Pesanti critiche per la Volvo EX90, troppi bug nel software ma non è tutto

Volvo EX90, debutto segnato da bug software e ritardi. Problemi di affidabilità e funzionalità mancate mettono in discussione la fiducia dei clienti

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 16 lug 2025
Pesanti critiche per la Volvo EX90, troppi bug nel software ma non è tutto

La transizione digitale sta mettendo a dura prova Volvo, marchio storico che si trova ora a dover affrontare una delle sfide più complesse della sua storia recente. L’ambizioso passaggio verso un’auto sempre più connessa e “intelligente” ha trovato nei nuovi SUV elettrici EX30 ed EX90 i suoi simboli, ma anche i suoi principali punti deboli. Questi modelli, infatti, si stanno trasformando in un vero banco di prova – e spesso di delusione – per clienti e costruttore, travolti da una serie di problemi legati al software, bug persistenti e promesse tecnologiche non mantenute. Lo afferma Consumer Reports, che negli USA è un’istituzione.

La casa svedese aveva puntato tutto sulla rivoluzione digitale, promettendo auto in grado di aggiornarsi automaticamente grazie alla tecnologia over the air e di offrire un’esperienza di guida all’avanguardia, tanto da porsi come riferimento nella cosiddetta guerra del software che sta ridisegnando il settore automotive. Tuttavia, la realtà ha preso una piega diversa: i sistemi elettronici si sono rivelati instabili, le interfacce utente spesso si bloccano e molte delle funzionalità annunciate sono, di fatto, assenti o non funzionanti.

Le difficoltà tecnologiche

I primi segnali di difficoltà erano già emersi ben prima che le auto raggiungessero le mani dei clienti. Entrambi i SUV hanno accumulato notevoli ritardi rispetto alle tempistiche di lancio annunciate, segno che lo sviluppo non era così maturo come si voleva far credere. In particolare, l’EX30 ha visto svanire la promessa di un prezzo competitivo, complice anche l’introduzione di nuovi dazi sulle importazioni dalla Cina che ne hanno ridotto l’appeal commerciale, ponendo ulteriori ostacoli in un segmento già estremamente competitivo come quello dei SUV premium.

La situazione si è ulteriormente complicata dopo la consegna dei primi esemplari ai clienti. Un’analisi indipendente condotta da Consumer Reports ha gettato ulteriore benzina sul fuoco: il team, dopo aver acquistato un EX90 per una prova approfondita, ha riscontrato una serie di bug e malfunzionamenti nelle prime 1.000 miglia di utilizzo. Tra i problemi più gravi: il display centrale che si spegne improvvisamente, rendendo impossibile il controllo di funzioni vitali come il climatizzatore; tempi di avviamento eccessivamente lunghi; spie dell’airbag costantemente accese; e, non meno importante, sistemi di emergenza SOS inattivi fino a specifici aggiornamenti software.

La delusione sono i Lidar

Una delle delusioni maggiori riguarda la tecnologia LIDAR, presentata da Volvo come elemento rivoluzionario per la sicurezza e la guida assistita. In realtà, ad oggi il sistema è utilizzato solo per la raccolta dati e le sue funzionalità avanzate restano bloccate in attesa di futuri aggiornamenti. Un limite difficile da giustificare per veicoli che superano la soglia degli 80.000 dollari e che dovrebbero rappresentare il vertice dell’innovazione nel settore.

Di fronte a queste criticità, la risposta ufficiale della casa svedese si è limitata a consigliare ai clienti di installare gli ultimi aggiornamenti del software, soluzione che in alcuni casi ha effettivamente risolto parte dei problemi. Tuttavia, molte anomalie persistono: impianti audio che continuano a non funzionare correttamente, messaggi di errore che appaiono senza motivo apparente e un senso generale di frustrazione che si diffonde tra i proprietari.

Campanello d’allarme per il costruttore svedese

Questa situazione suona come un serio campanello d’allarme per l’intero settore automobilistico, sempre più orientato verso la digitalizzazione. L’esperienza di Volvo mette in luce i rischi concreti di lanciare sul mercato veicoli non completamente maturi dal punto di vista del software, soprattutto quando si parla di modelli destinati a un pubblico esigente come quello dei SUV premium. Il caso Volvo evidenzia quanto la qualità e l’affidabilità dei sistemi digitali siano ormai tanto importanti quanto la meccanica tradizionale, se non di più.

In definitiva, la vicenda mette in guardia l’intera industria: sottovalutare la complessità della transizione verso l’auto “software-defined” può avere conseguenze devastanti per la reputazione di un marchio. Oggi più che mai, la fiducia dei clienti si conquista non solo con design e prestazioni, ma anche – e soprattutto – con un software affidabile, sicuro e all’altezza delle aspettative. Per Volvo, la sfida è appena iniziata e il futuro dipenderà dalla capacità di risolvere rapidamente queste criticità, riconquistando la fiducia di chi, fino a ieri, vedeva nel marchio svedese un simbolo di sicurezza e innovazione.

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