Trump sbotta contro Musk: "L'auto elettrica è finita, ritorni in Sudafrica"
Donald Trump critica Elon Musk per i sussidi federali ricevuti. Dibattito su spesa pubblica e legge di bilancio negli Stati Uniti
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Lo scontro tra Donald Trump ed Elon Musk si intensifica, ponendo al centro del dibattito politico ed economico statunitense la questione dei sussidi federali. In un recente post su TruthSocial, Trump ha lanciato una pesante accusa al magnate della tecnologia, sostenendo che Musk sia il maggiore beneficiario di aiuti statali nella storia americana. “Senza i sussidi federali, Elon Musk dovrebbe chiudere le sue attività e tornare in Sudafrica. L’auto elettrica è finita“, ha dichiarato provocatoriamente l’ex presidente, evidenziando l’impatto dei finanziamenti pubblici sulle aziende del CEO di Tesla e SpaceX.
Stop ai sussidi
Il cuore della controversia risiede nei miliardi di dollari in finanziamenti pubblici che hanno sostenuto progetti innovativi in ambiti come lo spazio, i satelliti e l’industria automobilistica elettrica. Trump ha persino suggerito che il Dipartimento della Giustizia (DOGE) analizzi i dettagli di tali sovvenzioni, ipotizzando che il loro taglio potrebbe generare significativi risparmi per le casse dello stato.
Questa tensione non è nuova. Durante l’estate, un acceso confronto sulla legge di bilancio USA aveva portato all’esclusione di Musk dal piano di riduzione dei costi governativi. Di recente, il CEO di Tesla ha alzato i toni, minacciando di opporsi ai Repubblicani nelle elezioni di medio termine del 2026 e ipotizzando la creazione di un nuovo partito politico. Musk ha criticato apertamente i legislatori di entrambi gli schieramenti per la loro gestione delle spese pubbliche, mettendo in discussione l’efficacia del sistema attuale.
Scontro acceso
Nel frattempo, il Senato americano è impegnato in una maratona di votazioni per approvare il controverso Big Beautiful Bill, una proposta di bilancio fortemente sostenuta da Trump. Secondo le stime del Congressional Budget Office, questa legge potrebbe aumentare il debito pubblico di 3,3 trilioni di dollari, superando di 800 miliardi la versione già approvata dalla Camera dei Rappresentanti. Un incremento che alimenta ulteriormente il dibattito sulla sostenibilità fiscale degli Stati Uniti.
Lo scontro tra Trump e Musk mette in evidenza un dilemma centrale per le politiche economiche americane: come bilanciare la necessità di contenere la spesa pubblica con quella di investire in settori strategici come la tecnologia? Da un lato, c’è chi sostiene che i tagli ai sussidi federali siano indispensabili per risanare il bilancio federale. Dall’altro, c’è chi considera questi finanziamenti cruciali per mantenere la competitività internazionale degli Stati Uniti in un’epoca di rapida innovazione tecnologica.
Alta la posta in gioco
La posta in gioco è alta, non solo per le due figure coinvolte ma anche per il futuro delle politiche industriali ed economiche del paese. Se da una parte Trump punta a ridurre il ruolo dello stato nell’economia, Musk rappresenta l’emblema di un modello imprenditoriale che ha prosperato grazie a un significativo supporto pubblico. La questione dei sussidi federali diventa così un terreno di scontro simbolico tra due visioni opposte dell’America: una che guarda al passato, con l’obiettivo di contenere la spesa e ridurre il debito, e un’altra che punta al futuro, investendo massicciamente nell’innovazione.
In questo contesto, il dibattito sul Big Beautiful Bill e il crescente debito pubblico si intrecciano con le ambizioni politiche di Musk e le strategie di Trump, creando un panorama complesso e altamente polarizzato. Qualunque sia l’esito, è chiaro che le decisioni prese oggi avranno ripercussioni profonde sul panorama economico e politico degli Stati Uniti nei prossimi anni.