SSC Ultimate Aero TT, la hypercar americana distrutta in modo spettacolare
La SSC Ultimate Aero TT, regina di velocità con 410 km/h, demolita in diretta da un monster truck. Scopri storia, retroscena e reazioni nel mondo automotive.
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La scena che si è consumata al Tri-City Raceway di Richland, nello stato di Washington, ha lasciato attoniti migliaia di appassionati e addetti ai lavori: la SSC Ultimate Aero TT, una delle più iconiche hypercar americana della storia recente, è stata distrutta in modo spettacolare e definitivo. Un gesto che ha fatto il giro del mondo, alimentando dibattiti accesi tra chi vede in quell’auto un simbolo irripetibile e chi, invece, comprende le ragioni estreme che hanno portato a una simile decisione.
Il fondatore e CEO di SSC North America, Jerod Shelby, non ha nascosto la propria amarezza di fronte all’accaduto: “È un vero peccato vedere un pezzo di storia automobilistica finire in questo modo”, ha dichiarato. Le sue parole risuonano come un epitaffio per una vettura che, nel 2007, aveva scritto una pagina fondamentale nell’evoluzione delle auto ad alte prestazioni, conquistando il record velocità mondiale e superando mostri sacri come la Bugatti Veyron.
L’insoddisfazione del proprietario
La vicenda nasce da una profonda insoddisfazione del proprietario della vettura nei confronti dell’assistenza post-vendita ricevuta. In un gesto clamoroso, ha scelto di donare la sua SSC Ultimate Aero TT all’autodromo, ponendo come condizione irrinunciabile la sua completa demolizione. L’evento, battezzato “Thunder at the Mountain”, è diventato immediatamente virale grazie alle immagini condivise sui social: prima la vettura viene schiacciata da un gigantesco monster truck, poi ridotta in pezzi da un impressionante dinosauro robotico armato di fiamme e cingoli da carro armato. Una sequenza tanto surreale quanto spettacolare, capace di scatenare reazioni contrastanti tra gli appassionati di tutto il mondo, divisi tra sdegno, incredulità e curiosità.
Un video rilanciato sui propri canali
A contribuire all’eco mediatica ci ha pensato anche Freddy “Tavarish” Hernandez, noto influencer automotive, che ha rilanciato il video sui suoi canali, spiegando le motivazioni che hanno spinto il proprietario a una scelta così radicale. Da parte sua, la casa costruttrice ha voluto prendere le distanze dall’accaduto, chiarendo di non possedere più quell’esemplare da oltre dieci anni e di non aver avuto alcun ruolo nell’organizzazione dell’evento distruttivo.
Nonostante le condizioni della vettura fossero ormai compromesse – come precisato da Jerod Shelby stesso, la SSC Ultimate Aero TT non era più funzionante da tempo e rappresentava poco più di un pezzo da esposizione – il valore simbolico dell’auto resta altissimo. Per molti, infatti, quella hypercar americana incarna lo spirito pionieristico e audace dell’ingegneria statunitense applicata alle quattro ruote.
Le caratteristiche generali
Sotto il cofano della SSC Ultimate Aero TT batteva un formidabile motore Chevy V8 biturbo da 6,3 litri, capace di sprigionare ben 1.183 cavalli. Una potenza che, nel 2007, permise a questa vettura di raggiungere i 410 km/h, soffiando il primato di velocità proprio alla celebratissima Bugatti Veyron. Quel record segnò un’epoca e consacrò la SSC come una delle realtà più ambiziose e innovative nel panorama delle supercar mondiali.
L’episodio della demolizione, seppur controverso, rappresenta un capitolo particolarmente singolare nella storia della casa americana. Dopo il successo della SSC Ultimate Aero TT, infatti, SSC North America ha continuato a spingersi oltre i limiti della tecnica e della velocità, dando vita a nuovi modelli sempre più estremi. L’ultimo esempio è la Tuatara, un’auto che ha recentemente raggiunto l’incredibile velocità di 532 km/h, confermando la vocazione dell’azienda per l’innovazione e la ricerca della prestazione assoluta.
La distruzione della SSC Ultimate Aero TT resterà impressa nella memoria collettiva come uno degli eventi più discussi e sorprendenti della storia delle auto ad altissime prestazioni. Un episodio che, al di là delle polemiche, testimonia come la passione per l’automobile possa assumere forme estreme e inaspettate, alimentando il mito di vetture che, anche nella loro fine più clamorosa, continuano a far parlare di sé e a suscitare emozioni forti tra gli appassionati di tutto il mondo.
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