Tesla Model 3 colpita da un treno, colpa dell'Autopilot

Una Tesla Model 3 colpita da un treno riaccende il dibattito sulla sicurezza dell'Autopilot. Limiti del software e responsabilità del conducente

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 16 giu 2025
Tesla Model 3 colpita da un treno, colpa dell'Autopilot

“I sistemi di guida autonoma sono comodi ma non infallibili, e non sostituiscono mai la responsabilità del conducente.” Queste parole risuonano con particolare forza dopo l’ultimo incidente che ha coinvolto una Tesla Model 3 in Pennsylvania, dove l’auto è rimasta bloccata sui binari ferroviari ed è stata colpita da un treno in transito.

Nessun danno collaterale

L’episodio, avvenuto nella cittadina di Sinking Spring, si è fortunatamente concluso senza gravi conseguenze per il conducente. Tuttavia, riapre il dibattito sulla reale affidabilità dei sistemi di assistenza alla guida, in particolare del controverso Autopilot di Tesla. Secondo quanto riportato dal guidatore, il veicolo stava viaggiando con il sistema di guida assistita attivato al momento dell’evento.

È essenziale sottolineare che, nonostante il nome possa suggerire il contrario, nessun veicolo Tesla è attualmente in grado di operare in completa autonomia. Anche le versioni più avanzate, dotate di Full Self Driving supervisionato, richiedono che il conducente mantenga sempre alta l’attenzione sulla strada e sia pronto a intervenire in caso di necessità. Questo incidente, dunque, riporta al centro della discussione la necessità di educare gli utenti sui limiti di questi sistemi.

Le critiche non mancano

Le critiche non sono nuove: organizzazioni come Euro NCAP hanno più volte definito il sistema Tesla “inappropriato e pericoloso”. I recenti test comparativi hanno inoltre evidenziato come le tecnologie basate su sensori Lidar offrano maggiori garanzie rispetto al sistema Tesla, che si affida prevalentemente a telecamere. Questa scelta tecnologica, sebbene innovativa, potrebbe non essere sufficientemente robusta in determinate situazioni, come dimostrato dall’ultimo incidente treno.

La questione della responsabilità è un altro aspetto cruciale. Sebbene il software possa presentare limitazioni, le normative vigenti e le stesse indicazioni di Tesla attribuiscono l’onere della supervisione al conducente. Ogni mancata reazione in situazioni di emergenza ricade, dunque, sull’umano al volante. Questo solleva interrogativi sulla necessità di regolamentazioni più stringenti e di una comunicazione più chiara da parte dei produttori.

Un elemento di confusione

Un elemento di confusione è rappresentato proprio dal nome “Autopilot“, che potrebbe indurre alcuni utenti a sovrastimare le capacità autonome del veicolo. Le autorità regolatorie hanno più volte sottolineato questa ambiguità, chiedendo a Tesla di adottare una terminologia più trasparente per evitare fraintendimenti. L’uso di termini che suggeriscono un’autonomia totale, quando in realtà non esiste, rischia di creare un falso senso di sicurezza nei conducenti.

L’equilibrio tra innovazione tecnologica e sicurezza stradale rimane una sfida aperta. Da un lato, i progressi nella guida autonoma promettono di rivoluzionare il trasporto, riducendo gli incidenti causati da errori umani. Dall’altro, episodi come quello della Model 3 in Pennsylvania evidenziano come la tecnologia non sia ancora pronta per eliminare completamente il ruolo del conducente. Questo incidente rappresenta un promemoria importante: nonostante le promesse futuristiche, la responsabilità finale rimane saldamente nelle mani di chi siede al volante.

In conclusione, il caso della Tesla Model 3 e il relativo incidente treno evidenziano la necessità di un dialogo continuo tra innovazione, regolamentazione e responsabilità individuale. Solo attraverso un approccio equilibrato sarà possibile garantire che i progressi tecnologici vadano di pari passo con la sicurezza stradale, senza compromettere la fiducia degli utenti e la loro consapevolezza dei limiti dei sistemi attuali.

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