Maserati lascia Mirafiori, rischio chiusura per Lear e 380 lavoratori dal futuro incerto

Lo spostamento Maserati da Mirafiori a Modena mette a rischio 380 lavoratori Lear. Sindacati chiedono intervento delle istituzioni

Di Giorgio Colari
Pubblicato il 18 mag 2025
Maserati lascia Mirafiori, rischio chiusura per Lear e 380 lavoratori dal futuro incerto

Lo stabilimento Lear di Grugliasco è al centro di una grave crisi occupazionale che potrebbe portare alla perdita di 380 posti di lavoro. Questo scenario drammatico è legato al trasferimento della produzione di Maserati da Mirafiori a Modena, un cambiamento che ha sollevato l’allarme tra i sindacati e i lavoratori del settore automotive.

Mancanza di piano industriale

I rappresentanti sindacali denunciano la mancanza di un piano industriale chiaro e condiviso, evidenziando come questa decisione sia stata presa senza alcun confronto con le parti sociali. Secondo Rocco Cutrì, segretario generale di Fim-Cisl Torino e Canavese, “i lavoratori stanno pagando il prezzo più alto di scelte industriali calate dall’alto“. L’assenza di un piano di rilancio per il marchio del Tridente aggrava ulteriormente la situazione, lasciando lo stabilimento Lear senza prospettive concrete per il futuro.

La situazione è resa ancora più critica dal fallimento delle trattative con potenziali investitori. Antonino Inserra della Fiom-Cgil ha espresso tutta la sua frustrazione: “Non accetteremo più racconti su investitori fantasma e non resteremo passivi in attesa che scadano gli ammortizzatori sociali“. Questo sottolinea il senso di abbandono che pervade i lavoratori e la necessità di azioni immediate per evitare il peggio.

Un appello all’intervento

Dal fronte istituzionale, Antonio Iofrida della Uilm Torino ha lanciato un appello per un intervento tempestivo delle amministrazioni locali e regionali. Ha chiesto un incontro urgente a livello regionale, lamentando i continui rinvii dell’appuntamento ministeriale, un ritardo che rischia di compromettere ulteriormente la stabilità occupazionale.

I sindacati Fim, Fiom e Uilm chiedono con forza che tutte le istituzioni, dalla Regione Piemonte al Ministero dello Sviluppo Economico, si mobilitino per garantire un futuro occupazionale ai dipendenti Lear. Questa richiesta si inserisce in un contesto più ampio di crisi del settore automotive torinese, già duramente colpito da una carenza di investimenti strategici e da una riorganizzazione industriale che sta concentrando le attività Maserati a Modena.

La riorganizzazione avviata da Stellantis, il gruppo proprietario di Maserati, rappresenta un ulteriore elemento di pressione per il settore. Questo processo di concentrazione delle attività produttive, pur avendo l’obiettivo di ottimizzare le operazioni, sta generando effetti collaterali devastanti per l’indotto e per i lavoratori delle aree interessate.

La chiusura dello stabilimento Lear di Grugliasco potrebbe rappresentare un colpo durissimo per l’economia locale, con ripercussioni che andrebbero ben oltre i confini aziendali. È fondamentale che tutte le parti coinvolte, dai sindacati alle istituzioni, lavorino insieme per trovare soluzioni concrete e sostenibili. Solo un approccio concertato potrà garantire un futuro dignitoso ai lavoratori e contribuire a rilanciare un settore cruciale come quello dell’automotive.

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