wolfgang Egger, emigrato proprio con de’ Silva verso il Gruppo Volkswagen. Ad Arese nacquero prototipi come la Proteo e la Nuvola, ma il nome del Centro Stile è legato soprattutto alla 156, l’auto che risollevò l’Alfa nel 1998, e alla successiva 147. La MiTo e la Milano, saranno le ultime figlie di Arese.

Il design era ormai praticamente l’ultima attività superstite ad Arese, dopo la fine della produzione delle vecchie Alfa GTV e Spider. L’altra attività residua riguarda una divisione di Fiat Powertrain, con 186 dipendenti, dei quali oltre cento condividono la sorte dei colleghi del Centro Stile.

Come se non bastasse sono stati sospesi anche i lavori per la costruzione di un nuovo museo Alfa, che nei piani doveva essere una struttura all’avanguardia che unisse l’esposizione con altre attività ludiche e di divulgazione per il grande pubblico. Neanche questa struttura avrà un futuro.

Via | Quattroruote (Ringraziamo il nostro lettore “a1” per la segnalazione)

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