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Ferrari 166 Inter: auto storica di pregio del cavallino

Una delle opere iniziali del “cavallino rampante”, che si è ritagliata uno spazio importante nella storia della Ferrari. Scoprila insieme a noi

Il nome della Ferrari 166 Inter tradisce la cilindrata unitaria, secondo un criterio identificativo ricorrente nella storia della Casa di Maranello. L’auto discende dai bolidi da corsa che portano il suo stesso codice numerico, ma è la prima vettura veramente stradale a fregiarsi del “cavallino rampante”.

Viene presentata al Salone di Torino del 1948 ed è la capostipite di una famiglia che caratterizzerà i primi anni di vita dell’azienda fondata da Enzo Ferrari. Eclettica e versatile, può essere adattata con precisione chirurgica ai gusti dei clienti, che la vogliono in varie configurazioni di carrozzeria (coupè, berlinetta e spider), con abitacolo a 2 (o a 2+2) posti e con linee esterne disegnate da alcuni dei più celebri maestri italiani.

La più interessante interpretazione è quella della milanese Touring, densa di morbidi e raffinati volumi che rivestono con equilibrio formale la semplice e affidabile meccanica della Ferrari 166 Inter. Tutti gli esemplari hanno una grande griglia anteriore, marchio di fabbrica delle “rosse” dei primi anni.

Fra i clienti più illustri spicca il regista Roberto Rossellini che (da buongustaio) commissiona un’esclusiva versione agli stabilimenti Pinin Farina. Si tratta di una cabriolet di elevato pregio stilistico, la cui linea riferisce le straordinarie doti artistiche del carrozziere piemontese.

Tra i punti di forza della Ferrari 166 Inter, oltre alla grinta del propulsore, anche la grande agilità, dovuta al passo corto. L’interasse crescerà nel 1950, insieme alla tenuta di strada, per meglio assecondare le superiori performance ottenute dal modello aggiornato. Il dazio da pagare è un peso maggiore, che compromette la maneggevolezza iniziale.

La carica energetica del piccolo 12 cilindri aumenta da 110 a 115 cavalli, a 6000 giri al minuto. È un vivace due litri, di grande robustezza, che non soffre le sollecitazioni prodotte dalla rilevante potenza specifica. Disegnato da Gioacchino Colombo, discende dal primo motore targato Ferrari: quello da un litro e mezzo che equipaggiava la 125 S.

La carrozzeria interamente in alluminio consente di contenere il peso entro gli 800 kg, ma il valore crescerà di un quintale nell’edizione del 1950. Il telaio in tubi di acciaio della versione aggiornata, anche se maggiormente sviluppato in senso longitudinale, è strettamente imparentato con quello della barchetta degli esordi. I freni a tamburo, benché non potentissimi, garantiscono una discreta costanza alle decelerazioni della vettura, che non si priva di felici digressioni agonistiche.

Le Ferrari 166 Inter Coupè, pur votate ad un impiego stradale, faranno incetta di premi alla Coppa Inter-Europa del 1949. La produzione del modello, nelle sue numerose varianti, si protrae dal 1948 al 1950, dando vita a 36 esemplari. L’auto è apprezzata dai clienti del marchio, spinti al suo acquisto dalle trionfali uscite delle versioni da competizione. Queste ultime, denominate 166 Corsa, si caratterizzano per le numerose varianti, che le rendono uniche e diverse l’una dall’altra.

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